di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
M5S e Lega hanno vinto le elezioni dicendo basta all’austerità e proponendo 130 miliardi di spese per reddito di cittadinanza e flat tax. Entrambi hanno promesso pensioni dignitose con il superamento della legge Fornero.
Il Pil dell’Italia è oggi di 1.600 miliardi. All’incirca come 10 anni fa. Se invece avesse continuato a salire della percentuale media del periodo 1950-2000 (tra il 4 e il 5%, inclusa inflazione) sarebbe oggi oltre i 2.000 miliardi.
Una politica espansiva dell’ordine di 100 miliardi l’anno è quindi adeguata a un Paese che ha perso 400 miliardi di Pil potenziale. Il problema di fondo è che le economie avanzate oggi hanno molto debito, sia pubblico che privato.
In media pari a circa 3 volte il Pil. Le Banche Centrali hanno stampato migliaia di miliardi per comprare debito sul mercato e alleggerirne il peso. La Bce ha stampato (elettronicamente) 3 mila miliardi. Ha comprato e fatto comprare alle banche italiane e Bankitalia circa 700 miliardi di Btp riducendone i rendimenti fino a zero sulle scadenza a uno o due anni.
Il Ministro dell’Economia Tria parla solo di ridurre i deficit per restare dentro i vincoli Ue: dal 2,3% del 2017 all’1,6% nel 2018. Secondo quanto concordato dai governi precedenti, andrebbe ridotto a zero nel 2020.
PROMESSE
Rispettare i vincoli Ue, come vuole il Ministro, significa però non realizzare il programma espansivo annunciato da Salvini e Di Maio. Non è, si badi, solo Tria ad avere invertito la rotta, perché si sono moltiplicate le dichiarazioni all’interno del governo, in parte anche contrastanti, per cui, ad esempio, sembrerebbe rimandata all’anno prossimo la flat tax. Non solo. In questi giorni il sottosegretario all’ Economia, Laura Castelli del M5S, ha dichiarato: «Non so, se servirà una manovra correttiva, ma pare di sì». Solo Matteo Salvini continua, con grande coerenza, a ricordare che «se i vincoli europei sono dannosi non è detto che debbano essere rispettati». Ma al Ministero dell’Economia c’è Tria che intende rispettarli. I documenti che vengono firmati (vedi il Def per il 2018 e quelli del recente summit europeo) per ora lo confermano. C’è allora una via d’uscita al copione dei vincoli di bilancio Ue?
Solo due anni fa l’attuale Ministro dell’Economia scriveva articoli dal titolo molto esplicito «Superare il tabù della monetizzazione del deficit per salvare l’euro», in cui proponeva di finanziare un 2% in più di deficit stampando moneta. Tria spiegava che l’austerità ha fallito e che l’unica soluzione era la seguente: invece di indebitarsi sempre sui mercati lo Stato stampi moneta (per finanziare investimenti pubblici).
STAMPARE MONETA
Il Ministro dell’Economia Tria parla solo di ridurre i deficit per restare dentro i vincoli Ue: dal 2,3% del 2017 all’1,6% nel 2018. Secondo quanto concordato dai governi precedenti, andrebbe ridotto a zero nel 2020.
PROMESSE
Rispettare i vincoli Ue, come vuole il Ministro, significa però non realizzare il programma espansivo annunciato da Salvini e Di Maio. Non è, si badi, solo Tria ad avere invertito la rotta, perché si sono moltiplicate le dichiarazioni all’interno del governo, in parte anche contrastanti, per cui, ad esempio, sembrerebbe rimandata all’anno prossimo la flat tax. Non solo. In questi giorni il sottosegretario all’ Economia, Laura Castelli del M5S, ha dichiarato: «Non so, se servirà una manovra correttiva, ma pare di sì». Solo Matteo Salvini continua, con grande coerenza, a ricordare che «se i vincoli europei sono dannosi non è detto che debbano essere rispettati». Ma al Ministero dell’Economia c’è Tria che intende rispettarli. I documenti che vengono firmati (vedi il Def per il 2018 e quelli del recente summit europeo) per ora lo confermano. C’è allora una via d’uscita al copione dei vincoli di bilancio Ue?
Solo due anni fa l’attuale Ministro dell’Economia scriveva articoli dal titolo molto esplicito «Superare il tabù della monetizzazione del deficit per salvare l’euro», in cui proponeva di finanziare un 2% in più di deficit stampando moneta. Tria spiegava che l’austerità ha fallito e che l’unica soluzione era la seguente: invece di indebitarsi sempre sui mercati lo Stato stampi moneta (per finanziare investimenti pubblici).
STAMPARE MONETA
Stampare moneta è un tabù, come scriveva Tria, che va superato, perché consente di alleggerire il peso del debito senza affossare l’economia come avviene con l’austerità. Perché non c’è traccia di questa soluzione alternativa alla nuova austerità? Siamo condannati, qualunque governo si elegga, anche populista e “sovranista”, a rimanere per sempre sotto il ricatto dei mercati che impongono l’austerità. Cioè una tassazione soffocante, il blocco degli investimenti pubblici e la disoccupazione crescente?
In realtà no, la soluzione prospettata un tempo anche da Tria di stampare moneta e non di indebitarsi è quella giusta. E nel programma della Lega, poi ripreso nel “contratto di governo”, c’è un principio di soluzione che va in questa direzione senza neppure violare i Trattati europei: la proposta dell’emissione di 70 miliardi di mini-Bot per pagare i crediti delle imprese verso lo Stato, una proposta che va nel senso di quanto affermato da diversi economisti come Stiglitz, per i quali l’Italia può, intanto creare una moneta fiscale parallela all’euro.
Insomma, è vero che non ha alcun senso criticare un governo a poco più di un mese dal suo insediamento, è vero anche che in questo mese Salvini ha dato forti segnali sull’immigrazione ma per l’economia non possiamo aspettare a lungo. Dateci a settembre i mini-Bot, per dimostrare che si intende fare sul serio.
In realtà no, la soluzione prospettata un tempo anche da Tria di stampare moneta e non di indebitarsi è quella giusta. E nel programma della Lega, poi ripreso nel “contratto di governo”, c’è un principio di soluzione che va in questa direzione senza neppure violare i Trattati europei: la proposta dell’emissione di 70 miliardi di mini-Bot per pagare i crediti delle imprese verso lo Stato, una proposta che va nel senso di quanto affermato da diversi economisti come Stiglitz, per i quali l’Italia può, intanto creare una moneta fiscale parallela all’euro.
Insomma, è vero che non ha alcun senso criticare un governo a poco più di un mese dal suo insediamento, è vero anche che in questo mese Salvini ha dato forti segnali sull’immigrazione ma per l’economia non possiamo aspettare a lungo. Dateci a settembre i mini-Bot, per dimostrare che si intende fare sul serio.
Dal Blog di Paolo Becchi
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