di FABIO CONDITI
Il 4 novembre 2016 alle ore 15,30, si è tenuto nell’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati a Roma, un convegno dal titolo “Banche e creazione di moneta. Un sistema insostenibile ?”.
Il convegno è stato organizzato da Alessio Villarosa e Daniele Pesco, membri M5S della commissione Finanze della Camera dei Deputati e da Carlo Sibilia, membro M5S della commissione Esteri della Camera dei Deputati, ed è stata la prima volta che in un’aula istituzionale si sia parlato del tema della creazione di moneta da parte delle banche e della sua sostenibilità in rapporto alla crisi economica.
Il convegno finalmente mette al centro della discussione un tema spesso trascurato dagli esperti economici ovvero il sistema di creazione della moneta. Lo scopo è stato quello di analizzare la contabilità bancaria sia al momento della raccolta del denaro che durante l’erogazione delle credito.
Inizio nel descrivere l’intervento di Nino Galloni, che potete trovare >>> QUI, perché avendo ripercorso la storia della moneta e del credito, permette una visione culturale e storica fondamentale per affrontare l’argomento nel modo migliore.
La sua premessa è fondamentale e sano perfettamente d’accordo con lui : “Noi abbiamo una maggiore consapevolezza rispetto a decenni fa di come funziona il sistema bancario e di che cos’è la moneta, ma dobbiamo stare molto attenti a non proporre delle riforme che invece di migliorare le cose le possano peggiorare, è su questo che dobbiamo ancora confrontarci …“.
Ha poi ripercorso la storia della moneta e del credito, dalla caduta dell’Impero Romano per mancanza di oro, all’invenzione del credito in Europa da parte dei Templari, che con le loro “lettere di cambio” hanno creato un mezzo di pagamento cartaceo che riusciva, con un quantitativo relativamente modesto di monete d’oro, a permettere l’utilizzo di un maggiore quantitativo di “moneta cartacea”.
I banchieri italiani fecero lo stesso con le “note di banco”, che rappresentavano una certa quantità di moneta che la banca prometteva in cambio quando la si presentava. Successe però che le “note di banco”, o “banconote”, cominciarono a circolare come fossero moneta e le banche cominciarono a “produrne” una quantitativo sempre maggiore rispetto alle monete d’oro che avevano in cassa, ma quando esageravano andavano in “bancarotta”.
Questo è il meccanismo di funzionamento della banca moderna e non è cambiato molto da allora, fino al 1971, quando Nixon dichiarò la fine del legame del dollaro con l’oro che era stato stabilito a Bretton Woods, e questo ha modificato la natura di moneta, diventata “FIAT” cioè senza alcun valore intrinseco.
“Ma chi è il titolare alla emissione di moneta a corso legale ?” si chiede Galloni a questo punto, rispondendo subito che “è lo Stato perché è quello che chiede le tasse”.
Ma parallelamente alla moneta a corso legale, tutti possono emettere moneta fiduciaria, costituita da cambiali, assegni post-datati o senza copertura, che in Italia sono stati il motore del miracolo economico del dopoguerra.
Anche le banche emettono una moneta fiduciaria, che si chiama “credito bancario”, che non dovrebbe essere moneta a corso legale, anche se ormai siamo obbligati ad usarla più della moneta a corso legale, che sono ancora solo le banconote e le monete metalliche.
“La banca in realtà, nella creazione di moneta incredita se stessa e indebita il prenditore, mentre quando noi emettiamo la nostra moneta fiduciaria” dice Galloni “indebitiamo noi stessi e diamo un possibile credito a chi prende la cambiale, quindi quando torna indietro la cambiale io che l’ho emessa la devo pagare, la banca fa il contrario, incredita se stessa dal nulla e indebita il prenditore“.
“Negli anni 90” prosegue Galloni “le banche decidono di abbandonare la legislazione degli anni 30 che aveva assicurato un sessantennio di equilibrio e di evitare le crisi bancarie e quindi viene eliminata la Glass- Steagall Act negli Stati Uniti, viene eliminata la legge bancaria del 1936 in Italia, … quindi si riunifica nella banca universale l’attività creditizia e l’attività finanziaria. Quindi le banche entrano pesantemente nel mercato finanziario, vanno in borsa, emettono obbligazioni, emettono azioni, impongono ai loro clienti di comprarle“.
Questo provoca una forte volatilità del sistema bancario che quando perde valore in borsa diventa instabile ed è costretto a ricorrere a strumenti finanziari “derivati” che gli permettano di evitare il default, mettendo anche in campo premi Nobel che dal 2001 iniettino fiducia nel sistema affermando in continuazione, come un mantra, che ci sarà una ripresa che però non arriva mai.
In 15 anni i prodotti derivati di primo, secondo o di terzo grado inondano il mercato, per un ammontare complessivo pari a circa 4.000.000 mld di dollari, cioè 54 volte il PIL mondiale. Quando nel 2008 questo sistema va in crisi perché praticamente non c’è più liquidità disponibile e le banche non si fidano più tra di loro e sarebbero dovute fallire tutte, se non fossero intervenute le Banche Centrali, immettendo grandi quantità nel sistema finanziario senza chiedere alle banche di smetterla, che hanno proseguito a fare derivati e titoli tossici.
“Questo capitalismo” dice Galloni “l’ho chiamato ultra finanziario collateralizzato, perché si basa sulla massimizzazione delle emissioni di titoli, siamo governati da algoritmi matematici“.
In conclusione Nino Galloni ha evidenziato come il sistema bancario crei enormi quantità di moneta fiduciaria dal nulla sotto forma di credito bancario, ma non essendoci più una separazione tra l’attività creditizia e quella finanziaria, il sistema bancario è diventato estremamente instabile e soggetto a crisi improvvise dovute alla volatilità dei mercati.
Questa lucida analisi si collega all’intervento che ho poi effettuato come Presidente dell’Associazione Moneta Positiva, che potete trovare >>> QUI, nel quale ho cercato di analizzare nel dettaglio come avviene il meccanismo di creazione del denaro dal nulla da parte del sistema bancario.
La premessa è che solo il 7% di tutta la moneta che usiamo è costituita da banconote create dalla BCE e da monete metalliche create dagli Stati, mentre in realtà il 93% è costituita da moneta bancaria creata dalle banche private e pubbliche, sotto forma principalmente di depositi e conti correnti.
Questo permette di affermare, come già ha fatto nel 2012 Marvyn King, ex Governatore della Bank of England, che nella creazione di denaro, il ruolo maggiore viene svolto dalle banche commerciali.
Per capire come fanno le banche a creare il denaro, è necessario partire dall’art.1834 del c.c., per il quale “nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, …, a richiesta del depositante“.
Quindi la moneta bancaria è un debito della banca nei confronti del cliente, che diventa una moneta a corso legale solo quando viene ritirata in contanti.
Per capire come fa realmente la banca a creare denaro e come funziona la sua contabilità, ho illustrato con due semplici esempi, le operazioni di deposito e di prestito di denaro.
Quando Carlo deposita contanti, la moneta elettronica creata dalla banca va nel suo passivo, mentre i contanti finiscono nell’attivo della banca. Se i contanti vengono ritirati il giorno dopo, la banca li prende dal suo attivo e li consegna, e conseguentemente annulla la moneta elettronica che era stata creata.
Quando invece Alessio chiede un prestito, la banca crea moneta elettronica dal nulla e la mette nel suo passivo, perchè può doverla cambiare in contanti a richiesta, mentre nel suo attivo finisce il contratto di mutuo firmato.
Alessio può adesso utilizzare la moneta elettronica creata dal nulla dalla banca per comprare la casa da Daniele, che supponiamo abbia il conto corrente presso la stessa banca, ma pur avendo ambedue la possibilità di ritirare i soldi in contanti, non lo fanno quasi mai anche perchè ci sono leggi lo “limitano”, per cui gli scambi avvengono quasi sempre in moneta elettronica,.
Quando finalmente Alessio restituisce il capitale più gli interessi, il capitale deve coprire il debito che comunque la banca seguita ad avere nei confronti di Daniele, che ha ricevuto la moneta elettronica e può sempre decidere di ritirarla in contanti, mentre gli interessi diventano un utile per la banca e vanno giustamente nel suo Conto Economico.
Il problema, come dice anche Nino Galloni, è che la banca crea questa moneta increditando se stessa ed indebitando il prenditore, cioè in pratica crea un credito dal nulla che noi utilizziamo come fosse moneta vera (ndr come le “lettere di cambio” o le “note di banco”), ma se una volta la banca doveva realmente possedere le monete d’oro, oggi in realtà c’è la BCE che le fornisce banconote “fiat” illimitatamente (attraverso l’ELA), mentre le garanzie gliele fornisce il prenditore stesso con le sue ipoteche.
La truffa è che la banca si fa pagare comunque gli interessi, nonostante abbia concesso qualcosa che non aveva o che non gli costa “quasi niente”.
Infatti è vero che per creare moneta elettronica la banca deve avere nel suo attivo di bilancio contanti, riserve presso la Banca d’Italia e un patrimonio minimo per Basilea III, ma queste “garanzie” sono molto basse. Infatti la riserva obbligatoria in contanti presso la Banca d’Italia è pari a solo l’1% dei depositi (addirittura 0% per quelli vincolati sopra i due anni) ed i requisiti patrimoniali per Basilea III sono pari a circa l’8% del rischio di credito, che è sempre minore del totale dei depositi.
Il sistema bancario si regge con il sistema di compensazione multilaterale “BICOMP”, adottato dalla Banca d’Italia per garantire i pagamenti, perché permette di ridurre al minimo la necessità di pagamenti in riserve, o addirittura di sostituirle con prestiti sul mercato interbancario o della Banca d’Italia stessa.
In questo modo le banche possono creare grandi quantità di moneta elettronica, cioè di “debito bancario”, pur avendo a disposizione solo piccole quantità di denaro a corso legale. Ma in presenza di crisi economica e di sfiducia tra le banche, il sistema bancario diventa perennemente instabile e soggetto a crisi continue, anche perché non sempre i prestiti vengono forniti a soggetti realmente in grado di restituirli.
Questa breve ma esauriente analisi permette di stabilire che i motivi principali della crisi del nostro sistema sono :
lo Stato non può creare denaro, perché crea solo le monete metalliche e lascia alla BCE ed alle banche private la creazione del 99,7% di tutto quello che usiamo;
lo Stato non decide la quantità di denaro che usiamo, visto che il 93% di quello che usiamo viene creato dal nulla dalle banche quando fanno i prestiti;
lo Stato non decide la destinazione del denaro creato, perché le banche lo destinano nelle bolle immobiliari e nelle speculazioni finanziarie, mentre solo il 10% finisce nell’economia reale.
Le soluzioni in fondo sarebbero semplici :
lo Stato deve creare denaro utilizzando la propria sovranità monetaria e fiscale;
lo Stato deve decidere la quantità di denaro che usiamo, creandone né troppa né poca, in misura sufficiente a far funzionare correttamente l’economia reale;
lo Stato deve decidere la destinazione del denaro creato, che dovrà essere utilizzato ed immesso esclusivamente nell’economia reale.
Ma lo Stato ha ancora la sovranità monetaria e può ancora utilizzarla nonostante i Trattati ?
Ollie Rehn, rispondendo ad una interrogazione di Borghezio nel 2011, ha chiarito che gli Stati sono proprietari delle monete metalliche e ne percepiscono il signoraggio, ma anche sulle banconote emesse dalla BCE. Infatti la Banca d’Italia conferma che “il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, che lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria“.
Quindi in definitiva lo Stato Italiano non può creare banconote valide in tutta l’Unione Europea (vietato dall’art.128 del TFUE), ma ha ancora la sovranità monetaria e la può esercitare coniando monete metalliche, anche superiori a 2 euro e valide solo sul proprio territorio, emettendo biglietti di stato, che non sono vietati dai Trattati, emettendo moneta elettronica, con un sistema di banche pubbliche, e creando una moneta a valenza fiscale.
Ma il denaro può essere fornito anche dalla BCE, attraverso il “Quantitative Easing for People“, una soluzione che stanno chiedendo ormai molti movimenti ed esperti economici a livello mondiale e che consiste nel creare denaro e darlo ai cittadini o agli Stati, per farlo arrivare finalmente all’economia reale.
Purtroppo la BCE crea denaro solo per le banche ed i mercati finanziari, non considerando minimamente le esigenze degli Stati, delle Aziende e dei cittadini, cioè dell’economia reale.
E pensare che per creare moneta elettronica basta solo pigiare con un dito su un tasto di un computer …
Dobbiamo ripensare l’economia ed il suo rapporto con la moneta, perché l’aver scoperto che la moneta può essere creata senza limiti, è una grande risorsa per l’umanità e rende possibile quell’economia monetaria che Nino Galloni definiva così nel suo libro del 1992 “La rivoluzione della moneta” :
“L’economia monetaria vera a propria è il sistema limitato non dalle disponibilità di terreni, materie prime o mezzi monetari, ma dalla disponibilità delle risorse umane; vale a dire che esso può svilupparsi fino al limite dato dalla valorizzazione del lavoro”.
Fabio Conditi
Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
www.monetapositiva.it
Nessun commento:
Posta un commento