La Banca d'Italia oggi, infatti, si trova incastonata all'interno dell'impenetrabile sistema dell'Eurosistema che ha il suo fulcro centrale nella BCE e che risponde quindi alle norme internazionali che, oltretutto, prevedono incroci di partecipazioni alquanto intricati.
Chi ha decretato la fine della Banca d'Italia, così come noi la conoscevamo, è stato sicuramente il Decreto ImuBankitalia che ha legittimato rivalutazioni di quote proprietarie in capo a quelle Banche private che ne risultano proprietarie, delineando definitivamente l'accorpamento di Banca d'Italia all'interno del sistema Banche Euoropee che ruota attorno alla BCE. Dinanzi ad un Patrimonio valutabile intorno a 28 Miliardi di Euro con attivi intorno a 86,5 Miliardi ( la banca Centrale Giapponese può contare su attivi di 12000 Miliardi di Euro e la stessa BCE registra attivi intorno agli 8000 Miliardi di Dollari) si contrappone un Debito accumulato di circa 355 Miliardi di Euro corrispondente al Target2, dovuti a Banche non Italiane: un enorme debito cioè verso il sistema Bancario Europeo. Sarebbe difficile quindi per Banca d'Italia giocare un futuro ruolo da protagonista nel Sistema bancario Internazionale.
Chi ha decretato la fine della Banca d'Italia, così come noi la conoscevamo, è stato sicuramente il Decreto ImuBankitalia che ha legittimato rivalutazioni di quote proprietarie in capo a quelle Banche private che ne risultano proprietarie, delineando definitivamente l'accorpamento di Banca d'Italia all'interno del sistema Banche Euoropee che ruota attorno alla BCE. Dinanzi ad un Patrimonio valutabile intorno a 28 Miliardi di Euro con attivi intorno a 86,5 Miliardi ( la banca Centrale Giapponese può contare su attivi di 12000 Miliardi di Euro e la stessa BCE registra attivi intorno agli 8000 Miliardi di Dollari) si contrappone un Debito accumulato di circa 355 Miliardi di Euro corrispondente al Target2, dovuti a Banche non Italiane: un enorme debito cioè verso il sistema Bancario Europeo. Sarebbe difficile quindi per Banca d'Italia giocare un futuro ruolo da protagonista nel Sistema bancario Internazionale.
Ciò non si può dire invece per Cassa Depositi e Prestiti posseduta all'82% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e che in tutto e per tutto potrebbe fungere da Banca Pubblica, essendo già oggi il principale strumento di Credito per le Piccole e Medie Imprese (nel 2016 oltre 100 Miliardi di Finanziamenti elargiti) oltre a possedere importanti quote di partecipazioni di grandi Asset Nazionali quali Poste Italiane, Fincantieri, Eni, Saipem, Ansaldo, Acciaitalia, che potrebbero diventare l'asse portante di un sistema pubblico per il Governo dell'Economia. Si aggiunga a questo il fatto che CDP raccoglie e gestisce un patrimonio di circa 300 Miliardi che viene alimentato dai risparmiatori attraverso il risparmio Postale, assumendo per questo già ora le caratteristiche di Banca degli Italiani.
Cosa significa tutto questo? Significa che CDP potrebbe assumere un ruolo determinante nella ripresa di questo Paese, andando ad incidere in maniera determinante su un Enorme risparmio che potrebbe essere conseguito dallo Stato Italiano sulle somme relative agli interessi sul Debito Accumulato. Infatti CDP, così come già fa oggi la KFW tedesca, posseduta dalle regioni e dal Governo Federale di Germania, secondo quanto indicato dall'Art.123 del TUE: “il divieto di scoperto bancario e di altre forme di facilitazione creditizia in favore dei governi non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che…devono ricevere … dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati”, può determinare una rivoluzione in merito al modo in cui lo Stato Italiano si approvvigiona di liquidità presso la BCE.
Fino ad oggi lo Stato Italiano ha acquisito ed acquisisce liquidità da BCE attraverso il Sistema Bancario, ossia la BCE concede liquidità al sistema Bancario al tasso del 0,25%. Il Sistema bancario acquista successivamente Bot dallo Stato Italiano, Bot su cui lo Stato Italiano elargisce interessi fino al 5-6%, secondo la richiesta del Mercato secondario dei Titoli di Stato. Consideriamo che l'Italia paga ogni anno 100 miliardi circa di interessi sul Debito Pubblico, liquidità che non ha e per cui ogni anno si indebita con BCE.
Inserendo CDP in questo meccanismo, l'Italia andrebbe a Risparmiare tra glio 80 e i 90 miliardi a secondo dei tassi. Un'enormità, che da un valore aggiunto inestimabile all'Idea di dar vita ad una Banca Pubblica di Investimento da parte del M5S, se questa va a corrispondere con Cassa Depositi e Prestiti. Senza considerare che una Banca Pubblica così concepita può essere lo strumento ideale per gestire qualsiasi idea relativamente ad ipotesi di moneta parallela o complementare tipo i Certificati di Credito Fiscale od i Minibot, entrambe buonissime idee. Tutto ciò per buona pace di tutti coloro che si sono arrovellati il cervello per mesi chiedendo, a tamburo battente, ai poveri esponenti del M5S, da quali voci di spesa traevano la liquidità per coprire i 17 Miliardi di costo del Reddito di Cittadinanza.
A dimostrazione che quando la Politica lavora nell'interesse dei cittadini e non per l'esclusivo interesse delle Banche e della Finanza, si cominciano ad intravedere e a tracciare quelle vie d'uscita dalla crisi che per tanti anni qualcuno ha fatto finta di non scorgere, piegandosi ad un sistema che puntava ed ancor oggi punta all'impoverimento dei cittadini e al saccheggio dei loro patrimoni e del loro risparmio (in Italia tra i più alti al Mondo), da sempre obiettivo della grande finanza TecnoBancaria. Il 4 Marzo la scelta non è tra quelle che sono le forze Politiche in campo, ma sarà una scelta tra chi fin'ora ci ha venduti ad una Tecnocrazia Finanziaria senza scrupoli ( coloro che hanno Governato negli ultimi 25 Anni), che con questi meccanismi ha già piegato e sventrato la Grecia, e chi ci offre invece una via d'uscita per riprendere in mano la nostra vita ed il nostro futuro. Unico avvertimento: Vietato sbagliare!
A dimostrazione che quando la Politica lavora nell'interesse dei cittadini e non per l'esclusivo interesse delle Banche e della Finanza, si cominciano ad intravedere e a tracciare quelle vie d'uscita dalla crisi che per tanti anni qualcuno ha fatto finta di non scorgere, piegandosi ad un sistema che puntava ed ancor oggi punta all'impoverimento dei cittadini e al saccheggio dei loro patrimoni e del loro risparmio (in Italia tra i più alti al Mondo), da sempre obiettivo della grande finanza TecnoBancaria. Il 4 Marzo la scelta non è tra quelle che sono le forze Politiche in campo, ma sarà una scelta tra chi fin'ora ci ha venduti ad una Tecnocrazia Finanziaria senza scrupoli ( coloro che hanno Governato negli ultimi 25 Anni), che con questi meccanismi ha già piegato e sventrato la Grecia, e chi ci offre invece una via d'uscita per riprendere in mano la nostra vita ed il nostro futuro. Unico avvertimento: Vietato sbagliare!
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