di Claudio Messora
“Noi, Presidenti della Camera dei Deputati italiana, dell’Assemblée nationale francese, del Bundestag tedesco e della Chambre des Députés del Lussemburgo, che detiene attualmente la Presidenza del Consiglio dell’UE e della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE, siamo convinti della necessità di dare nuovo slancio all’integrazione europea“.
Comincia così PIU’ INTEGRAZIONE EUROPEA: LA STRADA DA PERCORRERE, un documento firmato ieri alla Camera, in pompa magna, con tanto di pianisti e cori che interpretano l’Inno alla Gioia, dalla nostra Presidente della Camera Laura Boldrini, dal presidente dell’Assemblea Nazionale Francese Claude Bartolone, da Norbert Lammert, Presidente del Bundestag e da Mars Di Bartolomeo, Presidente del Gran Ducato del Lussemburgo. Il tutto suggellato da una campagna social dall’hashtag che parla da solo: “All we need is MORE EU“, prodotto e diffuso dalla Camera dei Deputati.
Durante la conferenza stampa, ecco le parole della Boldrini: “L’EU ci ha garantito pace, crescita e benessere” (pace e benessere? E i suicidi? E i bambini affamati in Grecia?), “Non c’è alternativa a una maggiore integrazione politica europea: dobbiamo riprendere il percorso verso gli Stati Uniti d’Europa“. E cosa dice Claude Bortolone, presidente della più importante camera francese, in un’intervista a Repubblica? In sostanza, che per fare gli Stati Uniti d’Europa ci sarebbe bisogno di cambiare i trattati, ma siccome non c’è tempo, e siccome “se ora ci fosse un voto in Francia avremmo un altro risultato sfavorevole all’Europa“, allora bisogna accellerare con l’integrazione (cedere sovranità fiscale), così “se riuscissimo a dare risposte alle inquietudini dei cittadini, le cose potrebbero andare diversamente“. Che cosa significa? Significa – e davvero più chiaro di così non si può – che siccome democraticamente questi USE non riuscirebbero a costruirli mai, loro li fanno lo stesso, sperando che poi i cittadini possano accettarlo. Il tutto con la benedizione di Sergio Mattarella, che ha ospitato i quattro “pionieri” (come vengono definiti su Repubblica) per dare loro la sua benedizione.
Mattarella che intanto continua a non rispondere alla lettera dell’economista Paolo Savona, che gli chiede proprio conto di accordi riservati che avrebbe preso per la definitiva cessione della sovranità fiscale italiana alla UE. Una risposta che francamente, dopo quello che è successo alla Camera, appare scontata, ma che ciononostante è necessario continuare a chiedere, usando l’hashtag #MattarellaRispondi.
Dunque non so se vi siete resi conto: abbiamo la Presidente della Camera (che in un’ottica di terzietà rispetto alle istanze politiche dovrebbe limitarsi a garantire il corretto funzionamento del Parlamento, organo deputato a prendere decisioni in nome e per conto del popolo sovrano) che prende l’iniziativa di firmare una dichiarazione congiunta con Francia, Germania e Lussemburgo per chiedere agli altri presidenti dei parlamenti UE di unirsi nella richiesta di procedere speditamente alla finalizzazione degli Stati Uniti d’Europa. Badate bene, non sono i”parlamenti” a fare questa richiesta (i parlamenti parlano attraverso le leggi), ma i presidenti delle Camere, che utilizzano il loro ruolo, abusandone, per dare un indirizzo politico. E lo fanno usando una sede istituzionale, con una scenografia e una coreografia elaborate, utilizzando soldi pubblici per perseguire interessi privati (anche se loro li identificano unilateralmente con l’interesse di tutti).
Per giustificare l’esigenza di questa ennesima eversiva e sfacciata accelerazione, Laura Boldrini utilizza la tragedia dei migranti. La solita vecchia tecnica delle crisi motore dell’integrazione europea.
Qualcuno potrebbe rispondere che Laura Boldrini, come tutti i cittadini, ha facoltà di fare dichiarazioni su quello che le pare. In realtà no: il suo ruolo è tale per cui non deve esserle consentito abusare del suo peso istituzionale e della sua autorevolezza, conferiti in un’ottica ben precisa e limitatamente ai compiti previsti dai regolamenti, per portare avanti campagne personali e superare il Parlamento (che su questi temi recentemente non è mai stato chiamato ad esprimersi) su temi così drammaticamente esiziali per la vita democratica del Paese. Questa, a mio parere, si chiama “eversione” (dalla Treccani: “Rovesciamento, sconvolgimento del potere costituito anche attraverso atti rivoluzionari o terroristici“). Oggi non serve più la complicità dell’esercito per fare un colpo di stato: basta quella dei principali media, che inneggiano a questa iniziativa festanti, mentre una intera classe di ragazzini inconsapevoli viene invitata a Montecitorio per subire la propaganda europeista della Boldrini, che mescola la retorica dei “padri costituenti” alle tragedie umanitarie per spingere a commozione, senza specificare che gli unici padri costituenti a cui dobbiamo rispetto e che hanno rilevanza sono quelli che hanno scritto la Costituzione italiana, perché è uscita da un lungo percorso assembleare. Quale percorso assembleare ha avuto il manifesto di Ventotene?
Non c’è legittimazione politica agli Stati Uniti d’Europa. E’ un progetto eversivo unilaterale di cessione della sovranità che un paese normale dovrebbe denunciare e processare. Invece loro brindano, senza nessuno che gli ricordi che esiste un Parlamento per decidere queste cose. Né i cittadini né il Parlamento stesso.
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