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lunedì 21 novembre 2016

Italiani, Imbracciate la Matita o sarete costretti ad imbracciare i fucili

di Jacopo Cioni

Bertolt Brecht scriveva:

“Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico.

Egli non ascolta, non parla nè partecipa agli avvenimenti politici.

Non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine dipendono dalle decisioni politiche.

Un analfabeta politico è tanto animale che si inorgoglisce e gonfia il petto nel dire che odia la politica.




Non sa l’imbecille che dalla sua ignoranza politica proviene la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore ed il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, ingannatore e corrotto, leccapiedi delle imprese nazionali e multinazionali.”


Niente di più vero, tutto è un atto politico, anche ciò che viene fatto inconsciamente ogni giorno. La spesa è un atto politico in cui si può scegliere di valorizzare i prodotti italiani rispetto agli stranieri. Fare il pieno all’auto è un atto politico, anche bere un caffè può essere un atto politico. La politica si ritrova in tutto e ognuno di noi nel suo piccolo fa politica. Altra cosa è essere dei professionisti, dei politici, ma tutti facciamo politica. Dal barbiere il tizio che sprona caio a parlare delle buche nelle strade fa politica.

Martin Luther King diceva:

“Può darsi che no siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla!”
Non votare è un atto politico alla stregua del votare, ha un significato, racchiude un messaggio.

Le scelte cui vi sottopongono i politici, o meglio i politicanti che oggi albergano le istituzioni, non sono invece atti politici, ma non-scelte. Vi impongono di schierarvi ma mantenendovi all’interno di recinti. Oggi chi ancora ragiona in termini di destra e sinistra è dentro non uno ma 12 recinti. Oggi ci si può dividere solo fra liberisti e sovranisti, fra globalisti e liberali. Ogni altra collocazione è solo un recinto. Tutti quelli che non votano cercano con ogni mezzo di stare fuori da questi recinti.

Come scriveva Edmund Burke

“La sola cosa necessaria perchè il male trionfi è che gli uomini buoni non facciano nulla”

Oggi come oggi è divenuto un recinto anche astenersi, costituisce percentuale e niente più; volendo ormai si può considerare un sottrarsi alla lotta dietro la scusa del “tanto non cambia nulla”, ma qualcosa sta per cambiare.

Non ci rimane molto in cui sperare, le forze sovranazionali, mondiali, il nuovo ordine fa passi da gigante ogni giorno, conquista fette di territorio e di dominio e niente sembra in grado di fermarlo. Trump è un contro-segnale? Lo spero, ma dubito, chi arriva a quel livello, se non è un vero figlio del popolo, non può non essere legato a doppio cappio, ma spero.

Il 4 succede qualcosa che non è banale, c’è un referendum, un voto da esprimere che modifica in maniera massiva la Costituzione, cioè la base della Repubblica e della corsa verso la Democrazia, si incompiuta e che dal 48 ad oggi invece che compiersi è stata distrutta. Non a caso.

Un voto senza quorum, senza appello, senza ritorno. Una volta passati i cambiamenti sarà praticamente impossibile tornare indietro. Il piano inclinato viene alzato e la biglia correrà più forte.

Ecco, questa è una di quelle occasioni che non si ripeteranno, uno di quei momenti in cui il voto non cambia un parlamento e un governo, che di persone vendute si ricostituisce, cambia la base di ciò che siamo, la conseguenza di una marcia durata secoli, conclusa con una guerra epocale che come fenice ha scritto le regole base della nostra coabitazione. Stanno per essere cambiate quelle regole base.

Mai un voto è stato tanto importante nel nostro paese. Stringersi attorno alle nostre leggi costituenti, non perfette ma perfettibili nell’aumentare la sovranità popolare, o cedere questa sovranità in maniera definitiva.

Il mio è un appello, un preghiera a coloro che di solito non imbracciano un copiativo, fatevi violenza e per questa volta lasciate la vostra forma di lotta e di disgusto per vergare un NO. Siamo già in un baratro che appare senza fondo, date una mano per non farci sprofondare ancora di più e poi farci seppellire.

Siamo ancora in tempo a fornire un messaggio epocale a chi fa finta di gestire questo paese e invece risponde a poteri forti ormai nemmeno più ben nascosti. Possiamo dirgli che abbiamo capito, che sappiamo dove vogliano portarci ma che non siamo disposti a soccombere senza lottare.

Per questa volta, l’ultima forse, imbracciate quel copiativo e vergate un NO.


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