Giuseppe Cianci
Cresce sempre più negli italiani l'affezione verso il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Gli ultimi sondaggi collocano il M5Stra i 20 e i 25 punti di percentuale (ultimi rilevamenti demoscopici sulle intenzioni di voto diffusi dall'Istituto iXè per la trasmissione televisiva Agorà su RaiTre): un dato per difetto, lo sanno tutti, proprio perché non tiene conto della devastante capacità di mobilitazione degli attivisti grillini e dell'effetto polarizzazione delle ultime settimane prima del voto. E l'idea di un Movimento intorno al 30% terrorizza i partiti e la stampa di regime, quella che, a denti stretti, cerca di difendere ciò che ormai resta del Sistema.
L'editoriale domenicale di Eugenio Scalfari, che ha voluto dipingere l'Italia e l'Europa allo sbando in caso di vittoria del Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni, è solo l'ultimo atto di una vera e propria campagna di stampa intesa a tenere in piedi ciò che resta della vecchia partitocrazia, fatta di privilegi e concessioni di favori a lobby amiche.
Un attacco cui ha fatto seguito la reazione di Enrico Letta riguardo alla presunta disinformazione di Grillo sulla questione degli incentivi approvati dal Governo per la lotta alla disoccupazione giovanile, peccato che le affermazioni di Grillo sul flop di tali incentivi erano supportate anche da un esauriente articolo del Corriere della Sera in merito proprio al flop dei bonus ai giovani. Attacchi diversi ma che si inseriscono in un percorso di escalation della reazione della politica tradizionale all'avanzata a tutto campo dell'esercito a 5 Stelle.
Una reazione che si manifesta in ogni direzione e con ogni mezzo: dalla marginalizzazione in Parlamento del lavoro svolto dai parlamentari grillini, alla ricostruzione interna dei partiti tradizionali (vedasi le primarie del Partito Democratico e il ritorno a Forza Italia, o la ristrutturazione di Scelta Civica), passando per alcune concessioni al populismo di qualche scelta governativa, per arrivare ad alcune scelte plateali come il voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi, la desecretazione dei verbali del caso Schiavone ed il contenimento dei costi delle due Camere del Parlamento, tutti obiettivi portati avanti da tempo dal Movimento 5 Stelle.
C'è però, a favore dell'elettorato grillino, la crescita "qualitativa" del Movimento 5 Stelle. E' infatti soltanto un ricordo ormai il bel tempo andato in cui gli eletti grillini studiavano per capire come presentare una mozione, un odg o una proposta di legge. La crescita del livello qualitativo dei deputati e senatori grillini è oggi sotto gli occhi di tutti e cittadini come Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Paola Taverna o Mario Michele Giarrusso, tutti eletti tra le fila del M5S, non hanno nulla da invidiare ai professionisti della politica che da oltre un ventennio occupano le poltrone dei Palazzi.
Dal piano carceri alla presentazione di una proposta seria per il reddito garantito, (sono solo alcuni esempi delle proposte portate avanti dai grillini), gli eletti del Movimento 5 Stelle stanno mettendo in campo uno sforzo enorme di legittimazione politica, che allontana sempre più gli interventi diretti di Grillo sul loro lavoro in Parlamento, e che sta riscuotendo sempre più consenso da parte dell'elettorato. Appare dunque evidente che il Movimento 5 Stelle si presenterà, alle prossime elezioni politiche, come la principale forza di Governo.
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