di Vincenzo Cirigliano
L'Euro, mettendo insieme Paesi con fondamentali economici completamente differenti, mostra tutti i suoi limiti, che si ripercuotono, in alcuni Paesi, direttamente nella vita quotidiana dei cittadini, che ormai non ne riescono più a sostenere il costo e l'onere.
Il M5S sicuramente farà sua questa battaglia per proporre ai cittadini Italiani un vero cambiamento, che segnerà una netta linea di discontinuità rispetto a quelle che sono le Politiche di quei Partiti che, in questi anni, hanno dimostrato di essere asserviti totalmente alle direttive della Nomenklatura Europea e che hanno determinato lo sfaldamento inarrestabile e perentorio delle classi medio basse nel nostro Paese.
Il Referendum sull'euro, che non è impossibile realizzare in Italia, come qualcuno vuol far credere, come spiegato anche in Post precedentemente pubblicati su questo Blog, risulta comunque assai complesso se inserito nella realtà eterogenea e variegata del panorama Parlamentare di questo Paese, dove coesistono interessi e programmi politici estremamente diversi e legati all'influenza di lobby precostituite. La stesura e l'approvazione di una Legge Costituzionale per consentire un referendum di indirizzo, sulla scia di quanto avvenuto per il Referendum del 1989 sulla trasformazione della Comunità Europea in una effettiva Unione, consentito dalla Legge Costituzionale L.cost. 3 aprile 1989, n. 2 , risulta alquanto problematica nel nostro Ordinamento Parlamentare, così come abbiamo avuto modo di poter constatare direttamente dopo aver raccolto e consegnato in Senato le 200000 firme nel Giugno 2015, grazie al puntuale lavoro degli attivisti del M5S. Uscire dall'Euro si può e lo si può fare per Decreto , sicuramente in maniera più semplice e veloce, Decreto Legge emanato dall'Esecutivo e che il Parlamento dovrebbe convertire in legge, secondo la Costituzione, entro sessanta giorni, rifacendosi a ciò che è scritto nell'art.50 del TFUE, Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.
Questo Articolo pone come solo obbligo il rispetto delle disposizioni costituzionali, anche senza la predisposizione di un atto motivato. Il Referendum sull'Euro diverrebbe quindi implicito nella scelta che i cittadini andrebbero ad esprimere attraverso il voto alla lista ed al Programma del M5S, alle prossime Politiche per il Parlamento Italiano. Sarebbe una scelta che avrebbe un peso enorme sul cambiamento e sul futuro di questo Paese, un bivio senza scorciatoie in cui da una parte c'è il Baratro della permanenza in Europa alle condizioni attuali, dall'altra parte la speranza di un Futuro che non penalizzerebbe per generazioni i nostri giovani e non pregiudicherebbe in maniera devastante il nostro prossimo futuro. Il quesito che, a mio modo di vedere, il M5S dovrebbe porre ai suoi iscritti dovrebbe essere il seguente: " In ambito economico volete che il M5S metta in discussione la nostra permanenza nell'area Euro, attraverso la scelta di uscire unilateralmente dall'EuroSistema, qualora le autorità Europee, in primis BCE, ed i Paesi dell'Unione si rifiutino di condividere i Debiti Sovrani e di far diventare la stessa BCE una Banca Prestatrice di Ultima Istanza, in grado cioè di attuare interventi diretti nelle economie dei vari Paesi dell'Unione, senza l'intermediazione del sistema Bancario? " Con questa formulazione lascieremo anche una porta aperta alle Autorità Europee di scongiurare l'uscita dell'Italia dall'EuroSistema e la probabile conseguente implosione dell'U.E. Qualsiasi Programma Politico che evitasse di affrontare in maniera decisa quest'argomento, potrebbe rivelarsi in fase di attuazione, difficilmente realizzabile visti gli attuali limiti in tema di Bilancio messi in campo, come paletti, dall'U.E.
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