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domenica 26 febbraio 2017

Follie PD per istituzionalizzare la Troika

di Movimento 5 Stelle Europa

Mentre i media tradizionali italiani commentano l'ennesima bufala sul Movimento 5 Stelle, il Parlamento europeo ha votato alcuni report che di fatto saranno l'architrave del futuro assetto istituzionale dell'UE. Si tratta di rapporti che hanno una valenza politica incredibile (che vengono camuffati come INI) e che di fatto portano all'istituzionalizzazione della Troika, inserendo quest'ultima in modo indelebile nel quadro giudico europeo.




Le relazioni contengono una serie di aspetti che fanno impressione per il modo in cui rinforzano i vincoli che stanno portando alla distruzione dell'Europa.

Una visione miope, folle, fuori dalla storia e dal contesto, creata ad arte per i prossimi incontri di Roma. Quelli per cui la cancelliera tedesca aveva proposto una finta "Europa a due velocità". Tutto è studiato per servire ad Angela Merkel su un piatto d'argento lo scalpo dei Paesi del Sud Europa e in generale la testa di tutti gli Stati in deficit.

È paradossale che uno di questi report sia a firma Mercedes Bresso, europarlamentare del PD (con Elmar Brok, uno dei fidati vassalli della Merkel) e che chieda l'immediata "integrazione delle pertinenti disposizioni del patto di bilancio nel quadro giuridico dell'UE" e "la piena attuazione dell'attuale quadro basato sul six-pack e del two-pack". Quindi d'integrare il Fiscal Compact nel quadro giuridico dell'Unione Europea. Solo tre giorni fa Matteo Renzi sosteneva di aver combattuto una battaglia in Europa e di voler cambiare le regole a tutti i costi: le spara ancora grosse.

Si parla nel "complesso dei tre report" di istituire un bilancio dedicato per la zona Euro, da finanziare non si sa bene con quali modalità e risorse, ma di sicuro non con trasferimenti di risorse dalle economie forti in surplus (che godono di una moneta tagliata su misura per la loro economia, leggasi Germania e Olanda) a sostegno delle aree depresse. Questa proposta è quindi il cavallo di Troia per ricattare sistematicamente i Paesi in difficoltà imponendo - in cambio di "aiuti" - condizionalità estremamente asfissianti con riforme strutturali e vari programmi di aggiustamento economico. Si insiste sul "normare" il trattamento riservato alla Grecia in termini di distruzione del welfare, precarizzazione del lavoro, impoverimento generale del popolo e privatizzazioni selvagge. Naturalmente sotto ricatto.

Si parla d'istituzionalizzare il MES - il mostruoso fondo salva-Stati di cui vi abbiamo già parlato - in varie forme: inserendolo direttamente nei trattati e quindi rendendolo "irreversibile". Oppure trasformarlo in un Fondo Monetario Europeo che erogherà aiuti imponendo riforme neoliberiste folli e anacronistiche, distruggendo di fatto il Paese che dovrà attuarle.

C'è addirittura la pretesa di creare ad hoc un super-ministro delle finanze per l'Eurozona, fondendo le figure del presidente dell'Eurogruppo e del commissario europeo agli affari economici e sociali. Fuori da qualsiasi controllo democratico questa figura diventerebbe lo spin-doctor del potere tecnocratico tedesco e avrebbe la facoltà d'imporre il rispetto religioso del patto di stabilità e crescita e, ancora, del Fiscal Compact.

Questa è la follia che i nostri politicanti ebbri del loro 40% alle ultime europee stanno imponendo all'Italia, in barba alla nostra Costituzione e a qualsiasi senso logico di appartenenza e fedeltà allo Stato italiano (e persino ai loro elettori). Dobbiamo fermarli prima che sia troppo tardi, ricordatevi di loro quando avrete l'occasione di mandarli tutti a casa.

Il Movimento 5 Stelle pretende un piano B sottolineando l'urgenza e la necessità di pianificare una dissoluzione concordata e ordinata dell'Eurozona (con tutti gli altri Stati membri) e adottando nel frattempo una procedura democratica e legale di recesso volontario dalla moneta unica, prima che l'UE venga travolta da una disintegrazione incontrollata.

Questi aspetti sono stati inseriti in una mozione alternativa (disponibile qui la traduzione in italiano) bocciata dalla maggioranza del Parlamento europeo e dagli europarlamentari italiani dell'establishment.

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