di Vincenzo Cirigliano
E’ di questi giorni la notizia, rimbalzata ripetutamente in Rete, secondo cui sembra inizino a circolare voci sull’ipotesi di un Europa rigorosamente a due Velocità.
Sembra che la cancelliera tedesca, Angela Merkel, sostenga che i leader europei potrebbero impegnarsi su un’ Unione europea “a differenti velocità” quando si incontreranno a Roma il prossimo 25 marzo per le celebrazioni del 60esimo anniversario del Trattato di Roma.
I 27 Paesi dell’Unione europea a Roma dovranno tracciare una tabella di marcia per il dopo Brexit.
E’ di questi giorni la notizia, rimbalzata ripetutamente in Rete, secondo cui sembra inizino a circolare voci sull’ipotesi di un Europa rigorosamente a due Velocità.
Sembra che la cancelliera tedesca, Angela Merkel, sostenga che i leader europei potrebbero impegnarsi su un’ Unione europea “a differenti velocità” quando si incontreranno a Roma il prossimo 25 marzo per le celebrazioni del 60esimo anniversario del Trattato di Roma.
I 27 Paesi dell’Unione europea a Roma dovranno tracciare una tabella di marcia per il dopo Brexit.
Ecco un estratto, invece, di un articolo che ha spopolato in Rete di Maurizio Blondet che ben chiarisce questa tattica, di guerra economica messa in piedi dal Governo Tedesco, perpetrata ai danni degli altri partner Europei, in Primis l'Italia. Tattica che ci dovrebbe far riflettere e trarre le dovute conclusioni
“Il Brexit ha scosso gli sclerotici potenti e la loro “dottrina Breznev” (Maastricht); rallegriamoci. D’altra parte, coscienti del perché siano resipiscenti: è che adesso possono dirlo. Se Ciampi diventa critico dell’euro, state certi che è “autorizzato”. Stanno cercando di salvare il massimo del sistema radicalmente sbagliato che hanno messo in piedi; l’euro a due velocità, uno per i nordici l’altro per gli straccioni meridionali, è probabilmente parte del piano B: che non tocca l’istituto di emissione, e il mercato collusivo delle vacche che avviene a Bruxelles, lontano da noi che non capiamo le lingue”.
A chiarire meglio il concetto arrivano le parole dell’ex Ministro delle Finanze Theo Weigel a Ticino Live:
“Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco”, che chiaramente tornerebbe nuovamente in circolazione. Va da se che le ripercussioni di questo evento sull’export Italiano e sul mercato del lavoro sarebbe enorme, in termini positivi. L’Euro , come sappiamo è un giocattolo che può andar bene alla Germania ed è solo per questo motivo che ancora oggi non viene smantellato. Apprezzandosi sui mercati, il Marco diverrebbe sconveniente, avvantaggiando di conseguenza la Lira che in tal caso si svaluterebbe, facendo diventare più appetibili i prodotti Italiani all’estero, compreso il mercato tedesco. Queste informazioni chiaramente si evita attentamente di farle passare in TV o sui Giornali asserviti completamente ai Grandi Potentati Nazionali ed Internazionali.
L’ex ministro tedesco precisa:
“Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti Target 2 intraeuropei.
Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative”.
Dinanzi a simili affermazioni risulta lampante individuare chi avrebbe gravi conseguenze, in ambito Europeo, dalla liquefazione dell’Euro e chi, con grande sorpresa, potrebbe trarne enormi vantaggi competitivi. E che debbano dircelo i Tedeschi, queste cose, è davvero un paradosso!
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