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giovedì 4 agosto 2016

M5S tra Polemiche e Ragionamenti su U.E. ed Euro

di Vincenzo Cirigliano

Vorrei soffermarmi oggi sulle diverse polemiche che sono nate da più parti in merito a quello che potrebbero apparire come un cambio di rotta dei vertici del M5S in merito ai Programmi politici da sempre sostenuti soprattutto in relazione al tema della Sovranità Monetaria e della permanenza dell’Italia nell’Unione Europea, considerazioni che sono state successivamente affrontate anche dalle dichiarazioni delle stesse persone toccate da tali esternazioni.


Premesso che tantissime di queste polemiche sono arrivate anche da Personalità che io stimo tantissimo per il Gran lavoro che hanno messo in campo in questi anni in ambito Costituzionale sia a difesa della Sovranità Nazionale che della Sovranità Monetaria, argomenti importantissimi che determineranno inesorabilmente il futuro di questa Nazione, non posso esimermi dal rilevare tuttavia una certa tendenziosità ad enfatizzare avvenimenti che sono stati ampiamente smentiti direttamente dal Movimento 5 Stelle, in particolare nella fattispecie ad esempio dell'incontro di Di Maio con i vertici della Trilaterale, solo perchè fotografato, durante una cena ad un incontro dell'Istituto ISPI che aveva carattere istituzionale (Di Maio è Vice Presidente della Camera dei Deputati), accanto a Carlo Secchi Presidente della Trilaterale Italiana, ma anche Presidente dell'ISPI.

Così come mi risulta essere esageratamente rimarcata l'affermazione di più di qualcuno secondo cui Di Maio e quindi il M5S avrebbe cambiato rotta in merito all'uscita dall'Euro, quando a smentire questa tesi ci sono le 200000 firme raccolte e depositate al Senato per un Referendum a livello Nazionale sul tema. Di Maio ha solo sottolineato che l'uscita dall'Euro e l'uscita dalla U.E sono due cose completamente differenti. E' indubbio infatti che la cosa più semplice che oggi si potrebbe fare per risollevare le Economie dei Paesi U.E. sarebbe quella di far diventare la BCE una Banca prestatrice di ultima Istanza, alla stregua della nostra vecchia, cara, Banca d'Italia, cacciando via dall'Azionariato che sostiene le Banche Nazionali che ne sono proprietarie, tutti gli investitori Privati che ne inficiano le azioni Istituzionali. Decadrebbe quindi il concetto di Debito Pubblico, inteso come debito dei cittadini e prenderebbe piede il concetto di Debito Pubblico inteso come Investimento Statale per il sostegno dell'economia e la piena Occupazione.

Chiaramente dinanzi ad un diniego in tal senso sostenuto da sempre dalla Germania, per gli indubbi vantaggi economici che trae dalla enfatizzazione del concetto di debito Pubblico come debito dei cittadini, enorme vantaggio economico dovuto alla sua economia che aveva fondamentali largamente migliori allorquando siamo entrati nel Sistema Euro, bisognerebbe prenderne atto e valutare effettivamente l'uscita da questo sistema monetario, che si sta rivelando un errore madornale per le economie del Sud Europa. A mio modo di vedere Di Maio dice semplicemente che il concetto di Unione Europea in se non è un concetto sbagliato, ma bisogna lottare per darle un assetto politico diverso, che sposti molti più poteri nel Parlamento, direttamente eletto dai cittadini ed esprima una Governance direttamente legata ad esso, smantellando quella Commissione Europea che non ha nessun legame con il Parlamento e che rappresenta interessi di lobby che non rispecchiano la volontà dei cittadini.

E' chiaro che una volta che si otterrebbe l'uscita dell'Italia dal Sistema Euro, sarà automatico che tutto il concetto relativo all'Unione Europea ed al suo assetto Istituzionale dovrà essere radicalmente rivisto e ripensato. Il problema è trovare nel Parlamento Italiano quella convergenza di intenti per modificare quelle leggi che consentirebbero lo svolgimento del Referendum sull'Euro, convergenza che sino ad oggi non c'è stata. Le motivazioni quindi del perchè non si conseguono gli obiettivi di messa in discussione dell'Euro e di questa Unione Europea, sono da ricercarsi soprattutto nell'atteggiamento delle altre forze Politiche, non nel M5S.

Quello che in futuro tendenzialmente bisognerebbe ricercare, è una convergenza su questi concetti e su questi obiettivi tendente ad aggregare e non a disgregare, rafforzando quel Movimento che sino ad oggi ha dimostrato di essere l'unica forza in campo in grado di determinare la svolta ed il cambiamento di questo Paese, senza incappare nuovamente nell'errore di promuovere la nascita di una miriade di formazioni politiche che non faranno altro che accentuare e sancire la definitiva disgregazione di questa Nazione. E' chiaro che su questi concetti, il M5S essendo da quando è nato il fautore, oltre che sostenitore della Democrazia Diretta, farebbe bene a coinvolgere, sempre in maggior misura, qualora ce ne fosse necessità , la sua base di Iscritti che in passato si è sempre espressa inequivocabilmente ed in maniera precisa sulle tante questioni su cui è stata chiamata in causa. Far parte di questa base di iscritti sarebbe il metodo più consono per i cittadini italiani per determinare in futuro l'indirizzo politico ed Economico che vogliamo dare a questo Paese.


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