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giovedì 29 novembre 2018

Non cadiamo nella trappola che ci sta cooptando nel Sistema


di Vincenzo Cirigliano

L'idea originaria era quella di innescare una vera e propria rivoluzione Europea, evitando l'uscita unilaterale dal sistema Euro, sicuri di poter indurre una rivisitazione di trattati ed Accordi Europei oltre che una radicale ridefinizione dell'operatività della BCE. Questo è ciò che in campagna Elettorale più volte è stato ribadito dai due Partiti di Governo, con un atteggiamento ancor più marcatamente estremo per la Lega, che addirittura arrivava a far intravedere anche la possibilità di poter abbandonare il sistema Euro. A distanza di cinque mesi di sicuro un pò di cose l'abbiamo capite:
- La Germania non ha alcuna Intenzione di accorpare i debiti sovrani e porre a garanzia di questi la BCE





- La BCE non avrà mai la funzione di prestatrice di ultima Istanza degli Stati Europei e mai avrà un obiettivo diverso da quello legato al controllo dell'Inflazione. Mai emetterà quindi Eurobond per consentire il finanziamento degli Stati dell'Unione.



- Mai si uscirà, all'interno della tecnocrazia Europea, dall'ottica legata alle politiche di austerità che poggiano le loro basi sul contenimento dei Debiti Pubblici Sovrani. Si continuerà ad inseguire l'obiettivo del Rapporto Debito/PIL al 60 % in un ventennio, definito nel Fiscal Compact , a cui si dovranno attenere tutti gli Stati, pena procedure di Infrazione.

- Mai i cittadini avranno un ruolo predominante rispetto ai Mercati.

A suggello ed a riprova di tutto ciò è proprio la telenovela del Def Italiano su cui l'Europa cerca di imporre la sua visione ristretta e che risponde ai punti prima menzionati, che già da tempo ci avrebbe dovuto far capire che questa Europa è un malato con diagnosi irreversibile, dove sperare di produrre un minimo cambiamento diventa un'impresa immane dal sapore palesemente utopistico. Avrebbero dovuto capirlo da tempo Conte, Di Maio e Salvini che, impostare un braccio di ferro con questa Europa avrebbe, a breve, fatto emergere la necessità di scelte radicali e determinate, a meno di non volersi far risucchiare all'interno di quel Sistema che in questa Europa detta le regole e le Norme. Un'Europa Germanocentrica che tramite il falco Weidmann, continua imperterrita a dettare le regole e a costruire muri, ipotizzando addirittura che " i saldi negativi accumulati nel Target2, che non sono altro che il risultato contabile dei flussi di cassa da e per l’Italia verso gli altri paesi dell’eurosistema, dovranno essere garantiti oltre – ad un certo limite – da assets reali", fiutando la possibilità che l'Italia potesse intraprendere un percorso di uscita dal Sistema Euro




Grande idea quella del falco tedesco tesa ad alimentare un altro falso incubo, pari a quello che da anni si lega al fardello Debito Pubblico. Ipotizzando una possibilità di Uscita che potrebbe balenare nella mente di qualche politico Italiano, Weidmann cerca di mettere un cappio intorno al collo del nostro paese ed imporre delle garanzie su quello che lui considera Debito legato ai saldi del Target 2, pensando in tal senso ad asset pubblici di prestigio (ENI, ENEL, Finmeccanica…) da congelare a garanzia di questo fardello che con maestria è riuscito a plasmare. Ma davvero il Target 2 è un debito per i popoli Europei? Cerchiamo di capire! Se io compro un bene costruito in Germania emetto pagamento verso il venditore. Questo mio pagamento non va direttamente al venditore, ma va a Banca d'Italia. Sarà poi la Bundesbank ad effettuare materialmente il pagamento al venditore tedesco. Ciò che avviene all'interno del Sistema Banche centrali Europee, di sicuro non è un qualcosa che può avere una ricaduta in termini di Debito su uno Stato o un Popolo.




Sono movimenti interni a questo Sistema di Banche Centrali Europee che va regolarizzato nel circuito interbancario e non può essere assolutamente visto come un debito tra cittadini, che oltretutto hanno dato e ricevuto quanto dovuto. Weidmann invece lo vede come un debito, facendolo diventare un problema tra gli Stati, allo stesso modo di quanto fu fatto a suo tempo per giustificare le politiche europee di Austerity relativamente al Debito Pubblico Sovrano, divenuto parametro preponderante e centrale di tutte le politiche economiche comunitarie. Questo è quanto riesce a fare questa Europa che noi Italia, bonariamente e, oserei dire, ingenuamente, abbiamo la pretesa e l'ardire di cambiare per cercare di porla su un percorso di aggregazione e condivisione tra popoli.



Un' Unione Europea che oggi sta cercando di sbeffeggiarci in ogni modo e umiliarci per uno sforamento di Deficit che non esiste e che avrebbe dovuto avere numeri ben più consistenti del 2,4% preventivato, per assicurare una vera ripresa ad un paese martoriato e devastato da trenta anni di terrorismo politico che oggi grava su 60 milioni di Italiani. Non si può infatti creare ad arte una crisi tra Paesi dell'U.E. che ci pone al centro dell'attenzione, per pochi miliardi di euro e per un'impuntatura, in un contesto che vede la Germania sotto schiaffo da parte degli USA per la guerra commerciale con delle banche, nello specifico Deutsche Bank e Commerzbank, divenute ormai delle vere e proprie bombe ad orologeria pronte a far saltare il sistema economico Europeo, con una Francia in piena rivolta contro il suo Presidente, con un sistema bancario del Nord Europa interessato da un devastante scandalo riciclaggio di danaro sporco che vede coinvolta direttamente Danske Bank. Per non citare BCE che dopo un massicio Quantitative Easing si ritrova con una Continente sull'orlo di una paurosa recessione e che non accenna a segni di ripresa, per giunta dopo aver fallito anche i suoi obiettivi di inflazione programmata.
In questo contesto gli Italiani non potranno mai accettare dei passi indietro su una manovra di Bilancio che risulta già sottodimensionata rispetto alle reali esigenze del Paese e che rischia di essere ulteriormente ridimensionata dalle richieste delle Istituzioni Centrali Europee, non tanto dettate da un'effettiva inconsistenza della stessa, ma dalla paura che quel concetto che è intriso in questa manovra possa diventare punto di riferimento anche per gli altri Paesi dell'Unione e possa riscuotere un effettivo successo in termini di risultati. 

Ormai è il tempo delle grandi Decisioni non più rimandabili; un'occasione l'abbiamo concessa all'Europa, nessuno potrà mai dire il contrario, ma a questa non è stato dato il giusto seguito e la giusta attenzione da leader Europei accecati e spenti da quel potere Finanziario che li ha scelti con il preciso fine di perpetuarsi proprio grazie alla loro cecità e alla loro sordità.

Un migliaio di parole non lasciano un’impressione tanto profonda quanto una sola azione, e Friedrich Engels aggiunge " Un’oncia di azione vale quanto una tonnellata di teoria.". E se c'è ancora qualcuno convinto che questa Unione Europea possa ancora cambiare, si convinca, come diceva Buddha che "Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è". Il tempo è maturo!

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