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sabato 23 dicembre 2017

Il Lavoro al CENTRO del Programma 5 Stelle

di Vincenzo Cirigliano

E' l'argomento che più d'ogni altro appassiona e sta a cuore ai cittadini Italiani: il Lavoro. La Base degli Iscritti, che ha forgiato le linee guida del Programma M5S su questo sentitissimo tema, prende spunto da un assunto ed una presa d'atto che è sotto gli occhi di tutti: gli ultimi Governi non eletti, ma anche i precedenti Governi a guida Berlusconi, hanno puntigliosamente seguito le linee programmatiche disegnate da una  Unione Europea ben distante dal pensiero dei Padri Fondatori e che ha inteso il mondo del lavoro con la distorsione tipica dei principi globalizzatori, una vera e propria rivoluzione del pensiero sociale da sempre legato al liberismo e al Socialismo.




Il Lavoratore non più visto come un soggetto in capo al quale, al di la della mera funzione lavorativa, è ben definita un'ampia gamma di Diritti e tutele a salvaguardia della sua integrità e della sua dignità, ma un nuovo soggetto che si affaccia sulla scena sociale con una veste completamente asservita ai dogmi della Produttività, dettata dall'esigenza di mettere in competizione realtà mondiali della produzione che nascono da contesti completamente diversi sia in termini puramente di sistema sia in termini prettamente culturali.
Una nuova visione del Lavoratore che in una Unione Europea completamente votata ai dogmi di una moneta Unica sovranazionale, che in nessun caso consente svalutazioni competitive a protezione della competitività  delle produzioni nazionali,  per l'Italia ha reso percorribile  un'unica strada per evitare di essere aggredita dalla concorrenza degli stessi paesi europei e dei supercompetitivi  mercati emergenti: la svalutazione Salariale. Ecco allora che si sono fatte strada le politiche, fomentate da un'Europa che si muove all'insegna degli interessi dettati dall'alta finanza, di restrizione della domanda aggregata, particolarmente dure soprattutto nei Paesi Periferici Europei come l'Italia e che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad individuare con una terminologia che ben le rappresenta: Austerity.

Una politica che il M5S individua come la causa principale e devastante della situazione che oggi vivono i cittadini del Sud Europa ed in particolare dell'Italia, alla base del crollo degli investimenti pubblici, del blocco degli stipendi sia del settore privato che di quello pubblico, della riduzione della spesa sociale, in primis le pensioni, e dei redditi delle famiglie e soprattutto  alla base del crollo sistematico dei consumi. La crisi che stiamo attraversando contrariamente a quello che ci vogliono far credere i tecnocrati europei, non è una crisi dovuta all'enorme debito pubblico accumulato che porta il rapporto debito/pil oltre il 130% (pensate che in Giappone si viaggia al 236%), ma è una crisi di domanda fondamentalmente legata ai consumi interni dovuti alla mancanza di liquidità in tasca ai cittadini. Il debito pubblico paventato diventa solo il pretesto per tassare all'inverosimile, abbassare i salari, fare revisione della spesa di Stato con tagli indiscriminati alla Sanità al Sistema Pensionistico e al Welfare con lo scopo preciso, il vero interesse della grande finanza mondiale, di privatizzare ogni cosa dalla Sanità ai servizi comunali, dal Sistema Previdenziale alla gestione dell'Acqua. 

Il programma Lavoro del M5S taglia le catene di questa visione distorta e mette in campo politiche anticicliche dove lo Stato riprende il suo ruolo guida, riducendo l'orario di lavoro al di sotto delle 40 ore settimanali, andando verso i 4 giorni di lavoro settimanale "Incentivando la staffetta generazionale, come strumento di riduzione dell'orario del lavoratore vicino alla pensione, a fronte dell'assunzione di giovani, al fine di favorire l'occupazione giovanile e accompagnare i lavoratori anziani verso la pensione, garantendo un passaggio di conoscenze ed esperienze tra generazioni". Favorirà inoltre un diverso percorso di accesso alla Pensione "Garantendo la liberta' dei lavoratori di decidere, entro certi limiti, il livello di contribuzione e l'eta'/anzianita' di uscita dal lavoro, garantendo comunque l'accesso alla pensione con 41 anni di contributi versati a prescindere dall'eta' anagrafica ed estendendo le tutele previdenziali dei cosiddetti lavori USURANTI a categorie professionali oggi non incluse". 

E' inutile sottolineare che in questa nuova visione un ruolo centrale l'avrà il reddito di cittadinanza che prenderà in carico l'esistenza di ogni cittadino dal compimento della maggiore età agli ultimi giorni della sua esistenza terrena. Ogni giovane al compimento della maggiore età entra nel circuito dell'autosufficienza economica con un reddito di 780 Euro (la cosiddetta soglia di povertà) qualora non ha famiglia, rapportato chiaramente al reddito del suo nucleo familiare se parliamo di contesto familiare,  entrando in un sistema lavoro che sarà imperniato sulla revisione dei centri per l'Impiego, che assolveranno al compito di ricerca e di proposta di lavoro. Lo stesso è previsto per chi perde il posto di lavoro secondo tabelle di intervento progressivo così riassumibili (vedi tabella riassuntiva) a secondo dei componenti e del reddito del nucleo familiare.



















Tutte le pensioni minime saranno riportate a 780 Euro mensili, sempre rapportato ai componenti ed al reddito del nucleo familiare.
Non esisteranno più pensioni minime da fame a 450 Euro mensili, così come le conosciamo oggi, che calpestano in maniera evidente i principi Costituzionali che si richiamano alla Dignità Umana. 

All'interno delle Aziende inoltre per i lavoratori si favoriranno percorsi per "Avere dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione per discutere la strategia e le risorse aziendali (Es. Consigli di Sorveglianza come in Germania) , poter partecipare agli utili dell'azienda e poter partecipare a gruppi di miglioramento, composto da lavoratori, per l'innovazione organizzativa e la qualità del lavoro".

Non viene tralasciato il tema della rappresentanza sindacale dove "Il MoVimento 5 Stelle garantirà a tutti i lavoratori il diritto di poter eleggere le proprie rappresentanze sindacali e di essere eletti, con una competizione equa e aperta tra tutte le sigle dei lavoratori, indipendentemente dall’aver firmato l’accordo sindacale con le controparti. Si tratta in definitiva di applicare, finalmente, in modo compiuto l’articolo 39 della Costituzione sulla libera iniziativa sindacale."

Una vera e propria Rivoluzione per ridisegnare una Società meno diseguale, più inclusiva, con una reditribuzione ottimale della ricchezza, nell'intento di incentivare una maggior propensione al consumo delle classi medio basse rispetto a quelle più agiate, facendo sì che una ricchezza così distribuita porti a una più rapida crescita economica, per via dell’effetto moltiplicatore. Un nuovo concetto di Stato che risponde ai principi del dettato Costituzionale, che si muove all'interno delle Norme e dei diritti sanciti, rimettendo al centro del Sistema non unicamente il profitto ma la persona umana, i suoi bisogni e la qualità della sua vita, ridando un nuovo spessore interpretativo allo stesso concetto di vita così come evidenziava Sant'Agostino quando affermava “Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?”

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