Ne L’Ideologia Tedesca Marx sosteneva che
“le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti”.
Nelle cosiddette “democrazie liberali”, dove i padroni devono ingegnarsi per ammantare di finto pluralismo l’imposizione di un sostanziale pensiero unico, la massima del filosofo di Treviri si realizza grazie al controllo dei principali mezzi di comunicazione, tutti di fatto militarmente orientati nella diffusione e nella difesa dei “dogmi laici” che tengono in piedi la struttura di potere che consente alle élite di dominaree affamare masse popolari scientificamente raggirate e disarticolate.
Così si spiega l’isteria collettiva che ha colpito i soliti farisei nell’assistere alla messa in onda di un servizio televisivo che, per la prima volta, su una rete nazionale, demistificava il grande imbroglio del “debito pubblico” e spiegava in termini aurorali ma efficaci il concetto di “sovranità monetaria”.
Povera patria, poveri noi
Onore quindi a Carlo Freccero e ai coraggiosi autori del programma “Povera Patria” che hanno procurato un meritato travaso di bile ai tanti “Marattin” che popolano senza costrutto i principali talk show televisivi del Belpaese.
Perché il servizio andato in onda su Rai Due ha messo così paura a tanti diversi lestofanti?
Perché, come sintetizzava brillantemente Henry Ford:
«la fortuna delle classi dirigenti è che il popolo non capisce come funziona il sistema bancario e monetario, perché se lo capisse probabilmente scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina».
Nell’ottica di chi gestisce la baracca, quindi, le televisioni più importanti − quelle che raggiungono cioè milioni di telespettatori − devono limitarsi a veicolare concetti semplici e banali in linea con la professione di fede nelle virtù del dio-mercato venerato dai globalisti e dai neoliberisti.
Il clero laico composto da giornalisti pagati per insegnare le giuste preghiere al popolino deve quindi ripetere sempre e comunque all’unisono che
Gli altri, quelli cioè che rifiutano le verità rivelate, vanno perciò scomunicati e bollati come eretici e nemici della fede.
Il discorso papale…
Preoccupato per avere notato come i nuovi gestori della Rai abbiano osato infrangere cotanto tabù, ieri è sceso in campo da par suo direttamente il “papa nero” Mario Draghi, per comunicare “urbi” et “orbi” (più orbi in verità) i contenuti della sua ultima enciclica.
Il sommo sacerdote ha quindi ricordato ai reprobi i pericoli insiti nel discostarsi dal cammino della vera fede che conduce alla salvezza, quello fatto di «riforme strutturali che generano fiducia e rendono sostenibile il debito anche in periodi di moderata recessione», mentre i Paesi che persevereranno diabolicamente nel peccato-debito finiranno all’inferno condannati senza appello dai signori della finanza che tutto vedono e tutto sanno, in ogni tempo e in ogni luogo.
All’uopo, il profeta Draghi ha già riscritto l’articolo 1 della nostra Costituzione che ora così recita:
“La sovranità appartiene al popolo, solo se il debito pubblico non è troppo alto. Altrimenti appartiene ai mercati speculativi finanziari internazionali. Sia fatta la volontà del cielo e dell’eurotower, amen”.
via Unoeditori
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