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sabato 27 agosto 2016

Ecco come trovare i Soldi per la ricostruzione e prendere in mano il nostro destino, prima che sia troppo Tardi ( Video da non Perdere )

di FABIO CONDITI

Anche se mi occupo di economia, sono pur sempre un ingegnere strutturista originario delle Marche, quindi so cosa significa un terremoto, non solo per averlo vissuto più volte come cittadino, ma anche e soprattutto perché ho visionato per lavoro molti edifici più o meno lesionati. E' una esperienza traumatizzante, perché ti viene subito da pensare alle persone che ci vivevano. Noi abbiamo la percezione che gli edifici siano destinati alla nostra protezione, sia nei confronti delle intemperie che delle aggressioni, facciamo fatica a pensare che possano mettere a rischio la nostra vita.




In realtà possono crollarci addosso, se non sono stati costruiti secondo determinate regole sismiche, che oggi abbiamo le conoscenze ed i materiali per applicarle a qualunque edificio.


Sono quindi emotivamente vicino a chi ha subito questa ennesima tragedia, ma vorrei dare un contributo non come ingegnere ma come studioso di sistemi monetari, per evitare che dopo il danno ci sia anche la beffa di una ricostruzione piena di incertezze e di difficoltà finanziarie.

Qual è la causa di questa incertezza ? Lo Stato non ha i soldi per ricostruire tutto come era prima.

O almeno per farlo, dovrebbe aumentare il debito pubblico e questo è un problema.

Una soluzione l'ha pensata Giuseppe Povia, stranamente un cantautore, ma dotato di una preziosa e rara capacità di leggere il mondo, per cui vi consiglio di ascoltarla direttamente da lui QUI.

La ricostruzione dopo un terremoto è uno dei casi tipici nei quali la creazione monetaria dovrebbe essere una soluzione obbligata e dovuta, da parte delle istituzioni, perché i soldi sono uno strumento al servizio della collettività che deve essere utilizzato per ricostruire una ricchezza che è andata distrutta.

Allargando il discorso, in realtà, i soldi dovrebbero essere creati ed utilizzati per "consolidare" gli edifici e rendere le case antisismiche, possibilmente prima del terremoto, in modo da evitare la perdita di vite umane e la distruzione progressiva di tutto il nostro patrimonio.

Invece attualmente la BCE, cui abbiamo ceduto le politiche monetarie ed economiche, crea continuamente enormi quantità di denaro, ma per altri scopi molto meno nobili e necessari :


"consolidare" le banche, attraverso l'LTRO che fornisce prestiti addirittura ad interessi negativi;
"consolidare" i mercati finanziari, attraverso il QE per circa 80 mld di euro al mese.

Visto che le cifre sono poco comprensibili, proviamo a visualizzare questi 80 mld di euro al mese che la BCE crea dal nulla per il Quantitative Easing. Corrispondono a circa di 1.000.000 di alloggi da 100 mq. in un solo mese, mentre per realizzare 1.200 alloggi ( sufficienti forse a ricostruire gli edifici distrutti con il terremoto di Rieti) basta meno di un'ora di QE di Mario Draghi.

Ma dovrebbe destinarlo all'economia reale e non ai Mercati Finanziari, per cui è … impossibile !

Quella di Povia rimane una bella ed interessante provocazione, ma rimarrà inascoltata, perché la BCE non ha alcun interesse a farlo, né forse fa parte dei suoi obiettivi.

Intervenire per ripristinare i danni causati da un evento catastrofico naturale, è una tipica attività di uno Stato, o addirittura sarebbe preferibile riuscire a prevenire quelli che si potrebbero verificare nel futuro, salvando la vita dei cittadini, con costi anche decisamente molto inferiori.

Visto che sono uno dei pochi in Italia a sostenere che lo Stato ha ancora la propria sovranità monetaria, solo che non la esercita, voglio provare ad illustrare cosa farei io, se fossi al Governo in questo momento, per trovare concretamente i soldi per ricostruire gli edifici distrutti dal terremoto e sostenere la popolazione colpita da questa ennesima tragedia.

Sono stanco di sentir ripetere promesse dall'ennesimo Presidente del Consiglio in giro tra le macerie: "Dobbiamo pensare alla prevenzione sismica. Dobbiamo essere seri su questo tema. Deve essere il nostro compito per il futuro. … dobbiamo garantire ai cittadini di poter tornare nelle loro case, di poterci restare vicino. Di poter uscire dalle tende il prima possibile. Dopo le emozioni passeremo alle reazioni. … Ci vuole tempo. … E se quello che andava fatto non è stato fatto in 70 anni non sarà fatto in 7 mesi".

Come ci vuole tempo ? Per salvare le banche bastano settimane, e per i cittadini ci vogliono anni !?!?

Il denaro oggi può essere creato con un clic del computer, e la BCE ne crea in grandi quantità ma viene destinato solo alle banche ed ai mercati finanziari.

In realtà lo Stato ha ancora la propria sovranità monetaria, solo che non la esercita.

La spiegazione più dettagliata di questa affermazione, con i documenti della BCE e della Banca d'Italia che lo ammettono, la potete trovare QUI.

Riporto da questo articolo, alcuni degli strumenti che ho ipotizzato per lo Stato italiano, in modo da permettergli di creare denaro per ricostruire gli edifici distrutti dal terremoto, ma con soluzioni compatibili con gli attuali Trattati Europei (ovviamente è necessario anche un Governo che abbia la volontà politica di utilizzarlo per i cittadini e non solo per le banche ed i mercati finanziari …) :
monete metalliche di valore superiore a 2 euro, che la BCE deve approvare solo come quantità (art.128 comma 2 del TFUE);
biglietti di Stato di qualsiasi valore, perché il TFUE dà alla BCE l'esclusiva solo delle "banconote" aventi corso legale nell'Unione (art.128 comma 1 del TFUE);
moneta elettronica o carte di credito di Stato, che non sono prese in considerazione dai trattati, dove si parla solo di moneta metalliche e banconote, tant'è che le banche possono creare moneta elettronica senza limiti;
moneta a valenza fiscale, in quanto in base ai Trattati Europei la sovranità fiscale è ancora di competenza esclusiva degli Stati nazionali.

Non avendo ancora una situazione chiara e completa degli edifici interessati da quest'ultimo terremoto, possiamo basarci su quanto accaduto a L'Aquila, facendo delle proporzioni in base al numero degli abitanti del comune colpito. Sono passati 8 anni e sono stati spesi circa 12 miliardi di euro, ma L’Aquila è un comune di circa 70.000 abitanti, mentre Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto sono comuni con meno di 5.000 abitanti, quindi i danni dovrebbero essere inferiori.

Se ipotizziamo 1 miliardo di euro per la ricostruzione, non dovremmo essere molto distanti.

Vediamo nel dettaglio come può essere creato 1 miliardo di euro da parte dello Stato, con alcune proposte concrete e realizzabili.

1) Monete metalliche

Questa è l'ipotesi più semplice e realizzabile. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze decide di emettere monete metalliche da collezione avente un valore nominale di 500 euro e realizzate in lega speciale, con riferimento grafico alla ricostruzione per il terremoto, per un totale di 2 mln di pezzi.

Anche per le monete da collezione, è necessaria l'autorizzazione della BCE per quanto riguarda il volume di conio, per cui il Governo potrebbe presentare questa proposta alla Banca d'Italia ed alla BCE, richiedendone l'approvazione.

Per evitare possibili contestazioni, mi sono preso la briga di calcolare il volume complessivo di monete metalliche approvato negli anni in tutta l'Eurozona, calcolato per i singoli Stati. 





Da questa interessante analisi, risulta che non c'è un criterio univoco nell'attribuzione ai vari paesi, né una proporzione in base a qualche parametro economico.

In particolare la BCE ha approvato un volume di conio di monete metalliche per la Germania di circa 17 mld di euro, mentre per l'Italia ne sono stati approvati solo 7 mld di euro.

Considerate le dimensioni delle due economie, non c'è alcun motivo per giustificare questa sproporzione a nostro svantaggio e questo spiega perché è molto probabile trovare euro tedeschi nelle nostre tasche, a volte anche più di quelli italiani.

Quindi il Governo può chiedere alla BCE, attraverso la Banca d'Italia, l'approvazione di questo maggior volume di conio, giustificandolo con la necessità di reperire risorse per la ricostruzione degli edifici per la popolazione che ha subito il terremoto.

E' vero che la BCE potrebbe rifiutare di approvare questo maggior volume di conio, ma dovrebbe anche giustificare come mai alla Germania è stato autorizzato, rispetto all’Italia, un volume molto più grande tutti gli anni (solo negli ultimi tre anni, alla Germania è stato autorizzato un volume di 1.800 milioni di euro, mentre all'Italia solo 130 milioni di euro).

Questa soluzione permetterebbe allo Stato di vendere ai collezionisti di tutto il mondo queste monete, oppure di depositarle presso la Banca d'Italia, ottenendo in cambio moneta elettronica utilizzabile per finanziare la ricostruzione.

Come confermò l'ex Presidente della Banca Centrale Europea Duisenberg, in un intervista del 2002 che trovate QUI, lo Stato sulle monete metalliche incassa un signoraggio derivante dalla differenza tra il valore della moneta ed il suo costo di emissione, che è al massimo di pochi euro, mentre sulle banconote il signoraggio è solo quello derivante dai redditi ricavati nell'attività di prestito al sistema bancario, che sono molto inferiori.

2) Biglietti di Stato
L'emissione di biglietti di stato da 500 euro specifici, non essendo considerabili "banco-note", cioè emissioni cartacee da parte di una banca, è certamente una operazione politica ben più "aggressiva" e certamente più difficile da sostenere da parte di uno Stato, anche se i trattati dicono espressamente che solo "Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali

costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell'Unione" (art.128 comma 1 del TFUE).

Si parla solo di "banconote", cioè di "note di banca", ma non di biglietti di stato che hanno un'altra natura giuridica, perché sono emessi da uno Stato sovrano.

Hanno il vantaggio che nei Trattati Europei non è prevista l'approvazione da parte della BCE. L'ultimo esempio di biglietto di stato italiano, però, sono state le 500 lire di carta-moneta, ma non hanno avuto una grande "fortuna" …

3) Moneta elettronica o Carta di Credito di Stato

La moneta elettronica viene attualmente creata dal nulla dalle banche quando fanno i prestiti, per approfondimenti su questo tema un documento fondamentale è quello della Bank of England che trovate QUI. Oppure ho provato a spiegarlo in modo più semplice in questo articolo QUI.

In Italia purtroppo non abbiamo una banca pubblica, visto che la Cassa Depositi e Prestiti lo è solo in parte, perché in realtà è controllata dalle Fondazioni Bancarie private, attraverso un 30% di azioni privilegiate.

Se lo Stato avesse una banca pubblica, o nazionalizzasse una esistente come MPS, questa potrebbe ricevere prestiti dalla BCE, attualmente ad un tasso d'interesse addirittura negativo, che potrebbe essere utilizzato per la ricostruzione. Ma sarebbe denaro preso in prestito che dovrebbe essere restituito.

Considerato però che la moneta elettronica viene creata dal nulla dalle banche private, senza alcun controllo da parte della BCE e delle norme dei trattati, cosa impedisce allo Stato di fare altrettanto ?

Se la moneta elettronica oggi ha valore ed è accettata per il pagamento delle tasse, lo Stato potrebbe creare una sorta di moneta complementare di tipo elettronico che può chiamare SIT, abbreviazione di Sconto Italiano delle Tasse.

In pratica il Ministero dell'Economia e delle Finanze apre presso di sé un conto intestato ad ogni cittadino italiano, legato al codice fiscale, sul quale contabilizzare i SIT, che possono essere utilizzati per il pagamento delle tasse, essendo una sorta di "Sconto Italiano sulle Tasse" che lo Stato dichiara di accettare, visto che ha ancora la sovranità fiscale, riconoscendo che un SIT vale un Euro.

I cittadini possono ricevere SIT creati dal nulla dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che non rappresentano un debito e con cui si possono effettuare pagamenti direttamente in SIT, perché vista la quantità di tasse che dobbiamo pagare, non ci dovrebbero essere problemi di accettazione.

Si potrebbe addirittura permettere il deposito di Euro nel conto SIT, con cambio alla pari, in modo che lo Stato possa utilizzare queste somme per la realizzazione di opere di interesse pubblico, come accade quando depositiamo contanti presso una banca, la quale, diventando proprietaria di questi soldi, ne dispone liberamente.

La possibilità di risparmiare in SIT, anziché in Euro elettronici, può diventare più allettante se solo si considera la maggiore garanzia e tutela offerta dallo Stato. Infatti oggi le banche con il bail-in, sono diventate un luogo dove i nostri risparmi sono molto meno sicuri e tutelati, in contrasto con quanto prevede la nostra Costituzione all'art.47 : "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito".

4) Moneta a valenza fiscale
In base ai Trattati Europei, la sovranità fiscale è ancora di competenza esclusiva degli Stati nazionali.

Per questo motivo lo Stato può emettere Titoli che abbiano valore solo per il pagamento delle tasse.

Devono essere però "crediti fiscali non pagabili", cioè possono essere solo utilizzati per ridurre le tasse a chi le deve pagare, mentre non possono essere "cambiati in euro". Possono però, in alternativa e se necessario, essere "venduti a sconto" sul mercato finanziario o in banca, come qualsiasi altro titolo finanziario.

Inoltre l'utilizzo di questi CRF, che è l'abbreviazione di Certificati di Riduzione Fiscale, sarà differita di almeno due anni per permettere all'economia di crescere, aumentando il PIL e di conseguenza le entrate fiscali per lo Stato. In questo modo le minori entrate fiscali, derivanti dall'utilizzo dei CRF, verranno compensate dalla loro crescita per l'aumento del PIL (per maggiori dettagli vi consiglio il sito di Marco Cattaneo QUI, il primo che ha ipotizzato l'utilizzo di questo strumento monetario per risolvere la crisi economica in Italia).

Tra l'altro potrebbe essere uno strumento esclusivamente elettronico, come il SIT descritto prima.

Conclusioni
Quando siamo colpiti emotivamente da una tragedia come questo terremoto, il primo pensiero va sempre alle vittime inconsapevoli di queste catastrofi, che hanno subito perdite enormi soprattutto per le più importanti vite umane, a cui si aggiunge la distruzione economica di quasi tutto ciò che hanno.

In realtà noi abbiamo gli strumenti tecnici per migliorare la sicurezza sismica dei nostri edifici e quindi abbiamo anche il dovere di studiare un sistema perché sia possibile trovare le fonti di finanziamento per la realizzazione delle opere necessarie a trasformare tutto il nostro patrimonio immobiliare ed impedire il ripetersi di questo massacro umano e disastro economico.

Che differenza c'è tra gli effetti della distruzione per bombardamento in una zona di guerra come Aleppo e le conseguenze del terremoto ad Amatrice, dove le vittime sono per ora 250 ?

Se siamo contro il potere distruttivo della guerra, allora a maggior ragione dovremmo tutti concordare nella necessità di creare le condizioni perché i danni conseguenti a questi eventi sismici, purtroppo frequenti in Italia, siano limitati al massimo possibile.

Considerato che è ormai risaputo che il nostro territorio è certamente sismico, dire che lo Stato non ha i soldi per ricostruire dopo un terremoto o addirittura per proteggere la vita dei suoi cittadini prima che questi eventi accadano, significa davvero dire che lo Stato non esiste.

Lo Stato, che siamo in definitiva tutti noi, ha un senso come istituzione, solo se riesce ad intervenire a sostegno dei cittadini quando sono in difficoltà, come prevede la nostra Costituzione all'articolo 3, altrimenti viene meno ad uno dei suoi compiti principali : "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

E le conseguenze di un terremoto sono certamente, e senza ombra di dubbio, un ostacolo di ordine economico, che lo Stato ha il dovere di rimuovere e di prevenire.

Per farlo, io sostengo che lo Stato, fino a prova contraria, ha ancora la propria sovranità monetaria, come ammettono sia la Banca d'Italia che la BCE.

Le diverse soluzioni che ho sopra esposto, valide anche all'interno degli attuali Trattati Europei, senza la necessità di modifiche, prevedono l'adozione di strumenti tipici di uno Stato che ha la sovranità monetaria, solo che non vengono utilizzati, perché si preferisce lasciare ad altri soggetti il potere di decidere delle nostre vite.

Ma se ci fosse un Governo che ha la volontà politica di utilizzare uno dei metodi che ho illustrato, cosa può succedere allo Stato ? Siamo proprio sicuri che qualcuno avrebbe il potere di opporsi ad una di queste soluzioni ? E come potrebbe farlo ?

Faccio un appello a tutte le forze politiche, affinchè possiamo tutti provare a ragionare su come utilizzare la nostra sovranità monetaria, al fine di trovare soluzioni di riforma definitive ed uscire da questo tunnel senza fine.

La mia sensazione è che questo tunnel può essere paragonato al mito della caverna di Platone, dove noi viviamo rinchiusi volontariamente, spaventati da ciò che vediamo e che crediamo sia vero, non avendo mai il coraggio di uscire per acquisire consapevolezza e verificare se le cose sono realmente come sembrano o come ci raccontano.

L'Italia è un grande paese che ha una storia ed un patrimonio umano ed artistico che tutti ci invidiano, che dobbiamo assolutamente tutelare e valorizzare : dobbiamo solo acquisire consapevolezza e prendere in mano il nostro destino, prima che sia troppo tardi.

La moneta deve essere di proprietà dei cittadini e libera dal debito.

Presidente dell’Associazione Moneta Positiva
www.monetapositiva.it
Campagna Quantitative Easing for People
www.qe4people.blogspot.it

Fonte: www.comedonchisciotte.org

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