La Corte costituzionale boccia il ballottaggio e salva il premio di maggioranza. Sono queste le decisioni dei giudici dela Consulta che si è pronunciata sulle questioni di legittimità costituzionale della legge elettorale n. 52 del 2015 (Italicum), sollevate da cinque diversi Tribunali ordinari.
La Corte ha inoltre ritenuto inammissibile la richiesta delle parti di sollevare di fronte a se stessa la questione sulla costituzionalità del procedimento di formazione della legge elettorale, ed è quindi passata all’esame delle singole questioni sollevate dai giudici.
Nel merito, la Consulta ha rigettato la questione di costituzionalità relativa alla previsione del premio di maggioranza al primo turno, sollevata dal Tribunale di Genova, e ha invece accolto le questioni, sollevate dai Tribunali di Torino, Perugia, Trieste e Genova, relative al turno di ballottaggio, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle disposizioni che lo prevedono.
Ha inoltre accolto la questione, sollevata dagli stessi Tribunali, relativa alla disposizione che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d’elezione.
A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione, dell’art. 85 del d.p.r n. 361 del 1957. Ha dichiarato inammissibili o non fondate tutte le altre questioni. All’esito della sentenza – dice la Consulta – la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione.
Ma va osservato che sulla base di questa sentenza della Corte Costituzionale, allo stato attuale l’Italia ha due sistemi elettorali differenti: una per la Camera, che è diretta emanazione di questa sentenza, ma che non riguarda il Senato in quanto il fu-Italicum non prevedeva l’elezione dei senatori perchè Renzi intendeva abolirne l’elezione (ma ha perso il referendum e quindi c’è ancora come prescrive la Costituzione). E un altro per il Senato che deriva da una precedente sentenza della Corte Costituzionale che a sua volta censurò il cosiddetto “porcellum”.
In ogni caso, ora l’Italia ha una legge elettorale, sia pure differente tra Camera e Senato. Una legge che prevede il turno unico di elezioni – niente ballottaggio – e prevede un premio di maggioranza al partito che ottenesse il 40% dei voti – al livello nazionale – alla Camera. Inoltre, questa legge uscita oggi dalla sentenza della Corte Costituzionale, consente anche alleanze di partiti e gruppi, sempre alla Camera.
Quanto al Senato,la legge in vigore detta “consultellum” è un proporzionale puro, che si applica su base regionale: vuol dire che non conta il totale ottenuto da un partito a livello nazionale, i seggi sono assegnati in base ai risultati regione per regione. Il sistema è lievemente corretto da uno sbarramento: per entrare in Senato una lista deve ottenere almeno l’8% dei voti, se corre da sola; se è in coalizione, almeno il 3%; ma la coalizione deve superare il 20% dei voti. Chiaro che il Consultellum spinge in teoria le liste a coalizzarsi.
Detto tutto ciò, ecco le reazioni politiche.
M5S: “Fumata bianca della Consulta. Habemus Legalicum! Ora c’e’ una legge elettorale costituzionale e pronta all’uso per il voto subito”. Cosi’ sul suo blog Beppe Grillo commenta la decisione della Corte Costituzionale sull’Italicum in un post dal titolo ‘Habemus Legalicum: voto subito! #Obiettivo40PerCento’. “Nella sentenza e’ specificato che: ‘la legge elettorale e’ suscettibile di immediata applicazione’. Non ci sono piu’ scuse – sostiene il leader M5S – la Corte Costituzionale ha tolto il ballottaggio, ma ha lasciato il premio di maggioranza alla lista al 40%. Questo e’ il nostro obiettivo per poter governare. Ci presenteremo agli elettori come sempre senza fare alleanze con nessuno”, ribadisce.
LEGA: “Legge elettorale subito applicabile’ dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani! Se sei d’accordo, rilancia #votosubito”. Così su Twitter il segretario della Lega Matteo Salvini dopo la decisione della Consulta sull’Italicum.
PD: “La consulta non ha bocciato l’impianto dell’ITALICUM, ha solo modificato quelle parti che erano funzionali a un sistema monocamerale. Il Pd, come ha già ribadito in Assemblea Nazionale, chiederà al Parlamento, e quindi anche al M5S, di convergere sul Mattarellum. Qualora non si riuscisse a trovare una convergenza su questa base, non aspetteremo di ricominciare da capo la discussione sulla legge elettorale, perché la legge uscita dalla Consulta è già applicabile”: così il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, interpellato sulla sentenza della Consulta.
FDI: “Ora che abbiamo anche una legge elettorale non ci sono piu’ scuse: sabato 28 gennaio tutti in piazza a Roma per chiedere elezioni subito”. Lo scrive Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, su Twitter.
FORZA ITALIA: “Dopo la sentenza della Corte costituzionale, rimane la necessita’ di una legge elettorale compatibile per Camera e Senato. Il giudizio di oggi non risolve, ne’ avrebbe potuto farlo, la questione centrale che abbiamo di fronte ossia l’armonizzazione dei differenti sistemi elettorali dei due rami del Parlamento. Per andare al voto in modo ordinato, sara’ ora necessario procedere all’approvazione di una legge elettorale che tenga nel dovuto conto dei paletti stabiliti oggi dalla Consulta”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Altero Matteoli commentando la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum.
fonte: StopEuro
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