di Giorgio Cremaschi
Jeff Bezos è l'uomo più ricco del mondo, l'ultimo rendiconto ufficiale sul suo patrimonio netto lo fa ammontare a 90 miliardi di euro più o meno. Questa montagna di soldi l'ha accumulata con Amazon, di cui è fondatore e proprietario.
Amazon si presenta con spot pubblicitari buoni e compassionevoli, verso i bambini, i disagiati, gli animali di casa, per tutti c'è un prodotto utile che può essere consegnato a chi lo ha richiesto in poco tempo. Al prezzo di una organizzazione del lavoro e di uno sfruttamento da schiavi.
I 4000 dipendenti del grande magazzino di Piacenza della multinazionale sono scesi in sciopero contro questa oppressione infame. Lo stesso hanno fatto i loro colleghi di Germania.
In Gran Bretagna Alan Selby, giornalista del Mirror, ha lavorato in incognito nel più grande centro di Amazon in quel paese e ha raccontato la sua terribile esperienza. Salari di fame e 55 ore di lavoro a settimana, per turni devastanti dove si deve correre tra gli scaffali per trovare, confezionare, consegnare prodotti. Si sviene e arrivano le ambulanze e se non si torna presto al lavoro con il rendimento giusto si viene licenziate. I lavoratori sono bestiame al servizio dei robot ha sintetizzato Selby.
Il padrone e fondatore di IKEA si chiama Ingvar Kartman, in gioventù è stato nazista, ora ha superato i novant'anni e ha lasciato la gestione del gruppo ai figli. Assieme sono una delle famiglie più ricche del mondo, che ha abbandonato la Svezia per pagare meno tasse in Svizzera.
Anche IKEA fa pubblicità simpatiche e progressiste, a favore di tutti i tipi di famiglie.
Le sue dipendenti però la famiglia fanno fatica anche a vederla. Una madre di due figli, uno dei quali disabile, è stata licenziata a Milano perché non poteva fare fronte ad un cambio di turni che le rendeva impossibile occuparsi dei suoi figli. Questo atto feroce non è un caso isolato, ci ha pensato la stessa azienda a chiarire che esso è parte di un sistema organico di vessazione del lavoro. Infatti neanche una settimana dopo a Bari IKEA ha licenziato un dipendente per un ritardo di 5 minuti. E altri soprusi simili stanno finalmente venendo alla luce.
John Elkann è l'ultimo padrone della FIAT, ora FCA, erede e socio della grande e numerosa famiglia miliardaria, anch'essa indisponibile a pagare le tasse nel suo paese. La gestione concreta del gruppo come si sa è affidata a Marchionne, che ha aumentato enormemente i guadagni suoi ed i profitti della famiglia. Nel 2019 l'amministratore delegato se ne andrà, ma la famiglia Agnelli continuerà ad accumulare miliardi. Lo ha sempre fatto, anche quando la Fiat non vendeva un'auto. I profitti di famiglia, sono sempre stati la sola rigidità del'impresa, tutto il resto è sempre stato flessibile, il lavoro prima di tutto. Oggi poi la flessibilità è in tempo reale. Così alla fine di ottobre la FCA di Cassino ha lasciato a casa 530 operai assunti a termine, con un semplice SMS. Perché sprecare un colloquio, una parola per delle merci sostituibili in qualsiasi momento?
Che questo sono e così vengono trattati i lavoratori di FCA.
Questi supermiliardari sono vezzeggiati ed incensati dai mass media e dagli intellettuali di regime. La politica si prostra ai loro piedi. Così Bezos e compagnia controllano il mondo e le nostre vite. Essi sono straricchi perché in tanti sono poveri e sfruttati
fonte: l'AntiDiplomatico
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