Non dovremmo farci condizionare dalla propaganda mediatica hollywoodista, il ‘Deep State’ è un potere concreto, è profondo e potente e non una semplice teoria cospirativa. Inoltre non ha paura di funzionare allo scoperto ed è tutt’altro che tetragono e univoco. Lo stato profondo è semplicemente il governo permanente non eletto, che continua ad applicare il proprio potere indipendentemente dal voto degli americani.
Il presidente Trump rappresenta solo alcune fazioni dello stato profondo, altre fazioni sono determinate a boicottare le azioni del Presidente e ad impedire che si realizzino, tutto ciò è apparso evidente al summit di Helsinki.
Ecco cosa diceva Foa su questo argomento un pò di tempo fa
Qualunque passo verso la pace con la Russia è naturalmente sentito come avverso alla politica militarista guerrafondaia dei neocons, perché ci sono profitti miliardari in ballo. Quindi ‘inside the Beltway’ il complesso militare-industriale è terrorizzato dalla pace che sembra essere scoppiata con la Russia e farà tutto il possibile per evitare che ciò accada.
Il ‘Deep State’ trova la sua naturale espressione in una Nato, che invece di difendere la pace nel mondo, ne mina alle fondamenta le radici, cercando inoltre di impedire la transizione in atto da un sistema unipolare governato unicamente dagli Usa, ad un sistema multipolare, con il ritorno della competizione tra grandi potenze che lottano per l’egemonia.
Trump si sta adattando a questo cambiamento, cercando di favorirlo, in nome della sua politica isolazionistica, e cercando di sopravvivere politicamente nell’ambiente ostile del Russiagate, ordito proprio dallo stato profondo contro di lui.
Ancora prima del vertice di Helsinki, anche l’incontro dei paesi della NATO a Bruxelles ha messo in evidenza la strategia di Trump, che è quella di obbligare i paesi europei a fermare le importazioni di energia da Mosca e sostituirle con gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti ad un prezzo che ovviamente non sarebbe troppo conveniente. Il gas via nave comporterebbe enormi costi logistici, molto superiori a quelli degli oleodotti territoriali tra Europa e Russia. Naturalmente l’intento è anche quello di colpire direttamente la Germania e il progetto Nord Stream II, un accordo del valore di miliardi di euro.
Trump sa perfettamente che ci vorrebbero 20 anni prima che si realizzi il suo progetto, dati costi e tempi necessari per costruire dozzine di impianti LNG sulle coste europee e americane, però gli conviene giocare su due fronti, da una parte esaltare la politica dell’ America First, raccattando ulteriori consensi alla base, dall’altra evidenziare indirettamente l’incoerenza dei paesi dell’UE, che nonostante l’ostilità verso la Russia tramite le sanzioni, continuano a dipendere fortemente dalle sue esportazioni di energia.
L’incoerenza è la cifra ontologica dell’UE, che si comporta con estrema viltà quando diventa succube con i forti USA e prepotente con la debolezza dei popoli. Vero che gli stati europei spendono intorno al 2% del loro PIL per la difesa, mentre gli Stati Uniti si avvicinano al 4% (più o meno), ma è anche vero, che i poteri decisionali sono in mano alle potenze egemoni, non certo all’Italia.
Inutile dire che i media americani stanno sostanzialmente dalla parte del Deep State, quindi titoloni avversi hanno scandito la scena: ‘Trump tradisce gli alleati’… ‘Fine della NATO’. Mentre la figlia di Brzezinski (proprio lui) ha vomitato il suo livore dalla diretta di Morning Joe di MSNBC, sul vertice di Helsinki: ‘Trump ha mostrato la sua sudditanza verso Putin in diretta mondiale’.
Naturalmente fingono di non sapere che Trump si è concentrato principalmente sul trionfo nei midterms di novembre, e per farlo ha avuto bisogno di sembrare un vincitore e l’eroe di un nuovo ordine mondiale, più pacifico e distensivo.
I due leader della post-globalizzazione, comandanti in capo dei neo-nazionalismi, sono apparsi in diretta mondiale più alleati che rivali, alla faccia della politica stagnante degli avversari, che Donald ha scaricato e che Vladimir ha trattato con indifferenza. Se non fosse per la gente in piazza, che ha protestato contro l’isteria di Donald e contro le violazioni dei diritti umani di Vladimir, saremmo piombati in un universo schizofrenico, dove la bandiera arcobaleno viene sbandierata dal presidente che ha da poco tempo calpestato le norme più elementari dei diritti universali, separando le madri dai figli degli immigrati.
In realtà l’incontro privato poco produrrà di concreto, ma l’immagine servita alle opinioni pubbliche in conferenza stampa è quella di un rapporto basato sull’intreccio d’interessi politico-personali ed economico-energetici e sulla disponibilità a trovare un accordo.
Non c’è alcun dubbio che il viaggio di Trump in Europa abbia segnato un cambiamento storico nella politica estera degli Stati Uniti, che potrebbe determinare il futuro di questa nazione e il destino della sua presidenza. Trump ha contraddetto le premesse fondamentali della consueta politica americana dalla fine della Guerra Fredda e ha incolpato i miserabili rapporti con la Russia, non tanto per colpa di Putin, ma direttamente dell’establishment statunitense.
Anzi già in un tweet precedente all’incontro, aveva incriminato le élite di entrambe le parti: ‘Il nostro rapporto con la Russia non è MAI stato peggiore, grazie a molti anni di follia e stupidità degli Stati Uniti e ora, la Rigged Witch Hunt!’
Osservando i passaggi da Bruxelles alla Gran Bretagna a Helsinki, il messaggio di Trump è stato chiaro, coerente e sorprendente.
La NATO è obsoleta, gli alleati europei (Germania in primis) hanno approfittato della difesa degli Stati Uniti per accumulare enormi surplus commerciali, però ora questa storia sarebbe finita. Gli europei devono smettere di fare protezionismo a danno dei mercati Usa e dovranno iniziare a pagare per la propria difesa.
La Guerra Fredda è finita e Trump non permetterà che l’annessione della Crimea di Putin o l’aiuto ai ribelli filo-russi in Ucraina possano impedire di lavorare ad un riavvicinamento e una collaborazione con lui.
Il presidente ‘isterico’ in realtà sembrava piuttosto lucido quando ha dichiarato ripetutamente: ‘La pace con la Russia è una cosa buona, non una brutta cosa’. Per quanto riguarda le truppe americane in Siria, se ne andranno dopo aver distrutto l’ISIS, ed oggi la percentuale di vittoria è al 98%.
Questo sembra essere un altro messaggio di fondo: l’America sta tornando a casa dalle guerre straniere.
Quando Trump ha definito ‘folle e stupida’ la politica USA, forse aveva in mente di dire altre cose. Infatti gli Stati Uniti non hanno continuamente provocato, spostando le truppe NATO nel cortile russo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica?
Non è stata l’invasione USA dell’Iraq a spogliare Saddam Hussein delle armi di distruzione di massa ‘inesistenti’ e che ha catapultato l’Occidente in guerre criminali e interminabili in Medio Oriente?
Il sostegno degli Stati Uniti ai ribelli siriani non era determinato a rovesciare Bashar Assad, portando all’intervento dell’ISIS e a una guerra civile durata sette anni con mezzo milione di morti, una guerra cui ha poi partecipato anche Putin per salvare il suo alleato siriano?
Non è stata la complicità USA nel colpo di stato di Kiev ad estromettere il regime pro-russo eletto, che ha costretto poi Putin ad imporre il referendum in Crimea per difendere la base navale del Mar Nero a Sebastopoli?
E poi la Russia ha annesso la Crimea senza spargimento di sangue, ma gli Stati Uniti non hanno bombardato la Serbia per 78 giorni per costringere Belgrado a cedere la provincia del Kosovo?
Forse proprio tutto questo Trump avrebbe voluto dire ed in parte ha detto. Sta di fatto che il cambio di rotta ha scatenato la reazione violenta della destra repubblicana, che non si riconosce nel processo nazionalista ed antiglobalizzazione sostenuto da Trump. L’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger ha accusato il presidente di aver danneggiato l’eredità di un altro ex governatore della California e di un altro grande presidente: Ronald Reagan.
Il ‘Terminator’ ha espresso tutto il suo disprezzo in un video postato su Twitter, dove ha definito l’atteggiamento di Trump ‘imbarazzante’, accusandolo di aver insultato la comunità e il sistema giudiziario degli Stati Uniti – che aveva incriminato oltre due dozzine di agenti dei servizi segreti russi – e persino il paese stesso. Il tweet di Schwarzenegger ha ricevuto oltre 14.000 retweet e oltre 44.000 mi piace.
Quindi a questo punto sembra proprio che Trump voglia passare alla storia come colui che ha interrotto l’offensiva contro la Russia, che ha posto fine all’interminabile Guerra Fredda, in realtà mai sopita, che sta cercando una politica estera meno aggressiva e più isolazionista, che si vuole occupare molto più di favorire i livelli di occupazione degli americani, piuttosto che spedirli a morire in qualche guerra bastarda in giro per il mondo.
Dai leaders repubblicani, ai media neocons, fino ai giornalisti italiani, destra sinistra benpensante, un coro di critiche e sconcerto per le dichiarazioni del presidente che si è schierato con il leader russo, uno sconcerto bipartisan, trasversale ed internazionale.
L’immagine di un presidente che si schiera con un capo di Stato straniero, per giunta sospettato da un’indagine ufficiale di attività antiamericana, che si è rifiutato di appoggiare le proprie stesse agenzie di intelligence impegnate nell’inchiesta sul Russiagate, ha sconvolto mezzo mondo.
Però con grande franchezza il presidente ha risposto sostenendo che l’inchiesta sul Russiagate ‘è nata soltanto perché i democratici hanno perso’, e ‘non c’è stata alcuna collusione’.
Trump ha voluto segnalare in questo modo un processo di sganciamento degli Usa dall’UE e di indifferenza verso la NATO, ha parteggiato per il Brexit duro alla Boris Johnson, poi sembra aver portato i suoi trofei ad Helsinki, per farne omaggio a Putin, come dice il falso giudizio di Federico Rampini (Repubblica).
Siamo comunque ad una svolta della storia occidentale, un ‘ordine’ si sta dissolvendo sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, per dare vita ad un nuovo ‘ordine’, che però sembra meno guerrafondaio e meno mondialista. Dunque perché non approfittarne?
Ancora prima del vertice di Helsinki, anche l’incontro dei paesi della NATO a Bruxelles ha messo in evidenza la strategia di Trump, che è quella di obbligare i paesi europei a fermare le importazioni di energia da Mosca e sostituirle con gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti ad un prezzo che ovviamente non sarebbe troppo conveniente. Il gas via nave comporterebbe enormi costi logistici, molto superiori a quelli degli oleodotti territoriali tra Europa e Russia. Naturalmente l’intento è anche quello di colpire direttamente la Germania e il progetto Nord Stream II, un accordo del valore di miliardi di euro.
Trump sa perfettamente che ci vorrebbero 20 anni prima che si realizzi il suo progetto, dati costi e tempi necessari per costruire dozzine di impianti LNG sulle coste europee e americane, però gli conviene giocare su due fronti, da una parte esaltare la politica dell’ America First, raccattando ulteriori consensi alla base, dall’altra evidenziare indirettamente l’incoerenza dei paesi dell’UE, che nonostante l’ostilità verso la Russia tramite le sanzioni, continuano a dipendere fortemente dalle sue esportazioni di energia.
L’incoerenza è la cifra ontologica dell’UE, che si comporta con estrema viltà quando diventa succube con i forti USA e prepotente con la debolezza dei popoli. Vero che gli stati europei spendono intorno al 2% del loro PIL per la difesa, mentre gli Stati Uniti si avvicinano al 4% (più o meno), ma è anche vero, che i poteri decisionali sono in mano alle potenze egemoni, non certo all’Italia.
Inutile dire che i media americani stanno sostanzialmente dalla parte del Deep State, quindi titoloni avversi hanno scandito la scena: ‘Trump tradisce gli alleati’… ‘Fine della NATO’. Mentre la figlia di Brzezinski (proprio lui) ha vomitato il suo livore dalla diretta di Morning Joe di MSNBC, sul vertice di Helsinki: ‘Trump ha mostrato la sua sudditanza verso Putin in diretta mondiale’.
Naturalmente fingono di non sapere che Trump si è concentrato principalmente sul trionfo nei midterms di novembre, e per farlo ha avuto bisogno di sembrare un vincitore e l’eroe di un nuovo ordine mondiale, più pacifico e distensivo.
I due leader della post-globalizzazione, comandanti in capo dei neo-nazionalismi, sono apparsi in diretta mondiale più alleati che rivali, alla faccia della politica stagnante degli avversari, che Donald ha scaricato e che Vladimir ha trattato con indifferenza. Se non fosse per la gente in piazza, che ha protestato contro l’isteria di Donald e contro le violazioni dei diritti umani di Vladimir, saremmo piombati in un universo schizofrenico, dove la bandiera arcobaleno viene sbandierata dal presidente che ha da poco tempo calpestato le norme più elementari dei diritti universali, separando le madri dai figli degli immigrati.
In realtà l’incontro privato poco produrrà di concreto, ma l’immagine servita alle opinioni pubbliche in conferenza stampa è quella di un rapporto basato sull’intreccio d’interessi politico-personali ed economico-energetici e sulla disponibilità a trovare un accordo.
Non c’è alcun dubbio che il viaggio di Trump in Europa abbia segnato un cambiamento storico nella politica estera degli Stati Uniti, che potrebbe determinare il futuro di questa nazione e il destino della sua presidenza. Trump ha contraddetto le premesse fondamentali della consueta politica americana dalla fine della Guerra Fredda e ha incolpato i miserabili rapporti con la Russia, non tanto per colpa di Putin, ma direttamente dell’establishment statunitense.
Anzi già in un tweet precedente all’incontro, aveva incriminato le élite di entrambe le parti: ‘Il nostro rapporto con la Russia non è MAI stato peggiore, grazie a molti anni di follia e stupidità degli Stati Uniti e ora, la Rigged Witch Hunt!’
Osservando i passaggi da Bruxelles alla Gran Bretagna a Helsinki, il messaggio di Trump è stato chiaro, coerente e sorprendente.
La NATO è obsoleta, gli alleati europei (Germania in primis) hanno approfittato della difesa degli Stati Uniti per accumulare enormi surplus commerciali, però ora questa storia sarebbe finita. Gli europei devono smettere di fare protezionismo a danno dei mercati Usa e dovranno iniziare a pagare per la propria difesa.
La Guerra Fredda è finita e Trump non permetterà che l’annessione della Crimea di Putin o l’aiuto ai ribelli filo-russi in Ucraina possano impedire di lavorare ad un riavvicinamento e una collaborazione con lui.
Il presidente ‘isterico’ in realtà sembrava piuttosto lucido quando ha dichiarato ripetutamente: ‘La pace con la Russia è una cosa buona, non una brutta cosa’. Per quanto riguarda le truppe americane in Siria, se ne andranno dopo aver distrutto l’ISIS, ed oggi la percentuale di vittoria è al 98%.
Questo sembra essere un altro messaggio di fondo: l’America sta tornando a casa dalle guerre straniere.
Quando Trump ha definito ‘folle e stupida’ la politica USA, forse aveva in mente di dire altre cose. Infatti gli Stati Uniti non hanno continuamente provocato, spostando le truppe NATO nel cortile russo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica?
Non è stata l’invasione USA dell’Iraq a spogliare Saddam Hussein delle armi di distruzione di massa ‘inesistenti’ e che ha catapultato l’Occidente in guerre criminali e interminabili in Medio Oriente?
Il sostegno degli Stati Uniti ai ribelli siriani non era determinato a rovesciare Bashar Assad, portando all’intervento dell’ISIS e a una guerra civile durata sette anni con mezzo milione di morti, una guerra cui ha poi partecipato anche Putin per salvare il suo alleato siriano?
Non è stata la complicità USA nel colpo di stato di Kiev ad estromettere il regime pro-russo eletto, che ha costretto poi Putin ad imporre il referendum in Crimea per difendere la base navale del Mar Nero a Sebastopoli?
E poi la Russia ha annesso la Crimea senza spargimento di sangue, ma gli Stati Uniti non hanno bombardato la Serbia per 78 giorni per costringere Belgrado a cedere la provincia del Kosovo?
Forse proprio tutto questo Trump avrebbe voluto dire ed in parte ha detto. Sta di fatto che il cambio di rotta ha scatenato la reazione violenta della destra repubblicana, che non si riconosce nel processo nazionalista ed antiglobalizzazione sostenuto da Trump. L’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger ha accusato il presidente di aver danneggiato l’eredità di un altro ex governatore della California e di un altro grande presidente: Ronald Reagan.
Il ‘Terminator’ ha espresso tutto il suo disprezzo in un video postato su Twitter, dove ha definito l’atteggiamento di Trump ‘imbarazzante’, accusandolo di aver insultato la comunità e il sistema giudiziario degli Stati Uniti – che aveva incriminato oltre due dozzine di agenti dei servizi segreti russi – e persino il paese stesso. Il tweet di Schwarzenegger ha ricevuto oltre 14.000 retweet e oltre 44.000 mi piace.
Quindi a questo punto sembra proprio che Trump voglia passare alla storia come colui che ha interrotto l’offensiva contro la Russia, che ha posto fine all’interminabile Guerra Fredda, in realtà mai sopita, che sta cercando una politica estera meno aggressiva e più isolazionista, che si vuole occupare molto più di favorire i livelli di occupazione degli americani, piuttosto che spedirli a morire in qualche guerra bastarda in giro per il mondo.
Dai leaders repubblicani, ai media neocons, fino ai giornalisti italiani, destra sinistra benpensante, un coro di critiche e sconcerto per le dichiarazioni del presidente che si è schierato con il leader russo, uno sconcerto bipartisan, trasversale ed internazionale.
L’immagine di un presidente che si schiera con un capo di Stato straniero, per giunta sospettato da un’indagine ufficiale di attività antiamericana, che si è rifiutato di appoggiare le proprie stesse agenzie di intelligence impegnate nell’inchiesta sul Russiagate, ha sconvolto mezzo mondo.
Però con grande franchezza il presidente ha risposto sostenendo che l’inchiesta sul Russiagate ‘è nata soltanto perché i democratici hanno perso’, e ‘non c’è stata alcuna collusione’.
Trump ha voluto segnalare in questo modo un processo di sganciamento degli Usa dall’UE e di indifferenza verso la NATO, ha parteggiato per il Brexit duro alla Boris Johnson, poi sembra aver portato i suoi trofei ad Helsinki, per farne omaggio a Putin, come dice il falso giudizio di Federico Rampini (Repubblica).
Siamo comunque ad una svolta della storia occidentale, un ‘ordine’ si sta dissolvendo sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno, per dare vita ad un nuovo ‘ordine’, che però sembra meno guerrafondaio e meno mondialista. Dunque perché non approfittarne?
fonte: ComeDonChisciotte
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