di Giuseppe Palma
Il martellamento mediatico del Governo Renzi e del Partito Democratico, ben supportati dalla stampa e dalle TV di regime, è ormai un evento quotidiano: C’E’ LA RIPRESA!
Se da un lato è certamente innegabile che per il 2015 il PIL crescerà di un misero zero virgola, dall’altro è sicuramente imbarazzante parlare di Italia che riparte o che addirittura accelera!
MA VEDIAMO I DATI:
Nel 2007, cioè prima della crisi, il tasso di disoccupazione era al 6,5% mentre il PIL, negli ultimi sei anni (2002-2007), aveva registrato – in media – un incremento dell’1,37% (Fonte: Database AMECO-Commissione Europea).
Oggi, dopo 7 anni di falcidiante crisi economica, la disoccupazione è balzata al 13,7% (dato relativo all’anno 2014), mentre il PIL ha registrato una perdita – dal 2008 al 2014 – di ben 9,8 punti percentuali (Fonte: Database AMECO-Commissione Europea). Un vero e proprio massacro!
Ultimi Post
mercoledì 30 settembre 2015
Papa Francesco in U.S.A: verso uno sviluppo sostenibile
La prima volta che un Papa parla al Congresso Usa, con un discorso in inglese, il più lungo finora di Papa Bergoglio. Papa Francesco incanta opinione pubblica e autorità, toccando anche temi scottanti come la pedofilia tra i sacerdoti. Senza dimenticare l’ambiente, dopo l’enciclica Laudato Si. Impossibile non parlare di Cuba ed embargo, dopo la visita nell’isola dei giorni scorsi e il saluto a Fidel Castro.
“Auspico che tutti gli uomini e le donne di buona volontà di questa grande e prospera Nazione sostengano gli sforzi della comunità internazionale per proteggere i più deboli nel nostro mondo e di promuovere modelli integrali e inclusivi di sviluppo, così che i nostri fratelli e sorelle ovunque possano conoscere la benedizione della pace e della prosperità che Dio desidera per tutti i suoi figli”, ha detto Bergoglio.
Ad ascoltarlo ci sono anche una suora progressista, un vescovo anglicano omosessuale e due transgender, anche se Papa Francesco sottolinea più volte il ruolo della famiglia tradizionale.
martedì 29 settembre 2015
Die Welt: in Germania ( la Locomotiva Europea ), un tedesco su 6 non arriva più alla fine del mese
L’ufficio federale di statistica tedesco ha pubblicato dati allarmanti. Il rischio di impoverimento non è mai stato così alto. Addirittura 3,1 milioni di lavoratori guadagnano così poco da scivolare al di sotto della soglia di povertà. Il rischio di povertà è sensibilmente maggiore tra le donne che tra gli uomini. Per circa la metà dei colpiti (1,5 milioni), già una vacanza di 1 settimana all’anno fuori casa non rientra nelle possibilità. Quasi 600.000 poveri hanno rinunciato ad una autovettura propria perché non se la possono permettere. Questi dati si basano sulle indagini delle famiglie. «Il numero di lavoratori che con il loro reddito stanno appena sotto o appena sopra la soglia per le prestazioni Hartz-IV è spaventosamente alta», ha detto al giornale la presidente della Vdk (Sozial Verband Vdk Deutschland), Ulrike Mascher. Per molte di queste famiglie il sussidio è evidentemente insufficiente per superare in un certo qual modo le difficoltà. La responsabile delle politiche sul mercato del lavoro dei Linke, Sabine Zimmermann, chiede un rapido aumento del salario minimo a 10 euro.
Per combattere il trend negativo serve inoltre, secondo la Zimmermann, introdurre dei limiti nei rapporti di lavoro, come anche arginare o abolire il lavoro interinale e i Minijob. Un’occhiata alle statistiche svela anche come ci siano grosse differenze regionali. Nel 2013 il rischio povertà era chiaramente più alto dellaGermania Orientale che nella ex Repubblica Federale. Il numero delle persone a rischio è del 19,8% nei nuovi Land e del 14,4% nella Germaniaoccidentale, chiaramente superiore rispetto al valore degli anni scorsi. L’ufficio di statistica presenta i dati sul rischio di povertà sulla base del censimento del 2005. Da allora gli indici di povertà dell’est e dell’ovest si sono certamente avvicinati, tuttavia la minaccia della povertà rimane sensibilmente più alta nella Germania orientale. Nel 2005 il 20,4% dei tedeschi dell’est e il 13,2% dei tedeschi dell’ovest era ritenuto a rischio di povertà.
Per combattere il trend negativo serve inoltre, secondo la Zimmermann, introdurre dei limiti nei rapporti di lavoro, come anche arginare o abolire il lavoro interinale e i Minijob. Un’occhiata alle statistiche svela anche come ci siano grosse differenze regionali. Nel 2013 il rischio povertà era chiaramente più alto dellaGermania Orientale che nella ex Repubblica Federale. Il numero delle persone a rischio è del 19,8% nei nuovi Land e del 14,4% nella Germaniaoccidentale, chiaramente superiore rispetto al valore degli anni scorsi. L’ufficio di statistica presenta i dati sul rischio di povertà sulla base del censimento del 2005. Da allora gli indici di povertà dell’est e dell’ovest si sono certamente avvicinati, tuttavia la minaccia della povertà rimane sensibilmente più alta nella Germania orientale. Nel 2005 il 20,4% dei tedeschi dell’est e il 13,2% dei tedeschi dell’ovest era ritenuto a rischio di povertà.
A breve lo sciopero, grazie a Renzi, diventerà un reato
- di Diego Fusaro –
Una volta scioperare era un diritto, ma vedrete che presto diventerà un reato. I dipendenti del Colosseo scioperano per gli straordinari non pagati e il governo Renzi, nel giro di poche ore, reagisce con un decreto punitivo. Il sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu, in un tweet, evoca addirittura il codice penale. L’assemblea dei lavoratori, secondo lei, è un reato ma… in senso lato.
Io non credo ai lapsus, credo alla storia. E la storia ci dice che il diritto di sciopero farà la fine dell’articolo 18.
L’obiettivo, nemmeno troppo segreto, è proprio quello: toglierci tutto, un po’ alla volta, quasi senza che ce ne accorgiamo. E farci arretrare di kilometri. Il capitale vince sempre, se non incontra resistenza nella società civile.
Una volta scioperare era un diritto, ma vedrete che presto diventerà un reato. I dipendenti del Colosseo scioperano per gli straordinari non pagati e il governo Renzi, nel giro di poche ore, reagisce con un decreto punitivo. Il sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu, in un tweet, evoca addirittura il codice penale. L’assemblea dei lavoratori, secondo lei, è un reato ma… in senso lato.
Io non credo ai lapsus, credo alla storia. E la storia ci dice che il diritto di sciopero farà la fine dell’articolo 18.
L’obiettivo, nemmeno troppo segreto, è proprio quello: toglierci tutto, un po’ alla volta, quasi senza che ce ne accorgiamo. E farci arretrare di kilometri. Il capitale vince sempre, se non incontra resistenza nella società civile.
lunedì 28 settembre 2015
Legge bavaglio, il Parlamento espropriato
di Stefano Rodotà
Vi è un filo tenace che lega le norme già approvate sui controlli a distanza dei lavoratori e quelle che si annunciano sulle intercettazioni telefoniche. In entrambi i casi siamo di fronte ad interventi che incidono su diritti fondamentali delle persone. In entrambi i casi è il governo che ha il potere finale di decidere in materie così delicate. Bisogna seguire con attenzione vicende come queste per comprendere come stiano cambiando le nostre istituzioni. E non farsi soltanto fuorviare dalle non edificanti schermaglie intorno alle modalità di elezioni del Senato.
Il meccanismo messo a punto è molto semplice. Il Governo chiede ed ottiene dal Parlamento una delega per regolare questioni della massima importanza, che riguardano la vita delle persone e i caratteri che viene assumendo la stessa democrazia. Le apparenze sono quelle di un pieno rispetto della legalità costituzionale. La sostanza è quella di un suo non indifferente svuotamento. La Costituzione, infatti, prevede che il Parlamento possa delegare al Governo potere normativo, in base però a precisi principi e criteri direttivi che esso stesso individua. La voce del Parlamento torna poi a farsi sentire quando è chiamato ad esprimere un parere, sia pure non vincolante, sui decreti predisposti dal Governo.
Vi è un filo tenace che lega le norme già approvate sui controlli a distanza dei lavoratori e quelle che si annunciano sulle intercettazioni telefoniche. In entrambi i casi siamo di fronte ad interventi che incidono su diritti fondamentali delle persone. In entrambi i casi è il governo che ha il potere finale di decidere in materie così delicate. Bisogna seguire con attenzione vicende come queste per comprendere come stiano cambiando le nostre istituzioni. E non farsi soltanto fuorviare dalle non edificanti schermaglie intorno alle modalità di elezioni del Senato.
Il meccanismo messo a punto è molto semplice. Il Governo chiede ed ottiene dal Parlamento una delega per regolare questioni della massima importanza, che riguardano la vita delle persone e i caratteri che viene assumendo la stessa democrazia. Le apparenze sono quelle di un pieno rispetto della legalità costituzionale. La sostanza è quella di un suo non indifferente svuotamento. La Costituzione, infatti, prevede che il Parlamento possa delegare al Governo potere normativo, in base però a precisi principi e criteri direttivi che esso stesso individua. La voce del Parlamento torna poi a farsi sentire quando è chiamato ad esprimere un parere, sia pure non vincolante, sui decreti predisposti dal Governo.
Il silenzio dello Stato scandaloso, quanto la bocciatura alla Procura nazionale antimafia
di Giorgio Bongiovanni.
"I centocinquanta chili di tritolo per uccidere Nino Di Matteo? Non si trovano, le ricerche non hanno dato esito. Sicuri che esistono?". Nessuno lo ha detto direttamente ma non sono mancati i "perbenisti" e "benpensanti" che hanno parlato di "psicosi dilagante" fatta di continui allarmi "il cui protrarsi da alcuni anni può indurre al dubbio" sul rischio che il magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia corre da quando il Capo dei capi, Totò Riina, ha lanciato i suoi strali di morte dal carcere "Opera" di Milano.
Cosa diranno oggi che un nuovo pentito, l'ex boss di Borgo Vecchio Francesco Chiarello, conferma in qualche modo quanto riferito dai collaboratori di giustizia Vito Galatolo, Antonino Zarcone e Carmelo D'Amico? Forse che Nino Di Matteo "si è fatto il pentito da solo". Ce lo aspettiamo da un momento all'altro che qualcuno, qualche "mente raffinatissima", qualche oscuro potente, "giovane rampante" o "vecchio saggio", dica che "il pm della trattativa si crea pentiti a suo uso e consumo".
"I centocinquanta chili di tritolo per uccidere Nino Di Matteo? Non si trovano, le ricerche non hanno dato esito. Sicuri che esistono?". Nessuno lo ha detto direttamente ma non sono mancati i "perbenisti" e "benpensanti" che hanno parlato di "psicosi dilagante" fatta di continui allarmi "il cui protrarsi da alcuni anni può indurre al dubbio" sul rischio che il magistrato che indaga sulla trattativa Stato-mafia corre da quando il Capo dei capi, Totò Riina, ha lanciato i suoi strali di morte dal carcere "Opera" di Milano.
Cosa diranno oggi che un nuovo pentito, l'ex boss di Borgo Vecchio Francesco Chiarello, conferma in qualche modo quanto riferito dai collaboratori di giustizia Vito Galatolo, Antonino Zarcone e Carmelo D'Amico? Forse che Nino Di Matteo "si è fatto il pentito da solo". Ce lo aspettiamo da un momento all'altro che qualcuno, qualche "mente raffinatissima", qualche oscuro potente, "giovane rampante" o "vecchio saggio", dica che "il pm della trattativa si crea pentiti a suo uso e consumo".
domenica 27 settembre 2015
Il primo Ministro meno eletto del Mondo attacca la Costituzione
di Pino Cabras
Ecco lo spettacolo assurdo: sono stati eletti con una legge incostituzionale, il Porcellum, e quindi non possono pensare nemmeno alla lontana di rappresentare correttamente il corpo elettorale, né sono legittimati a manomettere la Costituzione. Eppure fanno proprio questo.
Fanno strame della Costituzione muovendosi dentro un orizzonte ristretto, in stanze chiuse e delegittimate, con discussioni e compromessi bizantini. E ci tocca sentire Maria Elena Boschi mentre dice che il popolo aspetta da 70 anni la riforma della Costituzione (che ha 67 anni).
Al di là dell'anacronismo idiota, è la prova definitiva che queste personalità non hanno rispetto alcuno verso una costituzione che fu scritta usando parole semplici ma con una discussione sottostante molto complessa, di più, ricca, un capolavoro di ponderatissima ingegneria istituzionale.
Ecco lo spettacolo assurdo: sono stati eletti con una legge incostituzionale, il Porcellum, e quindi non possono pensare nemmeno alla lontana di rappresentare correttamente il corpo elettorale, né sono legittimati a manomettere la Costituzione. Eppure fanno proprio questo.
Fanno strame della Costituzione muovendosi dentro un orizzonte ristretto, in stanze chiuse e delegittimate, con discussioni e compromessi bizantini. E ci tocca sentire Maria Elena Boschi mentre dice che il popolo aspetta da 70 anni la riforma della Costituzione (che ha 67 anni).
Al di là dell'anacronismo idiota, è la prova definitiva che queste personalità non hanno rispetto alcuno verso una costituzione che fu scritta usando parole semplici ma con una discussione sottostante molto complessa, di più, ricca, un capolavoro di ponderatissima ingegneria istituzionale.
Sanciamo la fine degli scioperi " Passerella " che rasentano la " farsa "
di Daniele Mallamaci.
È in corso a Bologna uno dei più importanti scioperi degli ultimi decenni in Italia. Si tratta però d'uno sciopero diverso dai soliti, sia per i protagonisti coinvolti che per il metodo da loro adottato.
Quello bolognese, infatti, non è uno sciopero-spettacolo ma uno sciopero-battaglia.
Quanti scioperi ai quali nella nostra vita abbiamo assistito - attivi o passivi - si sono infine rivelati null'altro che uno spettacolo, concludendosi senza che nemmeno una delle rivendicazioni avanzate dagli scioperanti venisse accettata dalla controparte, fosse essa il governo nazionale, un'azienda straniera o un datore di lavoro italiano?
Come lo sciopero del 2002, con tanto di mega-manifestazione al Circo Massimo: a Roma, l'allora segretario del più grosso sindacato italiano deplorò la prospettata riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e mentre lui oggi è un parlamentare europeo lautamente stipendiato, i governi Monti e Renzi (entrambi appoggiati dal partito di maggioranza da lui pure fondato e tardivamente abbandonato) hanno definitivamente neutralizzato lo Statuto, facendo impennare la disoccupazione e precipitare i salari.
O come l'ultimo, partecipatissimo, dibattutissimo sciopero nella scuola contro la renziana riforma della "Buona Scuola" di pochi mesi fa, poi diventata comunque legge dello Stato e addirittura in vigore da quest'anno scolastico, pronta subito a pesare negativamente sulla qualità della didattica offerta agli alunni e ancor di più sulle condizioni di lavoro degli insegnanti.
È in corso a Bologna uno dei più importanti scioperi degli ultimi decenni in Italia. Si tratta però d'uno sciopero diverso dai soliti, sia per i protagonisti coinvolti che per il metodo da loro adottato.
Quello bolognese, infatti, non è uno sciopero-spettacolo ma uno sciopero-battaglia.
Quanti scioperi ai quali nella nostra vita abbiamo assistito - attivi o passivi - si sono infine rivelati null'altro che uno spettacolo, concludendosi senza che nemmeno una delle rivendicazioni avanzate dagli scioperanti venisse accettata dalla controparte, fosse essa il governo nazionale, un'azienda straniera o un datore di lavoro italiano?
Come lo sciopero del 2002, con tanto di mega-manifestazione al Circo Massimo: a Roma, l'allora segretario del più grosso sindacato italiano deplorò la prospettata riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e mentre lui oggi è un parlamentare europeo lautamente stipendiato, i governi Monti e Renzi (entrambi appoggiati dal partito di maggioranza da lui pure fondato e tardivamente abbandonato) hanno definitivamente neutralizzato lo Statuto, facendo impennare la disoccupazione e precipitare i salari.
O come l'ultimo, partecipatissimo, dibattutissimo sciopero nella scuola contro la renziana riforma della "Buona Scuola" di pochi mesi fa, poi diventata comunque legge dello Stato e addirittura in vigore da quest'anno scolastico, pronta subito a pesare negativamente sulla qualità della didattica offerta agli alunni e ancor di più sulle condizioni di lavoro degli insegnanti.
sabato 26 settembre 2015
Sensazionale!! La truffa del SIGNORAGGIO confermata da una tesi discussa in pieno esame universitario ( VIDEO )
-di Daniele Di Luciano-
Fabio Maggiore si è laureato con voto 104. Come scrive nella descrizione del video che ha intelligentemente caricato su Youtube, il silenzio durante una discussione di laurea è assenso.
Qualche mese fa anche Daniele Di Filippo, uno degli admin di Lo Sai, si è laureato in Scienze Politiche con una tesi sul signoraggio, all’Università di Teramo.
Se l’esposizione della più grande truffa economica di tutti i tempi fosse una bufala come scrivono alcuni giornali, i professori sarebbero rimasti per venti minuti ad ascoltare i deliri di un “complottista” durante una discussione di laurea?
Siamo seri. Questa è l’ennesima dimostrazione che la causa della crisi è la moneta emessa a debito, che la soluzione è la proprietà popolare della moneta e che chi si ostina a negarlo è complice dei banchieri criminali.
ALTRO CHE TAGLI, RENZI AUMENTA LE TASSE: ARRIVA UNA STANGATA DA 107 MILIARDI DI €, ECCO LE PROVE!
Le imposte dirette, come Irpef e Ires, saliranno del 14% mentre quelle indirette, come l’Iva, del 18%: cittadini e imprese pagheranno 81 miliardi di euro in più di tasse, a cui si aggiungono i 23 miliardi aggiuntivi di oneri previdenziali e assicurativi. La pressione fiscale, di conseguenza, salirà fino al 44% mentre sprechi e spesa improduttiva dello Stato continueranno a crescere: le uscite ammonteranno in totale a 866 miliardi di euro, 40 miliardi in più rispetto ad oggi. Altro che tagli, il Governo mantiene i privilegi e aumenta le tasse!
venerdì 25 settembre 2015
Papa Francesco: No alla pena di morte e stop al commercio di armi.
Nel primo discorso in assoluto di un papa al Congresso americano, papa Francesco, accolto da una standing ovation di tre minuti, ha chiesto subito l'abolizione della pena di morte. "Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini".
Papa Francesco ha chiesto anche di fermare il commercio di armi. Per il pontefice "armi mortali sono vendute a coloro che pianificano d'infliggere indicibili sofferenze a individui e società […] semplicemente per denaro, intriso di sangue, spesso innocente".
Papa Francesco ha chiesto anche di fermare il commercio di armi. Per il pontefice "armi mortali sono vendute a coloro che pianificano d'infliggere indicibili sofferenze a individui e società […] semplicemente per denaro, intriso di sangue, spesso innocente".
IN GERMANIA STA FORSE PER ACCADERE QUALCOSA, QUALCOSA CHE SCUOTERA’ IL MONDO ?
theeconomiccollapseblog.com
Sta forse per accadere qualcosa in Germania, qualcosa che scuoterà il mondo intero? Secondo alcune informazioni riservate di cui sono venuto a conoscenza poco tempo fa, sarebbe davvero imminente un grande evento finanziario che riguarda la Germania. Ora, quando dico imminente, non intendo dire domani. Credo però che siamo entrati in uno di quei momenti del tempo che presenta tutte le condizioni perché si ripeta un’altra Lehman Brothers.
La gran parte degli osservatori tende a considerare la Germania come quel baluardo che tiene economicamente insieme tutta l’Europa; ma la verità è che sotto la sua superficie fermentano grosse difficoltà.
Renzi il Rottamatore? No, Renzi il Compratore
E’ entrata nel vivo la discussione in Senato sulla “riforma costituzionale”. E’ ormai evidente, almeno alla parte ancora consapevole e pensante dei cittadini, che gli esiti dello scontro in atto costituiranno uno snodo decisivo nella storia della Repubblica…
– di Filippo Ronchi –
– di Filippo Ronchi –
Quello portato avanti da Renzi e dalla sua banda è un pericoloso tentativo di instaurazione di un regime liberista autoritario, che trova il suo blocco sociale di riferimento nel padronato della Confindustria ed in quello ancor più oltranzista alla Marchionne, negli speculatori finanziari alla Davide Serra e nell’ apparato partitico – burocratico- assistenziale parassitario del PD o ruotante attorno al PD. Le ultime occasioni di voto (europee, amministrative) hanno ampiamente dimostrato, peraltro, che questo blocco non rappresenta affatto le aspirazioni della “maggioranza” degli Italiani, poiché raccoglie non più del 22-25% a livello di elettorato complessivo, considerando il dilagante astensionismo, le schede bianche o nulle, le preferenze raccolte dalle opposizioni ancora in piedi. Cerchiamo quindi di focalizzare alcuni aspetti essenziali che rendono la situazione particolarmente grave.
giovedì 24 settembre 2015
DOVETE MORIRE PRIMA. ADESSO NON E’ PIU’ UNA BATTUTA
DI SERGIO CARARO contropiano.org
Il progetto di riduzione del capitale umano in eccedenza (ossia le persone in carne ed ossa) ha fatto un altro passo in avanti. Prima l’innalzamento dell’età pensionabile e adesso la riduzione drastica degli standard sanitari, non possono che produrre quell’abbassamento dell’aspettativa di vita che tante preoccupazioni suscita tra i tecnocrati del Fmi, dell’Ocse e dell’Unione Europea. Qualcosa lo avevamo intuito negli anni scorsi leggendo tra le righe documenti e ragionamenti che provenivano da quegli ambienti. Ma adesso quella che sembrava “fiction” sta diventando realtà.
Il Ministero ha presentato ieri ai sindacati dei medici una lunga lista di prestazioni sotto la lente con annesso il parere del Consiglio Superiore di Sanità. Queste prestazioni, se ritenute non necessarie, saranno a pagamento da parte degli utenti, e se ritenute “inappropriate” prevederanno sanzioni contro i medici che le hanno prescritte.
Quanto i Sindacati sono estranei alla truffa di Sistema ai danni dei Lavoratori?
di Fabio Lugano
Dal 1870 con le prime “leghe di resistenza” e la prima Camera del Lavoro al 1970 con uno degli Statuti dei Lavoratori fra i più avanzati al mondo: per 1 secolo le condizioni dei lavoratori sono via via migliorate.
Poi dalla seconda metà degli anni 70 il processo si è invertito, perché?
Perché si sono invertite le idee di base su cui impostare l’economia, dall’economia Mista Keynesiana siamo tornati al Neoliberismo e tutto è partito con le idee: 1974 Nobel a Hayek e 1976 a Friedman, gli araldi del Neoliberismo.
i grandi Segretari del passato sono solo un ricordo
Essi sostengono che la crisi dovuta in realtà all’aumento repentino del costo del petrolio sia in realtà dovuta allo Stato cattivo, che con il suo intervento impedisce alla divina “mano invisibile” di Smith di risolvere tutti i problemi, peccato che il liberismo puro e senza regole avesse già dato ampia prova dei suoi effetti nella prima metà del secolo, con ben 2 guerre mondiali all’attivo.
Dal 1870 con le prime “leghe di resistenza” e la prima Camera del Lavoro al 1970 con uno degli Statuti dei Lavoratori fra i più avanzati al mondo: per 1 secolo le condizioni dei lavoratori sono via via migliorate.
Poi dalla seconda metà degli anni 70 il processo si è invertito, perché?
Perché si sono invertite le idee di base su cui impostare l’economia, dall’economia Mista Keynesiana siamo tornati al Neoliberismo e tutto è partito con le idee: 1974 Nobel a Hayek e 1976 a Friedman, gli araldi del Neoliberismo.
i grandi Segretari del passato sono solo un ricordo
Essi sostengono che la crisi dovuta in realtà all’aumento repentino del costo del petrolio sia in realtà dovuta allo Stato cattivo, che con il suo intervento impedisce alla divina “mano invisibile” di Smith di risolvere tutti i problemi, peccato che il liberismo puro e senza regole avesse già dato ampia prova dei suoi effetti nella prima metà del secolo, con ben 2 guerre mondiali all’attivo.
mercoledì 23 settembre 2015
CRISI? MECCANISMO DI MANIPOLAZIONE E DI ESPROPRIO DEI RISPARMI
di Daniele Di Luciano -
La crisi è il termine che utilizzano i burattinai della finanza per manipolare i cittadini e derubarli dei loro risparmi.
Sono le parole di Bruno Amoroso, economista, professore emerito dell’Università di Roskilde (Danimarca) e autore del libro “Euro in bilico, Lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale“.
Considerando la disponibilità del professore e la sua onestà intellettuale, mi sono anche permesso di chiedergli informazioni sul discorso del signoraggio bancario e sulle teorie di Auriti. Amoroso, non solo conosceva Auriti, non solo si è mostrato in accordo con il discorso del signoraggio ma, alla domanda: “Si può uscire dalla crisi senza prima riappropriarsi della sovranità monetaria?” Lui risponde “Assolutamente no.”
La conferma, per gli scettici, che la truffa del signoraggio bancario non solo è reale ma se non la si risolve (togliendo il diritto di emettere moneta alla banche centrali) non si uscirà dalla crisi!
Ecco il video:
La crisi è il termine che utilizzano i burattinai della finanza per manipolare i cittadini e derubarli dei loro risparmi.
Sono le parole di Bruno Amoroso, economista, professore emerito dell’Università di Roskilde (Danimarca) e autore del libro “Euro in bilico, Lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale“.
Considerando la disponibilità del professore e la sua onestà intellettuale, mi sono anche permesso di chiedergli informazioni sul discorso del signoraggio bancario e sulle teorie di Auriti. Amoroso, non solo conosceva Auriti, non solo si è mostrato in accordo con il discorso del signoraggio ma, alla domanda: “Si può uscire dalla crisi senza prima riappropriarsi della sovranità monetaria?” Lui risponde “Assolutamente no.”
La conferma, per gli scettici, che la truffa del signoraggio bancario non solo è reale ma se non la si risolve (togliendo il diritto di emettere moneta alla banche centrali) non si uscirà dalla crisi!
Ecco il video:
Fonte: www.losai.eu
Perché l'Italia può e deve uscire dall'euro
di Luciano Gallino.
L'ITALIA ha due buoni motivi per uscire dall'euro, un tema di cui si parla ormai in tutta Europa (Germania compresa). Il primo è che, sovrapponendosi alle debolezze strutturali della nostra economia, l'euro si è rivelato una camicia di forza idonea solo a comprimere i salari, peggiorare le condizioni di lavoro, tagliare la spesa per la protezione sociale, soffocare la ricerca, gli investimenti e l'innovazione tecnologica e, alla fine, rendere impossibile qualsiasi politica progressista.
Risultato: otto anni di recessione, che hanno provocato la perdita di quasi 300 miliardi di Pil al 2014 rispetto alle previsioni del 2007; 25% di produzione industriale in meno, un mercato del lavoro di cui è difficile dire quale sia l'aspetto peggiore fra tre milioni di disoccupati, tre-quattro di precari e due o tre di occupati in nero. Grazie ai quali l'Italia detiene il primato dell'economia sommersa tra i Paesi sviluppati, pari al 27% del Pil e circa 200 miliardi di redditi non dichiarati. I costi economici e sociali dell'euro superano i vantaggi.
L'ITALIA ha due buoni motivi per uscire dall'euro, un tema di cui si parla ormai in tutta Europa (Germania compresa). Il primo è che, sovrapponendosi alle debolezze strutturali della nostra economia, l'euro si è rivelato una camicia di forza idonea solo a comprimere i salari, peggiorare le condizioni di lavoro, tagliare la spesa per la protezione sociale, soffocare la ricerca, gli investimenti e l'innovazione tecnologica e, alla fine, rendere impossibile qualsiasi politica progressista.
Risultato: otto anni di recessione, che hanno provocato la perdita di quasi 300 miliardi di Pil al 2014 rispetto alle previsioni del 2007; 25% di produzione industriale in meno, un mercato del lavoro di cui è difficile dire quale sia l'aspetto peggiore fra tre milioni di disoccupati, tre-quattro di precari e due o tre di occupati in nero. Grazie ai quali l'Italia detiene il primato dell'economia sommersa tra i Paesi sviluppati, pari al 27% del Pil e circa 200 miliardi di redditi non dichiarati. I costi economici e sociali dell'euro superano i vantaggi.
lunedì 21 settembre 2015
Colosseo, Renzi in crisi contro i diritti dei lavoratori. E’ ora di reagire
La reazione del governo Renzi contro l’assemblea sindacale indetta al Colosseo (ma non solo) ha dell’incredibile, e credo che se ne stia seriamente sottovalutando il significato storico-politico.
I sindacati indicono un’assemblea, regolarmente convocata e autorizzata, per discutere dei salari accessori non pagati, della mancata apertura della trattativa per il rinnovo del contratto e di altre questioni inerenti i rapporti di lavoro.
Ecco alcune dichiarazioni. “Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l’Italia. Oggi decreto legge”, cinguettaRenzi. “Assemblea al Colosseo e turisti fuori in fila. La misura è colma: oggi in Consiglio Ministri proposta Musei come servizi pubblici essenziali” gli fa eco, sempre cinguettando, il ministroFranceschini. Finanche il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, sembra molto scosso dalla legittima protesta dei lavoratori che pare interpreti come una lesione dell’immagine del bel Paese: “…in gioco non c’è solo l’interesse dei lavoratori, ma del Paese, a cominciare dalla difesa della sua immagine”.
Mattarella a Cernobbio: “superare gli Stati nazionali”. L’Italia tradita.
di Marco Mori
Mattarella tuona a Cernobbio: “superare gli Stati nazionali”. L’Italia è stata tradita. Non stupisce la felicità dell’UE per la sua nomina.
In altri tempi, una frase simile sarebbe costata un plotone d’esecuzione. Oggi, grazie al cielo, esiste la libertà d’espressione… Una vera fortuna per Mattarella che, prima di lui, i Padri Costituenti abbiano combattuto per la libertà e l’inviolabilità della persona.
Tuttavia l’assoluta gravità di tale affermazione resta, poiché configura, in ogni caso, un palese alto tradimento della Repubblica Italiana.
Mattarella tuona a Cernobbio: “superare gli Stati nazionali”. L’Italia è stata tradita. Non stupisce la felicità dell’UE per la sua nomina.
In altri tempi, una frase simile sarebbe costata un plotone d’esecuzione. Oggi, grazie al cielo, esiste la libertà d’espressione… Una vera fortuna per Mattarella che, prima di lui, i Padri Costituenti abbiano combattuto per la libertà e l’inviolabilità della persona.
Tuttavia l’assoluta gravità di tale affermazione resta, poiché configura, in ogni caso, un palese alto tradimento della Repubblica Italiana.
domenica 20 settembre 2015
Ora che il giocattolo rischia di rompersi, chi ci ha rubato la sovranità monetaria, vistosi scoperto, corre ai ripari con lo zuccherino
DI MAURIZIO BLONDET
maurizioblondet.it
“Le banche centrali si devono tener pronte ad iniettare denaro direttamente nei conti bancari delle famiglie”.
Non è la sparata di un grillino, di un prete della Caritas, o di un altro fessacchiotto che di economia non capisce niente. E’ la proposta di Jeremy Lawson, della Standard Life. Regalare soldi all’uomo qualunque? Eppure può essere l’ultima risorsa della finanza globale col suo capitalismo selvaggio per scongiurare l’avvitamento del sistema in una deflazione che si avvita su se stessa, date le enormi piramidi di debito che hanno creato, e la crisi del Sud-est asiatico che sta implodendo.
maurizioblondet.it
“Le banche centrali si devono tener pronte ad iniettare denaro direttamente nei conti bancari delle famiglie”.
Non è la sparata di un grillino, di un prete della Caritas, o di un altro fessacchiotto che di economia non capisce niente. E’ la proposta di Jeremy Lawson, della Standard Life. Regalare soldi all’uomo qualunque? Eppure può essere l’ultima risorsa della finanza globale col suo capitalismo selvaggio per scongiurare l’avvitamento del sistema in una deflazione che si avvita su se stessa, date le enormi piramidi di debito che hanno creato, e la crisi del Sud-est asiatico che sta implodendo.
Renzi con Italicum e Riforma Costituzionale, compie la svolta autoritaria.
di Marco Mori
L’Italicum, la nota riforma della legge elettorale, e la riforma costituzionale in corso costituiscono, nel complesso, un colpo di Stato. L’equilibrio tra poteri fondamentali è definitivamente accantonato in favore di un esecutivo forte, anzi fortissimo. Una volta tanto, più che specificare le mie idee, voglio farvi leggere direttamente le parole dei Padri Costituenti, con una carrellata di verbalizzazioni che davvero non vi potranno lasciare indifferenti. In esse si evince il totale sfavore verso un Governo che entrasse a piedi uniti nell’attività legislativa che, anzi, veniva, come sappiamo, vietata.
L’On. Tupini rappresentava egregiamente il pensiero fatto proprio dalla Costituente sul ruolo del Parlamento:
“Punto centrale e fulcro di tutto l’ordinamento è il Parlamento. Noi auspichiamo che il Parlamento possa, in avvenire, rappresentare per il nostro popolo come il palladio delle sue libertà e l’istituto senza del quale la democrazia è nome vano e artificioso. Anche il regime fascista parlava di democrazia ma il Parlamento era ridotto a una smorfia ed a una contraffazione di se stesso.
sabato 19 settembre 2015
Si ipotizza in Val d'Agri il Progetto per lo smaltimento di Rifiuti Liquidi del COVA
Ingegnere Alberti quali sono le peculiarità rilevanti che si vogliono evidenziare nelle sue Osservazioni sul progetto di smaltimento dei Rifiuti Liquidi recapitato alla Regione Basilicata?
L'impianto farà rumore e disturberà gli abitati di Viggiano e Grumento Nova. Non si sa che fine faranno i rifiuti che escono dall'impianto che sono tanti e molto più inquinanti dell'acqua di strato che entra; non si sa perchè SIMAM vuole costruire l'impianto distante 2 Km e non adiacente al COVA e perciò sospetto che si vogliano trattare anche rifiuti provenienti da altre parti d'Italia; non viene fissato l'importo per la polizza fidejussoria a garanzia di eventuali incidenti
Dove le stanno trattando ora le acque di Strato del COVA
In quattro impianti in Italia tra cui c'e Pisticci
E se questo impianto non lo riescono a realizzare, considerato il raddoppio della produzione, quali conseguenze ci possono essere per ENI?
Enormi costi di trasporto per ENI e limitazioni nella produzione, perchè non sono stati autorizzati altri pozzi di reiniezione oltre a Costa Molina.
Le acque trattate dove le porteranno?
Non lo dicono e quindi nella V.I.A. non viene chiuso il ciclo rifiuti.
Quali sono e qual'e la pericolosità delle sostanze di scarto presenti nelle acque trattate?
Sul problema immigrazione crollerà l'Unione Europea?
- di Claudio Messora –
La “Migrazione Sostitutiva” dei popoli, cui si faceva riferimento in uno studio dell’Onu dei primi anni 2000, è arrivata ora ai blocchi di partenza. Ieri è stato il vice presidente della BCE, Vítor Constâncio, a suggerire che l’Europa dovrebbe far entrare i migranti “per preservare la sua forza lavoro da una contrazione ulteriore e per accelerare la ripresa”. La settimana scorsa la Confindustria ceca si è detta pronta adassumere immediatamente 5000 rifugiati. Il presidente dell’associazione delle Piccole Medie Imprese aveva aggiunto che gli immigrati sono ottimi lavoratori, perché non vogliono tenersi il posto(sottinteso: non fanno storie e non rompono con i sindacati).
La “Migrazione Sostitutiva” dei popoli, cui si faceva riferimento in uno studio dell’Onu dei primi anni 2000, è arrivata ora ai blocchi di partenza. Ieri è stato il vice presidente della BCE, Vítor Constâncio, a suggerire che l’Europa dovrebbe far entrare i migranti “per preservare la sua forza lavoro da una contrazione ulteriore e per accelerare la ripresa”. La settimana scorsa la Confindustria ceca si è detta pronta adassumere immediatamente 5000 rifugiati. Il presidente dell’associazione delle Piccole Medie Imprese aveva aggiunto che gli immigrati sono ottimi lavoratori, perché non vogliono tenersi il posto(sottinteso: non fanno storie e non rompono con i sindacati).
venerdì 18 settembre 2015
M5S EUROPA ALL'ENI: BASTA BUGIE, IL PETROLIO PORTA POVERTÀ
L'ENI IN ITALIA
Nel 2014 l'Eni ha conseguito un fatturato di 154 miliardi di euro (più della ricchezza totale di uno Stato di medie dimensioni come l'Ungheria) e un utile netto di quasi di 7 miliardi. Una montagna di soldi che solo in minima parte ritornano, però, nelle casse pubbliche. Da quando nel 1992 l'Eni è stata convertita in società per azioni i suoi utili non vanno più tutti ai cittadini italiani. Nel suo azionariato, infatti, sono presenti altri attori istituzionali fra i quali la Gran Bretagna, l'Irlanda, gli Stati Uniti, il Canada. Tutti insieme detengono oltre il 50% del capitale della compagnia petrolifera, ormai non più italiana.
Fino a quando l'Eni era una società' al 100% dello Stato italiano i benefici dello sfruttamento del sottosuolo venivano ripartiti fra tutti i cittadini, ma adesso non è più così nonostante una legge italiana dica che le risorse del sottosuolo appartengono allo Stato italiano.
Nel 2014 l'Eni ha conseguito un fatturato di 154 miliardi di euro (più della ricchezza totale di uno Stato di medie dimensioni come l'Ungheria) e un utile netto di quasi di 7 miliardi. Una montagna di soldi che solo in minima parte ritornano, però, nelle casse pubbliche. Da quando nel 1992 l'Eni è stata convertita in società per azioni i suoi utili non vanno più tutti ai cittadini italiani. Nel suo azionariato, infatti, sono presenti altri attori istituzionali fra i quali la Gran Bretagna, l'Irlanda, gli Stati Uniti, il Canada. Tutti insieme detengono oltre il 50% del capitale della compagnia petrolifera, ormai non più italiana.
Fino a quando l'Eni era una società' al 100% dello Stato italiano i benefici dello sfruttamento del sottosuolo venivano ripartiti fra tutti i cittadini, ma adesso non è più così nonostante una legge italiana dica che le risorse del sottosuolo appartengono allo Stato italiano.
L’immigrazione conseguenza del "Caos" indotto per creare un Nuovo Ordine Mondiale
di Sergio T.
Il nostro mondo è alla deriva, la tragedia dei rifugiati.
La peggiore crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale minaccia di far collassare l’ UE.
Il Primo ministro ungherese Viktor Orbàn dice : “Schengen si disintegra senza una risposta adeguata alla crisi migratoria. La maggior parte della gente vuole dire chiaramente: ‘Per favore non venite’. Perchè devono arrivare in Europa dalla Turchia? La Turchia è un paese sicuro, restate lì, è pericoloso venire. Non vi possiamo garantire che saranno accettati qui”.
La gente in Europa è completamente terrorizzata perchè vediamo che i leader europei, tra di loro i primi ministri, non sono capaci di controllare la situazione.
Il nostro mondo è alla deriva, la tragedia dei rifugiati.
La peggiore crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale minaccia di far collassare l’ UE.
Il Primo ministro ungherese Viktor Orbàn dice : “Schengen si disintegra senza una risposta adeguata alla crisi migratoria. La maggior parte della gente vuole dire chiaramente: ‘Per favore non venite’. Perchè devono arrivare in Europa dalla Turchia? La Turchia è un paese sicuro, restate lì, è pericoloso venire. Non vi possiamo garantire che saranno accettati qui”.
La gente in Europa è completamente terrorizzata perchè vediamo che i leader europei, tra di loro i primi ministri, non sono capaci di controllare la situazione.
giovedì 17 settembre 2015
Nel silenzio generale vogliono Modificare l'art. 4 bis. Il sogno di Cosa nostra
Il sostituto procuratore di Palermo: “Rischio smantellamento legislazione antimafia”
di AMDuemila
Preoccupa, al pm Nino Di Matteo, “la previsione dell’abolizione di quelle preclusioni introdotte con una legge del 1991, l’art. 4 bis, fortemente voluta da Giovanni Falcone”. Quell’articolo, definito a suo tempo il “cancello delle gabbie delle belve”, ha continuato il magistrato in un’intervista del Fatto Quotidiano, impedisce “la concessione di benefici penitenziari a esclusione della liberazione anticipata, ai detenuti di mafia a meno che non abbiano iniziato a collaborare con la giustizia”. Oggi, invece, si profila il rischio di uno “smantellamento di quella legislazione antimafia che si rivelò all’inizio degli anni ‘90 finalmente efficace”. E lo sa bene Di Matteo, una carriera tutta dedicata alle inchieste di mafia, che oggi celebra il processo sulla trattativa avviata a cavallo delle stragi ’92 e ’93.
Preoccupa, al pm Nino Di Matteo, “la previsione dell’abolizione di quelle preclusioni introdotte con una legge del 1991, l’art. 4 bis, fortemente voluta da Giovanni Falcone”. Quell’articolo, definito a suo tempo il “cancello delle gabbie delle belve”, ha continuato il magistrato in un’intervista del Fatto Quotidiano, impedisce “la concessione di benefici penitenziari a esclusione della liberazione anticipata, ai detenuti di mafia a meno che non abbiano iniziato a collaborare con la giustizia”. Oggi, invece, si profila il rischio di uno “smantellamento di quella legislazione antimafia che si rivelò all’inizio degli anni ‘90 finalmente efficace”. E lo sa bene Di Matteo, una carriera tutta dedicata alle inchieste di mafia, che oggi celebra il processo sulla trattativa avviata a cavallo delle stragi ’92 e ’93.
L'Italia non è un Paese " Libero "
L'Italia è sotto il controllo totale della NATO. A dimostrarlo sono le numerosissime basi militari americane sparse per il Paese, la trasformazione della Sicilia in un centro tecnologico di droni, aeroporti adibiti a massicce esercitazioni internazionali, sistemi di guerra probabilmente pericolosi per la salute come il Muos.
Ora, come può l'Italia avere una politica estera indipendente se è totalmente militarizzata dalla NATO? I media questa domanda non se la pongono, del resto le basi militari americane sono praticamente un tabù sulla stampa italiana.
I cittadini però potranno pur sapere quello che avviene sul loro territorio? Nel frattempo si avvicina la più grande esercitazione NATO dai tempi della guerra fredda, la"Trident Juncture 2105", ospitata anche dal Belpaese. L'importante è essere consapevoli del ruolo fondamentale che ha l'Italia nei giochi di guerra firmati NATO. C'è però chi lancia l'allarme e dice "no" alla guerra e alla Nato come Padre Alex Zanotelli, che ha gentilmente rilasciato un'intervista in merito a Sputnik Italia.
Nelle parole di Cremaschi che lascia la CGIL la conferma della perdita, con il Jobs Act, di tutti i diritti acquisti in anni di lotte
di Giorgio Cremaschi
La ragioni per le quali ho restituito dopo 44 anni la tessera della Cgil sono semplici e brutali. Oramai mi sento totalmente estraneo a ciò che realmente è questa organizzazione e non sono in grado minimamente di fare sì che essa cambi.
La mia è quindi la presa d'atto di una sconfitta personale: ci ho provato per tanto tempo e credo con rigore e coerenza personale, non ci sono riuscito. Anzi la Cgil è sempre più distante da come avrei voluto che fosse. Non parlo tanto dei proclami e delle dichiarazioni ufficiali, ma della pratica reale, della vita quotidiana che per ogni organizzazione, in particolare per un sindacato, è l'essenza. Non è questo il sindacato che vorrei e di cui credo ci sia bisogno, e soprattutto non vedo in esso la volontà di diventarlo.
Naturalmente mi si può giustamente rispondere: chi ti credi di essere? Certo la mia è la storia di un militante come ce ne sono stati tanti, che ha speso tanto nell'organizzazione ma che non può pretendere di essere al centro del mondo. Giusto, tuttavia credo che la mia fuoriuscita possa almeno essere registrata come un pezzetto della più vasta e diffusa crisi sindacale di cui tanto si parla, e che come tale possa essere collocata e spiegata.
La ragioni per le quali ho restituito dopo 44 anni la tessera della Cgil sono semplici e brutali. Oramai mi sento totalmente estraneo a ciò che realmente è questa organizzazione e non sono in grado minimamente di fare sì che essa cambi.
La mia è quindi la presa d'atto di una sconfitta personale: ci ho provato per tanto tempo e credo con rigore e coerenza personale, non ci sono riuscito. Anzi la Cgil è sempre più distante da come avrei voluto che fosse. Non parlo tanto dei proclami e delle dichiarazioni ufficiali, ma della pratica reale, della vita quotidiana che per ogni organizzazione, in particolare per un sindacato, è l'essenza. Non è questo il sindacato che vorrei e di cui credo ci sia bisogno, e soprattutto non vedo in esso la volontà di diventarlo.
Naturalmente mi si può giustamente rispondere: chi ti credi di essere? Certo la mia è la storia di un militante come ce ne sono stati tanti, che ha speso tanto nell'organizzazione ma che non può pretendere di essere al centro del mondo. Giusto, tuttavia credo che la mia fuoriuscita possa almeno essere registrata come un pezzetto della più vasta e diffusa crisi sindacale di cui tanto si parla, e che come tale possa essere collocata e spiegata.
mercoledì 16 settembre 2015
Ancora cessioni di Sovranità in barba alla Costituzione
di Claudio Messora
“Noi, Presidenti della Camera dei Deputati italiana, dell’Assemblée nationale francese, del Bundestag tedesco e della Chambre des Députés del Lussemburgo, che detiene attualmente la Presidenza del Consiglio dell’UE e della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE, siamo convinti della necessità di dare nuovo slancio all’integrazione europea“.
Comincia così PIU’ INTEGRAZIONE EUROPEA: LA STRADA DA PERCORRERE, un documento firmato ieri alla Camera, in pompa magna, con tanto di pianisti e cori che interpretano l’Inno alla Gioia, dalla nostra Presidente della Camera Laura Boldrini, dal presidente dell’Assemblea Nazionale Francese Claude Bartolone, da Norbert Lammert, Presidente del Bundestag e da Mars Di Bartolomeo, Presidente del Gran Ducato del Lussemburgo. Il tutto suggellato da una campagna social dall’hashtag che parla da solo: “All we need is MORE EU“, prodotto e diffuso dalla Camera dei Deputati.
“Noi, Presidenti della Camera dei Deputati italiana, dell’Assemblée nationale francese, del Bundestag tedesco e della Chambre des Députés del Lussemburgo, che detiene attualmente la Presidenza del Consiglio dell’UE e della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE, siamo convinti della necessità di dare nuovo slancio all’integrazione europea“.
Comincia così PIU’ INTEGRAZIONE EUROPEA: LA STRADA DA PERCORRERE, un documento firmato ieri alla Camera, in pompa magna, con tanto di pianisti e cori che interpretano l’Inno alla Gioia, dalla nostra Presidente della Camera Laura Boldrini, dal presidente dell’Assemblea Nazionale Francese Claude Bartolone, da Norbert Lammert, Presidente del Bundestag e da Mars Di Bartolomeo, Presidente del Gran Ducato del Lussemburgo. Il tutto suggellato da una campagna social dall’hashtag che parla da solo: “All we need is MORE EU“, prodotto e diffuso dalla Camera dei Deputati.
Il problema è la Crisi? No, ora è chiaro, per il Governo il problema è evitare che il M5S governi.
di Vincenzo Cirigliano
E' incredibile come, oggigiorno, se un qualsiasi cittadino prova a guardare nelle pieghe di quanto sta accadendo nello senario politico italiano, si renda conto di quanto tutta l'attività di Governo ruoti, inspiegabilmente, intorno a ciò che succede al Movimento 5 Stelle e nel Movimento 5 Stelle. In Italia sembra che la cosa più impellente da fare oggi non sia affrontare con piglio e decisione la Crisi che imperversa nel paese, per ridare ossigeno agli Italiani messi in ginocchio da una politica Europea suicida e da riforme scellerate imposte dalla Germania della Merkel, ma bensì pianificare per evitare che il M5S vada a Governare. L'imperativo è proteggere la casta, i propri privilegi, le proprie poltrone e poco importa se per far ciò bisogna piegarsi passivamente anche alle disastrose direttive europee che dopo aver mietuto migliaia di vittime in Grecia si apprestano a fare la stessa cosa anche in Italia.
Abbiamo avuto tre Governi i cui leader non erano legittimati dal voto popolare, due dei quali Letta e Renzi messi là unicamente per evitare di far Governare il Movimento 5 Stelle e soprattutto, in particolare Renzi, con il chiaro intento, nonostante i provvedimenti del suo Governo si siano dimostrati inefficaci per il miglioramento dei conti Pubblici, di Governare, comunque vada, fino al 2018. Non pago di questo intento, Renzi, spudoratamente, si arroga anche il diritto di andare a modificare il testo Costituzionale, ben conscio di non averne la legittimità, cosa ancor più grave se si pensa che tale operazione intende condividerla con la complicità di un Governo e di un Parlamento, anch'essi, secondo sentenza della Corte, eletti con una legge elettorale dichiaratamente incostituzionale.
martedì 15 settembre 2015
Un Mondo al contrario
- di Marco Cedolin –
Ascoltando la cacofonia schizofrenica dell’universo massmediatico in queste ultime settimane, continua a ronzarmi nella testa il gingle di uno sciocco carosello degli anni 70 “Il paese dell’incontrario, dove sia non si sa, io lo so ma non lo dico”, dal momento che proprio in un “paese dell’incontrario”, assai meno idilliaco di quello della pubblicità di 40 anni fa, ho la sensazione di ritrovarmi a vivere in questo mio presente ricco di tinte fosche e scampoli di realtà dai toni drammatici….
Gli Usa e la Ue, nel bel mezzo di una crisi economica che sta scarnificando la dignità delle famiglie e violentando il futuro delle nuove generazioni, fingono che non sia successo nulla e si dedicano ad altri problemi, secondo loro più impellenti.
Ascoltando la cacofonia schizofrenica dell’universo massmediatico in queste ultime settimane, continua a ronzarmi nella testa il gingle di uno sciocco carosello degli anni 70 “Il paese dell’incontrario, dove sia non si sa, io lo so ma non lo dico”, dal momento che proprio in un “paese dell’incontrario”, assai meno idilliaco di quello della pubblicità di 40 anni fa, ho la sensazione di ritrovarmi a vivere in questo mio presente ricco di tinte fosche e scampoli di realtà dai toni drammatici….
Gli Usa e la Ue, nel bel mezzo di una crisi economica che sta scarnificando la dignità delle famiglie e violentando il futuro delle nuove generazioni, fingono che non sia successo nulla e si dedicano ad altri problemi, secondo loro più impellenti.
lunedì 14 settembre 2015
Sotto il naso di Renzi, sta sparendo la nostra Industria Specialistica e Manifatturiera
Questa è la storia di Alitalia Maintenance Systems (AMS) l'unica azienda di manutenzione, revisione e riparazione di motori e componenti aeronautici italiana.
Un'eccellenza nel panorama internazionale e leader in un settore, quello del trasporto aereo, che non dovrebbe conoscere crisi.
Invece il prossimo 22 settembre il Giudice fallimentare del Tribunale di Roma ne dichiarerà, appunto, il fallimento.
La chiusura di un'azienda storica e strategica come AMS non toccherà solo i suoi 320 lavoratori e il suo indotto ma l'intera capacità competitiva del nostro Paese, in quanto si verrà a creare un vuoto di specializzazione e know-how in un settore strategico come quello della manutenzione aeronautica.
«Già da tempo - sottolinea il portavoce Paolo Romano della Commissione Trasporti alla Camera - come M5S ci siamo attivati per tutelare questa importante realtà industriale e tecnologica del nostro Paese.
Un'eccellenza nel panorama internazionale e leader in un settore, quello del trasporto aereo, che non dovrebbe conoscere crisi.
Invece il prossimo 22 settembre il Giudice fallimentare del Tribunale di Roma ne dichiarerà, appunto, il fallimento.
La chiusura di un'azienda storica e strategica come AMS non toccherà solo i suoi 320 lavoratori e il suo indotto ma l'intera capacità competitiva del nostro Paese, in quanto si verrà a creare un vuoto di specializzazione e know-how in un settore strategico come quello della manutenzione aeronautica.
«Già da tempo - sottolinea il portavoce Paolo Romano della Commissione Trasporti alla Camera - come M5S ci siamo attivati per tutelare questa importante realtà industriale e tecnologica del nostro Paese.
Emergenza rifugiati e guerre dell'Occidente
di Gaetano Colonna.
I giornali europei danno grande risalto all'impennata dell'immigrazione nel Mediterraneo, che nei primi mesi del 2015 è arrivata a sfiorare le 400.000 persone, via Italia e via Grecia. Come sempre i grandi media guardano il dito e non la luna. Basta analizzare le cifre: sono più di 59 milioni gli esseri umani che hanno abbandonato le loro case per sfuggire ai conflitti che, in Medio Oriente e in Africa soprattutto, insanguinano il pianeta. Di questi, oltre 19 milioni sono i rifugiati veri e propri, quelli cioè che abbandonano il loro Paese in cerca di una vita normale.
Analizzando queste cifre, ripercorriamo la storia dei conflitti del dopoguerra, ferite insanate che restano aperte per l'incapacità dei "liberatori" di portare pace dopo le loro guerre.
Bisogna, per esempio, ricordare che ancor oggi sono 5,1 milioni i profughi palestinesi ancora a carico dell'agenzia Onu per i rifugiati, l'UNHCR, e lo sono da svariati decenni, ancora installati nei campi profughi di Gaza, del Libano, della Giordania, dopo che lo Stato Ebraico ha congelato qualsiasi possibilità per loro di ritorno in patria, senza che le potenze democratiche occidentali abbiano mai preso posizione con la necessaria durezza.
Analizzando queste cifre, ripercorriamo la storia dei conflitti del dopoguerra, ferite insanate che restano aperte per l'incapacità dei "liberatori" di portare pace dopo le loro guerre.
Lo dice OXFAM. Il Problema dei paesi europei è la Disuguaglianza ma i nostri politici fanno finta di non capire.
di Maso Notarianni
In questo blog e altrove potete trovare decine di articoli o di post che ho scritto sostenendo che il problema da affrontare, il vero scandalo di questo secolo malcominciato, è la disuguaglianza. Nel mondo in generale e anche nel nostro mondo. Una disuguaglianza favorita dai governi che non rappresentano più gli interessi dei cittadini, ma quelli dei ricchi e dei potenti. Una disuguaglianza che rende la democrazia un fantoccio dietro cui nascondere un ritorno al medioevo. Un nuovo medioevo dove i padroni e l’ignoranza dominano sulle classi subalterne, come si diceva un tempo, che obbediscono, accettano qualsiasi atrocità (come l’ecatombe mediterranea) e sgobbano in silenzio.
Leggo un rapporto di Oxfam, una organizzazione internazionale che non si può certo tacciare di estremismo, che dice esattamente le stesse cose. E ne riporto degli stralci, invitandovi a leggere il rapporto completo.
Per lungo tempo l’Europa è andata fiera del proprio modello sociale, la cui conquista ha drasticamente ridotto la piaga della povertà e promosso la prosperità negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
La recente crisi ha però logorato queste importanti conquiste attraverso una serie di riforme e aggiustamenti con effetti a breve termine. L’effetto cumulativo di disoccupazione e austerità ha condotto ad una ricrescita della povertà in Europa e alla riduzione della prosperità tra la classe media. Come documentato in questo rapporto di Oxfam, nella prospera Unione Europea vi sono oggi 123 milioni di persone a rischio di povertà, pari a un quarto della popolazione europea, contro i 116 milioni registrati nel 2008.
In questo blog e altrove potete trovare decine di articoli o di post che ho scritto sostenendo che il problema da affrontare, il vero scandalo di questo secolo malcominciato, è la disuguaglianza. Nel mondo in generale e anche nel nostro mondo. Una disuguaglianza favorita dai governi che non rappresentano più gli interessi dei cittadini, ma quelli dei ricchi e dei potenti. Una disuguaglianza che rende la democrazia un fantoccio dietro cui nascondere un ritorno al medioevo. Un nuovo medioevo dove i padroni e l’ignoranza dominano sulle classi subalterne, come si diceva un tempo, che obbediscono, accettano qualsiasi atrocità (come l’ecatombe mediterranea) e sgobbano in silenzio.
Leggo un rapporto di Oxfam, una organizzazione internazionale che non si può certo tacciare di estremismo, che dice esattamente le stesse cose. E ne riporto degli stralci, invitandovi a leggere il rapporto completo.
Per lungo tempo l’Europa è andata fiera del proprio modello sociale, la cui conquista ha drasticamente ridotto la piaga della povertà e promosso la prosperità negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
La recente crisi ha però logorato queste importanti conquiste attraverso una serie di riforme e aggiustamenti con effetti a breve termine. L’effetto cumulativo di disoccupazione e austerità ha condotto ad una ricrescita della povertà in Europa e alla riduzione della prosperità tra la classe media. Come documentato in questo rapporto di Oxfam, nella prospera Unione Europea vi sono oggi 123 milioni di persone a rischio di povertà, pari a un quarto della popolazione europea, contro i 116 milioni registrati nel 2008.
domenica 13 settembre 2015
La Troika ha paura di Orban perchè fornisce la vera chiave di lettura delle politiche Europee e dell'immigrazione indotta
di A. Terrenzio
Soros e la sua Open Society ci avevano gia’ provato, con la scusa della tassa su internet, a destabilizzare il governo magiaro attraverso il tentativo, abortito, di una rivoluzione colorata.
Oggi le élite della finanza e delle UE, tornano ad attaccare l’Ungheria, per la questione dei migranti e del “cordone sanitario” che Orban ha ordinato di costruire sul confine serbo. Vuole arrestare i flussi di migliaia di sfollati e migranti economici, in arrivo da Siria ed Afhganistan
I riflettori accesi da un momento all’altro sul corridoio balcanico ed il traffico di migranti, lanciano il legittimo sospetto, che dietro tale interesse si celi l’obiettivo di demonizzare il governo Orban ed il suo operato.
Da diversi giorni l’Ungheria, viene dipinta dai media internazionali come stato intollerante e razzista che rifiuta la solidarieta’ a chi fugge da contesti di guerra e disperazione.
Soros e la sua Open Society ci avevano gia’ provato, con la scusa della tassa su internet, a destabilizzare il governo magiaro attraverso il tentativo, abortito, di una rivoluzione colorata.
Oggi le élite della finanza e delle UE, tornano ad attaccare l’Ungheria, per la questione dei migranti e del “cordone sanitario” che Orban ha ordinato di costruire sul confine serbo. Vuole arrestare i flussi di migliaia di sfollati e migranti economici, in arrivo da Siria ed Afhganistan
Da diversi giorni l’Ungheria, viene dipinta dai media internazionali come stato intollerante e razzista che rifiuta la solidarieta’ a chi fugge da contesti di guerra e disperazione.
RENZI PARLA AGLI IDIOTI
di Marco Della Luna
Renzi sta dicendo: “Il Pil aumenta quest’anno: per la prima volta dopo molti anni, l’Italia è ripartita grazie alle mie riforme. Questo mi legittima ad andare avanti riformando la costituzione per concentrare i poteri dello Stato, anche quelli di garanzia, nelle mani del Primo Ministro” (e per fare in modo che il parlamento sia composto interamente da nominati dei segretari di partito).
Però solo un pubblico di cretini può interpretare come ripartenza strutturale, come una manifestazione di ritrovata vitalità, anziché come un rimbalzo (il c.d. salto del gatto morto), un misero aumento dello 0,5% dopo molti anni di recessione – uno 0,5% che lascia l’Italia ultima in europa e nell’OCSE. Ultima, con una disoccupazione giovanile dirompente, un continuo scivolamento del Meridione verso condizioni africane, e una crescente fuga all’estero di capitali e cervelli.
Renzi sta dicendo: “Il Pil aumenta quest’anno: per la prima volta dopo molti anni, l’Italia è ripartita grazie alle mie riforme. Questo mi legittima ad andare avanti riformando la costituzione per concentrare i poteri dello Stato, anche quelli di garanzia, nelle mani del Primo Ministro” (e per fare in modo che il parlamento sia composto interamente da nominati dei segretari di partito).
Però solo un pubblico di cretini può interpretare come ripartenza strutturale, come una manifestazione di ritrovata vitalità, anziché come un rimbalzo (il c.d. salto del gatto morto), un misero aumento dello 0,5% dopo molti anni di recessione – uno 0,5% che lascia l’Italia ultima in europa e nell’OCSE. Ultima, con una disoccupazione giovanile dirompente, un continuo scivolamento del Meridione verso condizioni africane, e una crescente fuga all’estero di capitali e cervelli.
sabato 12 settembre 2015
Il ruolo dei media con le bugie sugli avvenimenti in Siria: solo per screditare Putin
di Luciano Lago
Se qualcuno aveva ancora delle perplessità sul ruolo che svolgono i grandi media nel sistema europeo, gli ultimi avvenimenti relativi alla guerra in Siria ed alla fuga verso l’Europa di masse di rifugiati, hanno fugato ogni possibile dubbio: Il ruolo dei grandi media, giornale e Tv si dimostra quello di megafono della propaganda atlantista che parte da Washington e da Londra.
Lo conferma il modo con cui i media occidentali hanno diffuso le notizie circa il presunto intervento militare russo in Siria sulla base di informazioni inizialmente trasmesse da una fonte israeliana (ynet news) e successivamente riprese e diffuse da quasi tutti i media, circa l’incremento degli aiuti da parte di Mosca all’Esercito di Al-Assad, l’arrivo di nuovi aerei da guerra, il passaggio di navi da trasporto con armi e blindati destinati al porto di Tartus (base russa in Siria), un modo che ha fatto amplificare queste notizie a dismisura fino a lanciare titoli quali “Allarme per l’intervento della Russia nella guerra in Siria, Nato in allarme: l’Azione russa non aiuta, ecc.
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E’ apparso subito chiaro che la grancassa dei media, su istigazione di fonti israeliane e statunitensi come Reuters, Ass. Press, Fox News ed altre, è stata subito ripresa dai media europei, senza verifiche, per lanciare una campagna di amplificazione di un probabile intervento russo in Siria, sulla base di pochi elementi: qualche nave avvistata sul Bosforo e qualche aereo da trasporto in più visto arrivare vicino Damasco, fino alla notizia della presenza di militari russi sul terreno di battaglia a supporto dell’Esercito siriano.
Lettera del Movimento 5 Stelle a Mattarella: “Presidente, non firmi i decreti attuativi del governo sul Jobs Act”
Una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per chiedergli apertamente di non firmare gli ultimi 4 decreti attuativi del Jobs Act, licenziati dalConsiglio dei ministri il 4 settembre scorso. È quella chesette deputati e tre senatori del Movimento 5 Stelle (M5S), fra cui la ex capogruppo alla Camera Roberta Lombardi e il presidente degli eletti a Palazzo Madama Gianluca Castaldi, hanno fatto pervenire (vedere immagini in basso) sul tavolo del capo dello Stato proprio in queste ore. Non come semplice atto di rimostranza contro una legge su cui hanno già dato battaglia nelle aule parlamentari. Ma perchè, fanno notare nella missiva, i ritardi nell’approvazione dei decreti sono “fuori legge”.
Il perché è presto detto: una norma risalente al lontano 1988, la numero 400 (richiamata da uno degli articoli della legge diriforma del mercato del lavoro), dice infatti che “il testo del decreto legislativo adottato dal governo è trasmesso al presidente della Repubblica, per la emanazione, almeno venti giorni prima della scadenza“. Ma il provvedimento in questione, come ricordano gli esponenti del M5S, scade il 16 settembre: quindi Mattarella avrebbe dovuto averli a disposizione entro e non oltre il 26 agosto. Con Parlamento e governo nel pieno della pausa estiva. Visti i ritardi, dunque, l’inquilino del Colle avrebbe ora a disposizione solo dodici giorni e non venti per esaminare quattro testi legislativi di una norma così importante come il Jobs Act. Una lampante violazione della legge 400, secondo i grillini.
venerdì 11 settembre 2015
In Italia si Governa contro ogni regola Costituzionale. Il Popolo resta inerme a guardare.
Di Marco Mori -
La democrazia costituzionale è morta. Questa è la situazione in cui si trova il nostro paese.
L’unica strada per uscire dalla violenta crisi economica in atto è comprenderne le cause, che ovviamente non sono affatto quelle che tutti i giorni ci vengono propinate da media che, nella grande maggioranza, definire di regime pare addirittura eufemistico.
Se ciò che dico vi sembra una dichiarazione troppo forte cominciamo da una semplicissima osservazione di uno dato di fatto innegabile. In questo paese non votiamo secondo legalità Costituzionale dal 2006, ovvero da tale data il nostro voto non è eguale, libero e personale.
Solo nel 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la precedente legge elettorale denominata “porcellum”. Tuttavia la composizione del Parlamento è rimasta immutata. Come chiamereste uno Stato dove non si vota secondo legalità da quasi dieci anni? Se non si trattasse dell’Italia non vi sarebbe alcun dubbio: dittatura.
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