di Redazione Basilicata24
L’ennesimo strano episodio di oggi al Centro oli di Viggiano mette ancora una volta in evidenza le criticità connesse alla presenza dell’attività petrolifera in Val d’Agri: l’impatto ambientale della struttura produttiva e la carenza di informazioni certe. L’impianto di desolforizzazione (con annessi e connessi), così come dimostrato dall’esperienza ormai di un quindicennio, ha un’alta frequenza di malfunzionamenti, intoppi, incidenti. A fronte di tutto ciò, non possono più bastare le rassicurazioni dell’Eni sulle possibili conseguenze. In Val d’Agri dobbiamo ancora recuperare il tempo perduto sul fronte dei controlli e della sicurezza, per i cittadini e per l’ambiente. Urge un sistema di monitoraggio certo e trasparente, cui deve necessariamente accompagnarsi un insieme di regole e procedure chiare, oltre ad un livello di diffusione delle informazioni in tempo reale, fino ad oggi inesistente, controllato dalla mano pubblica che sia in grado di “dettare” la linea, anche a scapito dei forti interessi economici in gioco. Un sistema che sia in grado di dare certezze e sicurezze ai cittadini che oggi invece vedono la presenza dell’industria petrolifera in Basilicata solo come una minaccia per la salute e per l’ambiente. Legambiente si rivolge al mondo del lavoro, della scuola e all’intera società civile affinchè esercitino un rinnovato ruolo di custodia del territorio, a tutela di diritti irrinunciabili, per pretendere un presente e un futuro “puliti” per la Val d’Agri e per tutta la Basilicata. Controlli, trasparenza e deciso sostegno alle aree protette: queste sono le risposte che le popolazioni dei territori interessati chiedono e si aspettano di ottenere. A questi obiettivi si rivolgerà inoltre ancora una volta, con maggior forza e decisione, l’impegno della Legambiente.
Legambiente Basilicata
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