Nel primo discorso in assoluto di un papa al Congresso americano, papa Francesco, accolto da una standing ovation di tre minuti, ha chiesto subito l'abolizione della pena di morte. "Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini".
Papa Francesco ha chiesto anche di fermare il commercio di armi. Per il pontefice "armi mortali sono vendute a coloro che pianificano d'infliggere indicibili sofferenze a individui e società […] semplicemente per denaro, intriso di sangue, spesso innocente".
Papa Francesco ha inoltre lanciato un chiaro messaggio ai legislatori riuniti di fronte a lui e a quelli che in Europa sono alle prese con la peggiore crisi di migranti dalla Seconda guerra mondiale.
"Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri", ha dichiarato Jorge Mario Bergoglio parlando "come figlio di immigrati" e "sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati".
Riconoscendo che "negli ultimi secoli, milioni di persone sono giunte in questa terra per rincorrere il proprio sogno di costruire un futuro in libertà" ma che "tragicamente, i diritti di quelli che erano qui molto prima di noi non sono stati sempre rispettati", Papa Francesco preme per educare "le nuove generazioni a non voltare le spalle al prossimo e a tutto quanto ci circonda. Costruire una nazione ci chiede di riconoscere che dobbiamo costantemente relazionarci agli altri, rifiutando una mentalità di ostilità per poterne adottare una di reciproca sussidiarietà, in uno sforzo costante per fare del nostro meglio". La risposta del pontefice alla grande crisi che stiamo affrontando è di "evitare una tentazione oggi comune: scartare chiunque si dimostri problematico. Se vogliamo sicurezza, diamo sicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunità, provvediamo opportunità."
"Qualsiasi attività politica — sottolineato Francesco — deve servire e promuovere il bene della persona umana ed essere basata sul rispetto per la dignità di ciascuno". Per il Papa, però, "se la politica dev'essere veramente al servizio della persona umana, ne consegue che non può essere sottomessa al servizio dell'economia e della finanza. Politica è, invece, espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unità, per poter costruire uniti il più grande bene comune: quello di una comunità che sacrifichi gli interessi particolari per poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la sua vita sociale".
Sul disgelo con Cuba, come aveva anticipato ai giornalisti del volo papale, Bergoglio ha voluto "riconoscere gli sforzi fatti nei mesi recenti per cercare di superare le storiche differenze legate a dolorosi episodi del passato. È mio dovere costruire ponti e aiutare ogni uomo e donna, in ogni possibile modo, a fare lo stesso". E ha aggiunto: "Un buon leader politico è uno che, tenendo presenti gli interessi di tutti, coglie il momento con spirito di apertura e senso pratico. Un buon leader politico opta sempre per iniziare processi più che possedere spazi".
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