L’antefatto: nel novembre 2016, in occasione di un convegno sui vaccini, il Codacons aveva diffuso un volantino dove riportava che “le iniziative” del Ricciardi “sarebbero” state sponsorizzate da varie case farmaceutiche produttrici di vaccini, mentre era a capo dell’ISS come Commissario straordinario.
Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità aveva allora denunciato Carlo Rienzi e Nicola Basilico per aver leso il suo onore e la sua reputazione, in quanto sarebbe stato affermato che “egli stesso” era sponsorizzato dalle case farmaceutiche.
Ora, la sentenza n.1231/18 del Tribunale di Roma, emessa in data 13 giugno, ha dichiarato il non luogo a procedere, perché “il fatto non sussiste”.
Nelle motivazioni della sentenza si legge che “emerge dagli atti che, almeno alla data del 28.5.2013, il Ricciardi aveva effettivamente svolto consulenze per diverse case farmaceutiche anche produttrici di vaccini”e, si aggiunge, “che le varie iniziative (e non il Ricciardi) siano state sponsorizzate dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini, vi è prova in atti: vi sono i contratti con i quali le case farmaceutiche hanno sponsorizzato i Progetti di cui si parla nel volantino, stipulati con l’Università Cattolica del Sacro Cuore o le dichiarazioni dei legali rappresentanti delle case farmaceutiche che confermano il dato”.
Nella sostanza, il Giudice per l’Udienza Preliminare Giulia Proto ha rigettato la richiesta di Ricciardi in quanto mal formulata: mentre il volantino di Rienzi sosteneva infatti che sarebbero state “le iniziative” di Ricciardi ad essere state sponsorizzate dalle case farmaceutiche (fatto acclarato), la denuncia è stata presentata sul fatto che “il Ricciardi stesso” sarebbe stato sponsorizzato dalle case farmaceutiche. “Non vi è dunque alcuna offesa al Ricciardi”, si legge nella sentenza, “dal momento che nello scritto incriminato non si legge quanto riportato nell’imputazione, riferensodi invece, la sponsorizzazione, alle iniziative ivi indicate, circostanza oggettivamente dimostrata“.
Dunque le iniziative di Ricciardi sono state sponsorizzate dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini e Ricciardi è in una posizione tale da avere un’influenza determinante nelle decisioni sulle politiche vaccinali. La magistratura non lo dice, ma lasciamo ai lettori decidere se questo configuri o meno un conflitto d’interessi.
Aggiornamento: il Codacons, in persona del suo legale rappresentante Giuseppe Ursini, ci tiene ad integrare questo post con le osservazioni incluse nel documento Word scaricabile al link seguente: “Rettifica del Codacons“.
Nelle motivazioni della sentenza si legge che “emerge dagli atti che, almeno alla data del 28.5.2013, il Ricciardi aveva effettivamente svolto consulenze per diverse case farmaceutiche anche produttrici di vaccini”e, si aggiunge, “che le varie iniziative (e non il Ricciardi) siano state sponsorizzate dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini, vi è prova in atti: vi sono i contratti con i quali le case farmaceutiche hanno sponsorizzato i Progetti di cui si parla nel volantino, stipulati con l’Università Cattolica del Sacro Cuore o le dichiarazioni dei legali rappresentanti delle case farmaceutiche che confermano il dato”.
Nella sostanza, il Giudice per l’Udienza Preliminare Giulia Proto ha rigettato la richiesta di Ricciardi in quanto mal formulata: mentre il volantino di Rienzi sosteneva infatti che sarebbero state “le iniziative” di Ricciardi ad essere state sponsorizzate dalle case farmaceutiche (fatto acclarato), la denuncia è stata presentata sul fatto che “il Ricciardi stesso” sarebbe stato sponsorizzato dalle case farmaceutiche. “Non vi è dunque alcuna offesa al Ricciardi”, si legge nella sentenza, “dal momento che nello scritto incriminato non si legge quanto riportato nell’imputazione, riferensodi invece, la sponsorizzazione, alle iniziative ivi indicate, circostanza oggettivamente dimostrata“.
Dunque le iniziative di Ricciardi sono state sponsorizzate dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini e Ricciardi è in una posizione tale da avere un’influenza determinante nelle decisioni sulle politiche vaccinali. La magistratura non lo dice, ma lasciamo ai lettori decidere se questo configuri o meno un conflitto d’interessi.
Aggiornamento: il Codacons, in persona del suo legale rappresentante Giuseppe Ursini, ci tiene ad integrare questo post con le osservazioni incluse nel documento Word scaricabile al link seguente: “Rettifica del Codacons“.
fonte: ByoBlu
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