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domenica 21 agosto 2016

Gran Bretagna: ma dopo il Brexit non ci doveva essere l'Apocalisse? .... della serie i Pecoroni siamo Noi!

di Giuseppe Drago

Rispondendo alla signora Sgamotta de “Linkiesta”, si vuole sottolineare l’allarmismo prodotto dal suo scritto, senza peraltro essere supportato da dati. Si vogliono così evidenziare le conseguenze della Brexit ed i suoi infausti scenari futuri.

Si parla di aumento dello 0,6% dell’inflazione, facendo credere, così come fece il Corriere a suo tempo, che si tratti di una impennata tutta insieme e tutta di colpo, dal novembre 2014 ad oggi. Bene, i dati ci dicono invece che






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il tasso di inflazione post Brexit è passato dallo 0,5% allo 0,6%, con un incremento dello 0,1%, e non come scritto dello 0,6% tutto insieme causa brexit.

Si evoca anche uno scenario di recessione parlando di crescita lenta o pari a zero, sempre evitando di citare fonti. Il dato reale ci dice invece che si è passati da una stima di crescita al +2% ad una al +2,2%, facendo registrare un incremento del + 0,2%.

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Parallelamente nel magnifico mondo dell’€uro, in Italia i dati ci dicono questo:
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Siamo piantati allo 0%!!!! Rispetto al trimestre precedente siamo cresciuti ZERO.

Ci dicono che la disoccupazione aumenta? Peccato che i dati….

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e l’occupazione? Sempre i dati ci dicono che…

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e nel magico mondo di €urolandia, nello specifico a casa nostra cosa succede?

Succede che a noi servirebbe come l’ossigeno una leggera botta d’inflazione, tra l’altro obiettivo principale BCE sarebbe il 2%, ma noi ci troviamo qui


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siamo in DEFLAZIONE!

E la DISOCCUPAZIONE ? siamo sempre QUI


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ed i sudditi di HER MAJESTY ? Qui:

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Tra un bel 4,9% ed un 11% abbondante ed in crescita, credo che la scelta non sia difficile.

I dati ci sono, le chiacchiere pure. A voi la scelta.


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A due mesi dall’uscita dall’Europa in Gran Bretagna è Boom economico! Guardate…

Uk, la Brexit è una festa, vendite al dettaglio +5,9%. A luglio vendite al dettaglio nettamente superiori alle attese. Merito del bel tempo e dell’aumento dei turisti stranieri. Sterlina ai massimi da due settimane sul dollaro. Mentre Renzi è pronto a giocare la carta Brexit morbida

Depressione post Brexit? Niente affatto, i consumatori britannici hanno invece festeggiato: le vendite al dettaglio a luglio sono cresciute dell’1,4% rispetto al mese precedente e del 5,9% su base annua. Entrambi i dati hanno nettamente battuto le attese (+0,2% m/m, +4,2% a/a). La sterlina si è subito rafforzata, salendo ai massimi da quasi due settimane sul dollaro a 1,3159. Al sorprendente risultato hanno contribuito il tempo particolarmente caldo e soleggiato e l’arrivo massiccio dei turisti dall’estero, favorito ovviamente dall’indebolimento della sterlina.

Secondo l’agenzia di rating Moody’s, d’altronde, non ci sarà nessuna recessione post Brexit, come aveva invece previsto la grande maggioranza degli analisti, e il Regno Unito quest’anno crescerà dell’1,5% e il prossimo dell’1,2%. Chi addossa alla Brexit la colpa del rallentamento dell’economia di altri Paesi sembra quindi avere sbagliato bersaglio.
Intanto, secondo il quotidiano britannico The Times, Matteo Renzi vuole concretizzare al vertice di Ventotene uno scambio con Angela Merkel: il presidente del Consiglio sarebbe pronto ad appoggiare la linea morbida della cancelliera tedesca sulla Brexit per ottenere il sostegno tedesco a un allentamento delle regole di austerity. Il Times arriva a questa conclusione, in vista dell’incontro di lunedì prossimo tra Renzi, Merkel e il presidente francese François Hollande a Ventotene, analizzando il cambio della posizione del premier italiano sui tempi dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue dopo il referendum del 23 giugno.
All’esortazione a “non perdere neppure un minuto”, il capo dell’esecutivo italiano, argomenta il quotidiano britannico in un articolo intitolato “Renzi si salva la pelle con un accordo sulla Brexit”, ha optato per una linea più cauta, concordando in particolare con la neo-premier Theresa May sulla possibilità di un’uscita dall’Ue più lenta, anche per evitare una sovrapposizione con le elezioni tedesche dell’anno prossimo.

“Accettando di sostenere la leader tedesca, Renzi ora spera che la Merkel l’aiuterà a sbloccare i fondi che potrebbero salvare la sua carriera politica. A Renzi servirà il superamento dei livelli di deficit concordati con Bruxelles per realizzare una serie di tagli fiscali promessi e aumenti retributivi, nel momento in cui i dati mostrano che l’economia italiana è di nuovo sull’orlo di una recessione”. Secondo il Times, in particolare, “Renzi spera che rilanciare la spesa possa contribuire a conquistare il favore dell’elettorato prima del referendum di novembre con cui ha messo in gioco il suo futuro” politico.

Fonte: AttivoTV

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