di Eugenio Bonanata
"Valori di diossine e pm10 talmente alti che anche le cantraline sono impazzite nel leggerli". Sarebbe questo il dato, relativo all'inquinamento della Ferriera di Potenza, su cui i ricercatori dell'Agenzia all'Ambiente di Puglia e Basilicata,
si starebbero concentrando nelle ultime ore.
Da giugno i controlli. Diossine come a Taranto. I fatti li conosciamo. Per la prima volta dopo 40 anni di fumi incontrollati, quest'estate, a giugno l'Arpab (Agenzia regionale per l'Ambiente della Basilicata) ha deciso di vederci chiaro. E di capire quali polveri sottili si nascondono dietro le nebbie scure della Ferriera di Potenza. L'impianto siderurgico, di proprietà del Gruppo Pittini, produce tondini per l'edilizia fondendo prevalentemente carcasse d'auto. Dopo decenni di lamentele dei cittadini dei quartieri Bucaletto, Betlemme e Marrucaro, finalmente si è deciso di capire quali polveri sottili si annidano nelle combustioni della Ferriera. E sono le diossine, lo ricordiamo, la vera bestia nera da tener lontano perché responsabili di patologie tumorali (polmonari e non). Ebbene, quelle analisi condotte dall'Arpa lucana in collaborazione con l'Arpa Puglia ci hanno annunciato, un mese fa, che attorno alla Ferriera, accanto alle abitazioni di Bucaletto, lì dove era posizionata una delle centraline, i valori si sono rivelati pari a quelli riscontrati a Taranto, rione Tamburi, accanto all'Ilva, tra gli anni 2008- 2009.
I controlli e quei valori "talmente alti da far sfarfallare persino le centraline". Ma se una prima approssimativa relazione sui dati riscontrati tra giugno e agosto (2013) è stata resa nota dall'Arpab e consegnata anche al Comune di Potenza, altre campionature sono tuttora in corso e i valori saranno noti solo a fine gennaio. E il sindaco Santarsiero, per non allarmare, il mese scorso, quando emersero i primi sconfortanti risultati, invitò a non tirare conclusioni affrettate. Consigliò di aspettare "i nuovi rilievi di gennaio". Ma a quanto pare qualcosa di ancora più eclatante starebbe per emergere. E cioè che i valori di diossine e furani di una delle 3 centraline disponibili, sarebbero talmente schizzati alle stelle, durante le rilevazioni, da far impazzire le stesse macchinette rilevatrici. Come raccontarlo? Come tradurlo in dati e in un linguaggio che non preoccupi i cittadini? Sarebbe questo il grattacapo su cui si starebbero scervellando i ricercatori lucani e pugliesi negli ultimi giorni. Quei valori farebbero paura e sarebbero difficili persino da tradurre in dati!
Vittime inconsapevoli. E pensare che negli ultimi mesi la Ferriera ha conosciuto diversi stop produttivi per adeguare i camini alle prescrizioni previste dall'Autorizzazione Integrata Ambientale concessa dalla Regione Basilicata nel 2012. Figuriamoci se i rilievi fossero stati fatti diversi anni fa. Quando Berta filava e i controlli erano pressocché assenti. Forse allora la situazione era ancora peggiore, ma la scienza ancora non esisteva nella zona industriale di Potenza. Speriamo almeno che adesso il coraggio degli enti pubblici preposti ai controlli faccia il paio con la tenacia, ancor più necessaria, della magistratura potentina che sta indagando su quei 'terribili' fumi scuri. E speriamo che Taranto e il giudice Tudisco illuminino anche il cammino sulla strada della Ferriera di Potenza. Non c'è più tempo da perdere.
Fonte: Basilicata24.it
Fonte: Basilicata24.it
Mer, 08/01/2014 - 17:40
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