di Vincenzo Cirigliano
Era nell'aria, tanti errori non possono che portare a questi risultati. Chi aveva intuito da mesi questo esito, prima ancora che accadesse in Abruzzo e in Sardegna, aveva seguito un semplice ragionamento: se si vogliono affrontare oggi le elezioni Regionali in Italia, sperando in una minima possibilità di vittoria, o riesci a cambiare la legge elettorale, cosa che difficilmente il Sistema ti consente di fare, o cerchi di incunearti nell'attuale sistema di voto cercando di insinuarti nei bag dell'attuale meccanismo.
Quei Bag non sono altro che la presenza capillare sul territorio, quella presenza a cui si sono aggrappati tutti quei partiti che hanno visto in questi anni svanire il loro potere consolidato nel corso di un trentennio, attraverso un sistema di potere che per la prima volta, dal 4 Marzo 2018, ha iniziato pericolosamente a vacillare.
Sarebbe bastato in Basilicata costituire un tessuto capillare sul territorio, attraverso gli stessi iscritti al Movimento, con una rete di liste collegate che avrebbero dovuto abbracciare tutte le aree territoriali. In tal caso, premesso che il risultato del Movimento in Basilicata non è negativo di per sè ma sicuramente insufficiente se rapportato all'occasione di Governo che il Movimento sta vivendo a livello Nazionale e alla situazione Lucana segnata profondamente dai temi ambientali legati alle estrazioni Petrolifere che avrebbero dovuto avvantaggiare il M5S, se la matematica non è una opinione, considerando che ogni candidato porta con se una considerevole dote di voti, il risultato finale alle Regionali sarebbe stato tutt'altro che scontato per i partiti della casta.
Per l'ennesima volta il Movimento è rimasto invece sordo ai tanti appelli che lo avevano messo in guardia, cercando di evitare questa tornata elettorale decisamente sottotono rispetto a quelle che potevano essere le attese, caparbiamente sordo, in linea con quanto avvenuto già in altre occasioni, quali, per non dimenticare, le candidature alle Parlamentarie, dove, lo staff del Movimento, chiuso nelle sue criptiche posizioni e indifferente alle indicazioni di tanti attivisti, ha finito con il penalizzare, in un certo senso, i suoi stessi iscritti storici, quelli che ci hanno creduto sin dalla prima ora ed hanno lottato con tutte le forze per cercare di portare un'anonimo Movimento a diventare forza di Governo , in tante occasioni addirittura derisi da chi si divertiva a dargli dei pazzi, illusi dalle parole di un comico . Un Movimento che alle ultime Parlamentarie ha portato in Parlamento personaggi di ogni sorta, scelti con un sistema di Candidature senza filtri e vincoli di Iscrizione, che hanno consentito a tutti, anche agli iscritti dell'ultima ora, quelli saliti a Bordo quando il Movimento valeva il 25%, quindi già forza consolidata, di potersi Candidare e costruirsi, a volte anche con pratiche elettorali scandalosamente affini e riconducibili alle pratiche della più becera e vecchia politica, il loro deciso e ambito percorso verso il Parlamento.
Per non parlare poi di coloro che sono stati catapultati in Parlamento nella quota Uninominale, personaggi che non hanno mai alzato un dito al fianco del Movimento, tranne rare eccezioni, e che si sono trovati in Parlamento, con loro stessa immensa sorpresa, non rendendosi neanche conto di ciò che gli era accaduto, premiati da una voglia di cambiamento degli Italiani che si sarebbe confermata e manifestata anche senza la loro presenza. Tanti errori, troppi errori, tra Elezioni Parlamentari e Regionali, che, con evidenza empirica, già oggi stiamo pagando in Parlamento con reiterate e frequenti défaillance che finiscono con il minare alle fondamenta anche la tenuta istituzionale dell'attauale Governo. Un percorso disseminato di troppi, imperdonabili errori, che hanno contribuito ad indebolire quella base storica che è stata e che ancor oggi rimane il vero propulsore del Movimento, base che si sarebbe dovuto valorizzare e tutelare, piuttosto che tradire e umiliare.
Tanti errori, troppi errori. Errori che il Movimento reitera, ahimè, anche a livello di Programma Parlamentare e di Governo, rischiando oggi di perdere la classe media italiana, quella che si aspettava qualcosa in più dal Reddito di Cittadinanza o da quell'agognata detassazione sulle Imposte che avrebbe dovuto ridarle ossigeno e che alla luce dei provvedimenti messi in campo rimane invece in una apnea profonda, non avendo registrato ad oggi alcun beneficio diretto e palpabile a livello economico, dai provvedimenti sino ad ora concretizzatisi. Provvedimenti che non hanno neanche creato prospettive ai loro figli (chi fa parte della classe media un lavoro, seppur di poco superiore alla soglia di accesso al RdC, ce l'ha, anche se rasenta la sopravvivenza), esclusi addirittura dai percorsi di formazione e di lavoro del Reddito di Cittadinanza, che li hanno posti addirittura in una condizione di cronica disoccupazione, penalizzandoli addirittura nei confronti dei giovani che rientrano nel circuito del RdC. Una classe media che se non si corre ai ripari si rischia drammaticamente di perdere e riconsegnare al nemico. Se il Movimento vuole ritrovare se stesso e soprattutto lo spirito giusto per ricominciare a correre, deve interrogarsi e fare un'approfondita e doverosa autocritica. In fondo gli errori servono per imparare ed apportare le dovute correzioni di rotta. Ignorarli o sottovalutarli, potrebbe rivelarsi devastante.
La storia del Movimento merita ben altro epilogo, consci che quell'epilogo siamo noi, con il nostro pensiero e le nostre azioni, a determinarlo. Da ora in poi, vietato Sbagliare, pena l'oblio.
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