di Movimento 5 Stelle Europa
Il PD (a braccetto con Forza Italia e NCD) ci casca ancora: è via libera all'espansione dei fondi pensione privati e alle speculazioni sulle pensioni dei cittadini. Il tutto grazie alla nuova direttiva sui fondi pensione privati (IORP II) approvata oggi a Strasburgo. Dopo aver votato e recepito il bail-in, questa direttiva di cui oggi nessuno parla arriva per fare danni inimmaginabili nel futuro. Ad essere in pericolo questa volta è la previdenza dei cittadini che (più o meno consciamente) si sono affidati a fondi pensione privati.
Quest'ultimi diverranno merce da speculazione e saranno soggetti al rischio della finanza. Un copione che si ripete.
Questo mostruoso accordo appena votato è stato raggiunto addirittura a giugno, poco giorni prima del voto sulla Brexit. Ma i grandi gruppi hanno voluto vigliaccamente occultarlo perché avrebbe di fatto accelerato e consolidato il "LEAVE" degli inglesi. Secondo la Commissione europea sono 125mila i fondi pensione che operano attraverso l'UE e gestiscono 2,5mila miliardi di Euro, per conto di circa 75 milioni di cittadini europei. In Italia, secondo i dati COVIP, alla fine del 2015 le attività detenute dai fondi pensione ammontavano a circa 107 miliardi di Euro. Il 62,2% delle attività è investita in titoli di debito, con il 78% in titoli di Stato; per il resto ci sono titoli di capitale e un 12,8% di OICR.
LE PENSIONI IN PASTO AGLI SPECULATORI
Le nuove regole europee andranno a smantellare le ultime barriere prudenziali che ancora ostacolano - giustamente - le attività transfrontaliere dei fondi pensione. Non solo, verranno rimosse le limitazioni al trasferimento libero di attività, passività, riserve tecniche e parte di schemi pensionistici in altri Stati membri, creando preoccupanti rischi in termini di protezione dei diritti di aderenti e beneficiari. I cittadini europei non lo vogliono, a loro interessa che venga riconosciuto il trasferimento dei diritti pensionistici su tutto il territorio continentale, in modo che i contributi maturati in uno Stato membro non vadano persi in caso di trasferimento. E, soprattutto, che venga garantita una adeguata tutela dei propri risparmi. Qui, invece, l'obiettivo dichiarato è creare un mercato unico europeo dei fondi pensione, nell'interesse esclusivo del capitale finanziario. In questo mercato si vogliono convogliare i risparmi dei cittadini che non vedono altra scelta se non quella di affidare i propri risparmi ai fondi privati, dato che le finanze pubbliche soffocate dal pareggio di bilancio e dalle politiche di austerità non sono più in grado di garantire una pensione adeguata e dignitosa. Gli Stati membri non potranno quindi impedire ai fondi d'investire liberamente i contributi pensionistici in altri Stati membri e in prodotti finanziari strutturati e ad alto rischio.
UN'ALTRA CESSIONE DI SOVRANITÀ
Questa direttiva dona eccessiva libertà di azione ai fondi pensione privati su tutto il territorio europeo e al contempo limita la capacità degli Stati d'intervenire a tutela del risparmio pensionistico dei loro cittadini. Una strategia assolutamente in linea con il progetto dell'Unione dei mercati dei capitali che il PD ha sempre appoggiato. L'Italia, per esempio, non potrà vietare ai fondi pensione d'investire un limite inferiore al 70% delle attività totali sui mercati non regolamentati, o comunque decidere sul peso relativo delle diverse attività nel portafoglio d'investimento. Con le nuove regole sparisce il requisito, anche per i fondi che operano in altri Stati membri, di disporre in qualsiasi momento di attività a copertura totale e integrale delle riserve tecniche. Quindi si lascia aperta la possibilità di una "sottocapitalizzazione". Si tratta di un requisito fondamentale per la tutela dei diritti degli aderenti e beneficiari.
LA COSTITUZIONE VIENE (ANCORA) CALPESTATA
Ecco come i risparmi dei cittadini che si rivolgono ai fondi privati (cercando di assicurarsi una pensione dignitosa per affrontare la vecchiaia o l'invalidità) finiranno per essere giocati liberamente nella roulette della finanza speculativa, senza una adeguata protezione da parte dello Stato. In barba a qualsiasi principio della Costituzione. Non prendiamoci in giro: sappiamo tutti che i rafforzati requisiti di trasparenza introdotti in merito alle decisioni d'investimento, alla gestione dei rischi anche non-finanziari e alle informazioni da fornire agli aderenti e beneficiari nel prospetto, su cui comunque abbiamo lavorato in modo costruttivo, non bastano a garantire la stabilità dei fondi pensioni. La sola trasparenza è un gigantesco pericoloso inganno nei confronti dei cittadini su cui non si può pensare di scaricare la responsabilità di vigilare sui rischi assunti e sulle tipologie di attività in cui investe il fondo privato. È il legislatore ad avere il compito e la responsabilità di tutelare il diritto sociale alla pensione e il risparmio dei cittadini, entrambi diritti fondamentali sanciti agli articoli 38 e 47 della nostra bellissima Costituzione.
LA BATTAGLIA DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Il M5S è stato l'unico gruppo ad opporsi attivamente per chiedere una regolamentazione stringente a livello europeo, giustificata dalla delicata funzione sociale che svolgono questi fondi, che al contrario ne limitasse la libertà d'investimento allo scopo di garantire la massima protezione dei risparmi pensionistici di membri e beneficiari. I nostri emendamenti, rigettati dai gruppi dell'establishment asserviti agli interessi delle lobby, invocavano la necessità d'imporre forti limiti agli investimenti in attività rischiose e speculative; il divieto d'investire in mercati non regolamentati, in "hedge funds" e in strumenti rischiosi come derivati, cartolarizzazioni e obbligazioni subordinate; nonché il divieto di utilizzare le pensioni dei cittadini per finanziare progetti infrastrutturali insostenibili e ad alto impatto sociale e ambientale.
L'ultima crisi ci ha insegnato tragicamente che inseguire l'illusione di guadagni facili a breve termine comporta enormi rischi e pericoli di disgregazione del capitale in pochi attimi. E, purtroppo, nel clima di interessi negativi prodotto dalle politiche BCE, per i fondi pensione l'unico investimento appetibile sarà in strumenti rischiosi e strutturati con alti profili di rendimento e rischi elevati. Ancora una volta è stata persa l'occasione di regolamentare la finanza con logica, in nome del delirio neoliberista di "finanziarizzare" tutto, anche il welfare e i diritti fondamentali.
Ecco nomi e cognomi degli italiani che hanno voluto questa mostruosità al Parlamento europeo:
- Vota a favore il PD: Benifei, Bonafè, Bresso, Briano, Caputo, Chinnici, Cofferati, Costa, Danti, De Monti, Gentile, Giuffrida, Gualtieri, Kyenge, Morgano, Mosca, Panzeri, Picierno, Sassoli, Schlein, Toia, Viotti, Zanonato, Zoffoli.
- Forza Italia e Nuovo Centro Destra: Cicu, Cirio, Comi, Gardini, La Via, Martusciello, Maullu, Pogliese, Salini, Tajani.
- ECR: Fitto e Sernagiotto.
- Si astengono: Forenza, Maltese e Spinelli.
LE PENSIONI IN PASTO AGLI SPECULATORI
Le nuove regole europee andranno a smantellare le ultime barriere prudenziali che ancora ostacolano - giustamente - le attività transfrontaliere dei fondi pensione. Non solo, verranno rimosse le limitazioni al trasferimento libero di attività, passività, riserve tecniche e parte di schemi pensionistici in altri Stati membri, creando preoccupanti rischi in termini di protezione dei diritti di aderenti e beneficiari. I cittadini europei non lo vogliono, a loro interessa che venga riconosciuto il trasferimento dei diritti pensionistici su tutto il territorio continentale, in modo che i contributi maturati in uno Stato membro non vadano persi in caso di trasferimento. E, soprattutto, che venga garantita una adeguata tutela dei propri risparmi. Qui, invece, l'obiettivo dichiarato è creare un mercato unico europeo dei fondi pensione, nell'interesse esclusivo del capitale finanziario. In questo mercato si vogliono convogliare i risparmi dei cittadini che non vedono altra scelta se non quella di affidare i propri risparmi ai fondi privati, dato che le finanze pubbliche soffocate dal pareggio di bilancio e dalle politiche di austerità non sono più in grado di garantire una pensione adeguata e dignitosa. Gli Stati membri non potranno quindi impedire ai fondi d'investire liberamente i contributi pensionistici in altri Stati membri e in prodotti finanziari strutturati e ad alto rischio.
UN'ALTRA CESSIONE DI SOVRANITÀ
Questa direttiva dona eccessiva libertà di azione ai fondi pensione privati su tutto il territorio europeo e al contempo limita la capacità degli Stati d'intervenire a tutela del risparmio pensionistico dei loro cittadini. Una strategia assolutamente in linea con il progetto dell'Unione dei mercati dei capitali che il PD ha sempre appoggiato. L'Italia, per esempio, non potrà vietare ai fondi pensione d'investire un limite inferiore al 70% delle attività totali sui mercati non regolamentati, o comunque decidere sul peso relativo delle diverse attività nel portafoglio d'investimento. Con le nuove regole sparisce il requisito, anche per i fondi che operano in altri Stati membri, di disporre in qualsiasi momento di attività a copertura totale e integrale delle riserve tecniche. Quindi si lascia aperta la possibilità di una "sottocapitalizzazione". Si tratta di un requisito fondamentale per la tutela dei diritti degli aderenti e beneficiari.
LA COSTITUZIONE VIENE (ANCORA) CALPESTATA
Ecco come i risparmi dei cittadini che si rivolgono ai fondi privati (cercando di assicurarsi una pensione dignitosa per affrontare la vecchiaia o l'invalidità) finiranno per essere giocati liberamente nella roulette della finanza speculativa, senza una adeguata protezione da parte dello Stato. In barba a qualsiasi principio della Costituzione. Non prendiamoci in giro: sappiamo tutti che i rafforzati requisiti di trasparenza introdotti in merito alle decisioni d'investimento, alla gestione dei rischi anche non-finanziari e alle informazioni da fornire agli aderenti e beneficiari nel prospetto, su cui comunque abbiamo lavorato in modo costruttivo, non bastano a garantire la stabilità dei fondi pensioni. La sola trasparenza è un gigantesco pericoloso inganno nei confronti dei cittadini su cui non si può pensare di scaricare la responsabilità di vigilare sui rischi assunti e sulle tipologie di attività in cui investe il fondo privato. È il legislatore ad avere il compito e la responsabilità di tutelare il diritto sociale alla pensione e il risparmio dei cittadini, entrambi diritti fondamentali sanciti agli articoli 38 e 47 della nostra bellissima Costituzione.
LA BATTAGLIA DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Il M5S è stato l'unico gruppo ad opporsi attivamente per chiedere una regolamentazione stringente a livello europeo, giustificata dalla delicata funzione sociale che svolgono questi fondi, che al contrario ne limitasse la libertà d'investimento allo scopo di garantire la massima protezione dei risparmi pensionistici di membri e beneficiari. I nostri emendamenti, rigettati dai gruppi dell'establishment asserviti agli interessi delle lobby, invocavano la necessità d'imporre forti limiti agli investimenti in attività rischiose e speculative; il divieto d'investire in mercati non regolamentati, in "hedge funds" e in strumenti rischiosi come derivati, cartolarizzazioni e obbligazioni subordinate; nonché il divieto di utilizzare le pensioni dei cittadini per finanziare progetti infrastrutturali insostenibili e ad alto impatto sociale e ambientale.
L'ultima crisi ci ha insegnato tragicamente che inseguire l'illusione di guadagni facili a breve termine comporta enormi rischi e pericoli di disgregazione del capitale in pochi attimi. E, purtroppo, nel clima di interessi negativi prodotto dalle politiche BCE, per i fondi pensione l'unico investimento appetibile sarà in strumenti rischiosi e strutturati con alti profili di rendimento e rischi elevati. Ancora una volta è stata persa l'occasione di regolamentare la finanza con logica, in nome del delirio neoliberista di "finanziarizzare" tutto, anche il welfare e i diritti fondamentali.
Ecco nomi e cognomi degli italiani che hanno voluto questa mostruosità al Parlamento europeo:
- Vota a favore il PD: Benifei, Bonafè, Bresso, Briano, Caputo, Chinnici, Cofferati, Costa, Danti, De Monti, Gentile, Giuffrida, Gualtieri, Kyenge, Morgano, Mosca, Panzeri, Picierno, Sassoli, Schlein, Toia, Viotti, Zanonato, Zoffoli.
- Forza Italia e Nuovo Centro Destra: Cicu, Cirio, Comi, Gardini, La Via, Martusciello, Maullu, Pogliese, Salini, Tajani.
- ECR: Fitto e Sernagiotto.
- Si astengono: Forenza, Maltese e Spinelli.
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