Tutti i giornaloni, tg, siti web e trasmissioni televisive annunciano come clamorosa la decisione dell’Alta Corte britannica di rimandare ogni decisione sulla Brexit (l’uscita dell’UK dall’UE) al Parlamento inglese.
Tutto è nato dall’azione giudiziaria di una donna d’affari, Gina Miller, la quale presentò ricorso chiedendo che il Governo rispettasse la procedura che prevede comunque un voto del Parlamento trattandosi di referendum consultivo!
La clamorosità della decisione non esiste! Nonostante il primo ministro britannico Theresa May stesse già avviando le trattative con tutti gli Stati dell’Unione per un’uscita “ordinata” della Gran Bretagna dall’UE, era praticamente scontato che – prima della comunicazione ex art. 50 TUE da inviare al Consiglio europeo – il primo ministro avrebbe chiesto al Parlamento di ratificare la decisione scaturita dal voto popolare del 23 giugno.E in Inghilterra – che non è l’Italia -, una volta che le urne hanno sancito un risultato, anche se solo consultivo come quello sulla Brexit, il Parlamento lo ha sempre rispettato! Capita spesso che, durante le sedute del Parlamento inglese, se i membri delle opposizioni sono presenti in numero superiore a quelli della maggioranza, i primi escono dall’aula per ristabilire l’esatta corrispondenza con il voto popolare!
Nulla di clamoroso, dunque. Tanto fumo per vendere qualche copia di giornale in più! Gli inglesi sono un popolo. Non una popolazione! E il voto del 23 giugno sarà serenamente ratificato dal Parlamento! Con buona pace di quelli che non vogliono arrendersi alla democrazia…
fonte: Scenari Economici
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