Con un inatteso colpo di coda il ministro dell'Economia ha misconosciuto l'operato della collega di governo, di partito e di renzismo: "Ho appreso di questi specifici incontri dalla stampa"
“Io non ho autorizzato nessuno e nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione, la responsabilità (del settore bancario, ndr) è in capo al ministro delle Finanze che d’abitudine ne parla con il Presidente del Consiglio“. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione alla Commissione d’inchiesta sulle banche, ha così sparigliato le carte sul caso Etruria e sugli interessamenti dell’allora ministro delle Riforme per la popolare aretina di cui era azionista mentre il padre ne era consigliere di amministrazione prima e vicepresidente poi.
“Non ho mai autorizzato nessuno perché nessuno mi ha mai chiesto autorizzazioni”, ha aggiunto Padoan rispondendo alla domanda del senatore Andrea Augello (Idea) relativa agli incontri, definiti dallo stesso senatore “ricognizioni” che alcuni ministri hanno avuto con i vertici degli organi di vigilanza e delle banche, per avere informazioni o dare suggerimenti sugli istituti in crisi. Chiaro il riferimento a Maria Elena Boschi che in un primo momento, due anni fa, aveva garantito all’Aula di non essersi mai occupata della banca di famiglia.
Quando poi, negli ultimi sei mesi, è emerso come al contrario se ne sia attivamente interessata nel corso di colloqui con esponenti del sistema bancario, della vigilanza di Borsa e della stessa Bankitalia, la stessa ministra ha ricondotto la sua intensa attività all’alveo delle proprie prerogative.
Peccato che il titolare del dicastero a cui fanno capo le banche non abbia avallato la sua linea. Anzi. Con un inatteso colpo di coda Padoan ha rincarato la dose misconoscendo l’operato della collega di governo, di partito e di renzismo. Io “ho appreso di questi specifici incontri dalla stampa”, ha detto. “Non ho mai autorizzato nessuno a parlare con altri di questioni bancarie né ho richiesto che persone o membri del governo che avessero contatti con esponenti del mondo bancario, venissero a riferire a me”, ha aggiunto precisando di non aver mai incontrato né Pier Luigi Boschi, né l’ex dominus patron di Veneto banca, Vincenzo Consoli.
Non solo. Il ministro ha anche ridimensionato una volta per tutte lo sventolato ruolo governativo nel commissariamento di Etruria tanto accarezzato sia da Renzi che dalla Boschi. “La proposta di commissariamento – ha sottolineato Padoan – è arrivata a Bankitalia. Il contributo (del ministero dell’Economia, ndr) è stato quello di recepire questa cosa”. In questi casi “il governo concorda con l’idea di commissariare e quindi approva”. Un ruolo ben diverso, quindi, da quello di protagonisti rivendicato dall’ex premier e dalla ministra aretina.
Nessun contatto specifico, poi, con l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, per una possibile integrazione tra la banca milanese ed Etruria. “In questi anni – ha ricordato il ministro – la gestione delle crisi è stata resa più difficile dal fatto che gli strumenti tradizionali non erano più disponibili. Una strategia è stata quella di risolvere i problemi di banche in difficoltà anche attraverso l’intervento di istituti che non lo erano ed erano molto più efficienti. Nel caso delle Venete per esempio c’è stato l’intervento di Intesa SanPaolo. In un contesto del genere – ha confermato – il ministro dell’Economia ha continue opportunità di interazione con manager bancari”, ma non c’è stato alcun contatto diretto con Ghizzoni su Banca Etruria.
fonte: Il Fatto Quotidiano
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