Cari amici,
ormai ci siamo. Due segnali pessimi sono giunti in contemporanea.
Il primo è l’inflazione nell’area euro in gennaio. Ormai siamo ad un soffio dall’obiettivo del 2% della BCE
Il 2% significa la fine del QE. ormai si parla sempre più chiaramente di Tapering. Naturalmente il 2% di inflazione nell’Eurozona non vuol dire che l’Italia sia fuori dalla crisi, perchè, secondo la tradizione di Trilussa, se c’è mezzo pollo a testa vuol dire che qualcuno ne mangia uno intero (la Germania, che probabilmente supererà il 2%) e qualcuno non ne mangia (l’Italia, che, se va bene, sarà ad 1/3 dell’inflazione tedesca).
Comunque il segno è chiaro: si esce dal QE, e l’euro si avvia al rafforzamento.
A questo primo segnale aggiungiamo le parole del Consigliere presidenziale per il commercio, Peter Navarro, che ha accusato la Germania di aver “Fortemente svalutato il proprio marco implicito”, “sfruttando così gli USA ed i propri partner”.
Un attacco in piena regola alla Germania ed alla Merkel, che sono stati definiti il maggiore ostacolo agli accordi commerciali USA-Europa. La Merkel ha risposto che “Non può cambiare la situazione sulla politica monetaria ” e “Non vuole influenzare il tasso di cambio dell’euro”.
Una vera e proprio dichiarazione di guerra. In questo conflitto noi rischiamo di fare la fine della carne da cannone: una rivalutazione dell’euro , come desiderato dagli USA, ridurrebbe si l’enorme avanzo commerciale tedesco, ma anche distruggerebbe in minore avanzo commerciale italiano, danneggiando l’unico elemento che ancora sostiene la nostra industria, l’export.
Il segnale inviato è stato molto preciso perfino nei termini utilizzati. Almeno in questa fase l’amministrazione USA concentra le responsabilità su un’unica parte, la Germania, vedendo negli altri paesi europei non dei complici, ma delle vittime.
Naturalmente le parole di Navarro e della Merkel hanno avuto impatto sui cambi, anche se molto diverso di intensità.
Gli USA ci han gettato un salvagente. Ora sta a noi afferrarlo.
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