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domenica 5 gennaio 2014

FASSINA CHI ? LA CAMPANA ALFINE INIZIO' A SUONARE PER TUTTE LE VALLI...



FONTE: ORIZZONTE48 (BLOG)

La notizia delle dimissioni di Fassina è ormai di dominio pubblico (da alcuni minuti o giù di lì).

Così come è dilagata la enfatizzazione del suo "antefatto", e cioè il "Fassina chi?" pronunziato da Renzi.
Fassina, poi, nel concreto delle dichiarazioni, (se sono state fedelmente riportate), fa una puntualizzazione che non è per nulla priva di implicazioni:
«È responsabilità di Renzi, che ha ricevuto un così largo mandato - ha osservato Fassina nel motivare le sue dimissioni - proporre uomini e donne sulla sua linea».


Detta da chi ha la titolarità di una linea di politica economico-fiscale, che, dati i notori "vincoli" impostici dall'€uropa, non potrebbe, in linea teorica e giuridico-internazionale, essere particolarmente mutata all'interno di QUALSIASI forza politica italiana attuale, e ancor meno del PD, per effetto del "mero" cambio del suo vertice partitico, la dichiarazione di Fassina fa meditare.

Essa dice, in sostanza, che quanto incombe sul Paese nella "linea" renziana è qualcosa di cui Fassina stesso non si sente di assumere la responsabilità. Il che gli fa onore.
E, al tempo stesso, propone, un interrogativo piuttosto clamoroso sulla portata di questa "linea": gli italiani, in realtà, nell'ortodossia dei diktat merkeliani, dragheschi e, ovviamente, renziani, non hanno ancora visto nulla, in confronto con ciò che li attende!
Tanto che Fassina aggiunge «È naturale, direi doveroso che la nuova segreteria guidata da Renzi, che ha vinto in modo forte il congresso, segni l’agenda di governo».
Essa si preannunzia talmente "oltre" nella direzione del rabbioso ordoliberismo filo-tedesco, e cieco a ogni seria analisi della realtà economica, che crea (finalmente?) una presa di distanza, senza precedenti, all'interno della principale formazione ordoliberista italiana; una presa di distanza che potrebbe espandersi e prendere le dimensioni di un ben più vasto movimento.

Ricordiamoci, che le "scissioni", o le "prese di distanza da se stessi", all'interno del PD, sono una fenomenologia ben tenuta presente nella ipotesi frattalica. E preannunziano un 25 luglio che assume sempre più i contorni di una resa dei conti tardiva e disastrosa.
La Salò che in prospettiva si delinea (come qualcun altro ha già rilevato) sarà incentrata sulla ingannevole e immaginaria prospettiva della rivedibilità dei trattati sulla moneta unica. A cominciare dalla ipocrita e tardiva questione del limite del deficit al 3%, quando il 2014 deve segnare addirittura il pareggio di bilancio "strutturale" e l'applicazione del fiscal compact, in un'orgia di tasse patrimoniali, pagate coi redditi e risparmi residui, con l'occupazione, sempre più precarizzata e con la demonizzazione della residua spesa pubblica...

questa stessa prospettiva, da regime ferito e ferocemente teso a nascondere la verità, (raccontando fino all'ultimo le stesse menzogne, pur di fronte al sempre più disperato risveglio di un'opinione pubblica non più "sedabile"), risulta per la verità abbracciata, in vari modi, da tutte le forze politiche presenti in parlamento.
Tutte: anche quelle che ostinatamente, rifiutando la realtà normativa dei trattati, su tutti i punti proposti, credono di poterla ridiscutere in tempi e forme del tutto incompatibili sia con le stesse regole negoziali dei trattati, sia con i rapporti di forza che non sono stati mai così sfavorevoli, sia, infine, coi tempi stretti del disastro in cui siamo ormai avviati, ora dopo ora.
E si inoltrano in un ambiguo cerchiobottismo che appare ormai sinergico con l'estrema difesa della conservazione ordoliberista e, anzi,definitivamente abrogatrice della Costituzione democratica.

In fondo la mossa di Fassina mette in mora molti altri.
Per pensieri, parole opere ed omissioni, già agli atti. E che non si potranno più nascondere.
Il tempo delle scelte irrevocabili si sta avvicinando.
Ci sarà da ridere. Questo almeno non ce lo potranno togliere...

Fonte: http://orizzonte48.blogspot.it

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