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sabato 19 aprile 2014

Italiani chiedetevi: Perchè le promesse di Renzi solo a dopo le Elezioni Europee?...non cascateci !!!....



"Per reagire ad una presa in giro bisogna innanzitutto essere consapevoli dell’inganno. E bisogna accorgersene prima che sia troppo tardi. Renzi e l’Europa lo sanno bene. Per questo l’uno spalleggia l’altra e viceversa. Almeno fino al 25 maggio: dopo quella data, infatti, il destino di milioni di elettori non sarà più affar loro. Ma se gli va in porto il raggiro, avranno arginato la presa di Bruxelles da parte di milioni di cittadini stanchi di subire.
Prendiamo i famosi 80 euro al mese, ad esempio: non sono altro che il cavallo di Troia con cui Renzi vuole entrare in Europa per poi aprire i confini italiani all’austerity della Troika. Innanzitutto non riguarderanno una platea di 10 milioni di italiani. Probabilmente saranno poco più della metà a riceverli, e solo a tempo determinato: solo chi si trova in una fascia di reddito compresa tra i 16 e i 24 mila euro lordi. Il bonus scatta infatti solo quando l’imposta lorda , cioè quella pre-applicazione delle detrazioni, è superiore agli sconti già previsti dalle leggi in vigore. Per esempio, un lavoratore dipendente con un reddito di 15-16 mila euro con moglie e figli a carico (una platea vastissima di contribuenti) non percepirà mai alcun bonus.
I “chimerici” 80 euro saranno solo un miraggio. Cosi come lo saranno per tutti quei lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito fino a 8 mila euro, per i pensionati e per il popolo delle partite IVA, mentre i dipendenti pubblici si vedranno addirittura bloccare l’adeguamento dei contratti, già fermi da 5 anni. Questo non si chiama sostegno, si chiama illusione. E anche quei pochi fortunati che riusciranno a percepire qualcosa non si illudano: il comma 2 dell’art. 1 del decreto, infatti, dice: “Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano per il solo periodo d’imposta 2014. A decorrere dal 1°gennaio 2015, si applicano le disposizioni dell’art.13 del testo unico dell’imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nel testo vigente anteriormente alle modifiche di cui al comma 1 del presente articolo.”. Insomma, una botta e via, un’elemosina una tantum che non cambia la vita a nessuno ma che vorrebbe costituire il viatico per consegnare nelle mani di Renzi i nostri destini europei, per i quali ha già dato ampie rassicurazioni pubbliche alla Merkel.
Ma non è finita. Incombe un’altra legge sulle vostre teste, denunciata solo dal M5S che ne chiede l’abrogazione già dal novembre dello scorso anno. Si tratta del comma 430 della legge 147/2013. Eccolo: “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 15 gennaio 2015, […] sono disposte variazioni delle aliquote di imposta e riduzioni della misura delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti tali da assicurare maggiori entrate pari a 3.000 milioni di euro per l'anno 2015, 7.000 milioni di euro per l'anno 2016 e 10.000 milioni di euro a decorrere dal 2017. Le misure di cui al periodo precedente non sono adottate o sono adottate per importi inferiori a quelli indicati nel medesimo periodo ove, entro la data del 1º gennaio 2015, siano approvati provvedimenti normativi che assicurino, in tutto o in parte, i predetti importi attraverso il conseguimento di maggiori entrate ovvero di risparmi di spesa mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica.
Una vera e propria mannaia, inserita nel DEF, che è fonte di preoccupazione perfino per la Corte dei Conti, la quale a pag. 12 della sua relazione dice: “Vi è, infine, un terzo fattore che stende un velo di incertezza sulla dinamica delle entrate previste dal DEF 2014 e anche in questo caso si tratta di un rapporto di “dipendenza”: quello che lega la crescita delle entrate attesa a partire dal 2015 all’attuazione della misura di revisione delle agevolazioni fiscali contenuta nella legge di stabilità 2014. Si tratta di una partita che vale 3 miliardi nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 dal 2017, e che rappresenta fra il 26 per cento e il 62 per cento delle maggiori entrate tributarie previste dal DEF fra il 2015 e il 2018
E vogliamo parlare del pericolo dell’abolizione della detrazione sul coniuge a carico? Se credevate che fosse stato superato, vi sbagliate: nel testo di legge delega al Governo si è solo sostituito il termine abolizione con armonizzazione. Visto quanto conta “la parola d’onore” per il nostro attuale Premier, non c’è motivo di essere ottimisti. Sarà inoltre punita l’agroenergia dalla limitazione dell’esenzione IMU nelle aree svantaggiate, dove il Governo rastrellerà 350 milioni di Euro. Stanno per riscrivere le mappe dei comuni montani e svantaggiati, quelli in cui si applica l’esenzione. Per non parlare poi di un chiaro, smaccato, regalo alle lobby dell’energia: gli agricoltori che hanno piccoli impianti di produzione da fonti rinnovabili passeranno dalla tassazione attuale (che considera il reddito agrario) alla tassazione ordinaria sul 25% dei ricavi prodotti.
Insomma, oltre ai 91 milioni di Euro in bilancio a favore dei Partiti ed ai 5 milioni aggiuntivi chiesti da SEL per l’invio di propaganda elettorale a mezzo posta, pagheremo quindi anche lo spot elettorale di Renzi per le Europee, e sarà la stessa Commissione europea a chiedercene conto. Già, infatti Renzi non dice che la deroga approvata per i famigerati 80 euro (se qualcuno li dovesse poi realmente avvistare, per favore si metta in contatto con la redazione di Chilhavisto?), varrà solo per il 2014. Non dice che grazie al Fiscal Compact, che noi vogliamo eliminare e che lui vuole mantenere, nel 2014 il nostro disavanzo strutturale si attesterebbe allo 0,6% del PIL, riducendosi così di soli 0,2 punti percentuali rispetto al 2013 invece degli 0,5 richiesti dal Patto di Stabilità, e questo comporterebbe che la Commissione Europea ci imporrebbe la riduzione dell’aggregato della spesa pubblica di un ammontare che garantisca una diminuzione del saldo strutturale di bilancio di almeno 0,5 punti percentuali ogni anno. Saranno tagli lineari che smantelleranno ulteriormente lo stato sociale. Tra l’altro, il tasso di crescita della spesa in termini reali, nel 2014, nel 2015 e nel 2016, sarà ridotto rispettivamente dello 0,64, dello 0,74 nel 2015 e dello 0,41 nel 2016, valori non in linea con i parametri che la Commissione impone, ovvero l’1,07% ogni anno.
Presto gli italiani sperimenteranno sulla loro pelle le bugie di Renzi, perché saranno chiamati a pagare con nuove manovre correttive la campagna elettorale del PD. Lui questo lo sa benissimo, e come dicevamo all’inizio lo sa ancor meglio l’Europa. E allora perché lo spalleggia, anziché denunciarlo subito? Semplice: teme il consenso elettorale del Movimento 5 Stelle." M5S Senato

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