di Marco Montoro
"Il voto favorevole all’uscita, senza mezzi termini, dell’Uk dalla comunità europea, ha generato l’ennesimo chiarissimo esempio dell’uso strumentale e manipolatorio dell’informazione, sempre schierata a sostegno dell’europeismo convinto. Allarmismo, confusione, disinformazione e manipolazione dei dati stanno creando un clima di agitazione il cui chiaro obiettivo è quello di promuovere un retro front del risultato e scoraggiare spirito di emulazione da parte di nuovi movimenti pro-exit.
Il risultato, ad oggi, non ha infatti alcun valore legale, in quanto il parlamento, secondo la forma referendaria inglese, potrebbe anche non tener conto dell’esito. C’è quindi una assai remota possibilità che il Brexit non si realizzi. E la stampa, strumento politico, sta puntando a questo.
A tal proposito, cosa meglio di forti agitazioni di piazza, ripensamento degli elettori più emotivi e minacce di ritorsione (aziende pronte a traslocare in 24 ore) pur di creare quell’ultima, estrema, possibilità che giustifichi l’annullamento del risultato?
Ma non solo. Si sta concretamente paventando l’ipotesi di un secondo referendum, che viene pubblicizzato con enfasi nelle ultime ore, proprio su tutti i quotidiani europei (addirittura col link e le indicazioni sul come votare) per cancellare il risultato del primo. Eh sì, se il risultato di un referendum è sgradito, allora se ne organizza un altro, sperando che stavolta accontenti le oligarchie sovranazionali che lo promuovono.
E’ qui che entra in gioco la stampa. Potentissima arma che orienta consensi elettorali e scredita democratici risultati referendari. Il messaggio ufficiale dei quotidiani, in tutti gli stati europei, schierati e compatti, è a senso unico: uscire dalla comunità europea, significa catastrofe.
In particolare, mi soffermerò su alcune notizie apparse sui principali quotidiani italiani, dimostrandone la totale infondatezza. Alcune notizie sfiorano il surreale e denotano un nauseante infantilismo accompagnato ad una chiara mistificazione della realtà oggettiva (l’idea che mezzi di informazione che raggiungono 2 milioni di lettori, come “LaRepubblica”, sia in mano a certe persone, è preoccupante).
Andiamo per ordine di assurdità:
1 La balla che pongo al primo posto, è del famoso vignettista Ellekappa. Ebbene, secondo il suo originale pensiero, la situazione attuale starebbe promuovendo il ritorno del nazifascimo. Eh sì. Se esci dalla comunità europea, allora promuovi il nazismo. Strano, non ricordo molti referendum durante quel periodo.
2 ISIS. Ebbene sì. Secondo qualche sconosciuto nesso logico, uscire dalla Comunità Europea aumenterebbe il rischio di attentati. Magari, con semplicità, si potrebbe ipotizzare che uscirne li riduce, essendo, almeno a parole, la Comunità Europea impegnata nella lotta al terrorismo. E invece no. Se esci dall’Ue, ti becchi l’attentato. Suona più come una minaccia, oserei dire. Pubblicata in prima pagina sui quotidiani italiani ed esteri, ovviamente.
3 L’etichettatura dei votanti. Già. Al fine di screditare il risultato, si è detto che chi ha votato per il “leave” è: un ignorante, xenofobo, anziano e rincoglionito, egoista che non tiene a cuore le generazioni future, sgrammaticato, povero e non sa neanche cosa è l’Europa. Mmm. Interessante. Allora mi chiedo da quali dati provengano queste accurate descrizioni, visto che se hai toppato clamorosamente anche il “semplice” risultato finale (il “remain” era dato vicino al 60% con assolutissima sicurezza), mi sembra strano che tu sia in grado di estrapolare dettagli come il livello culturale, il reddito dichiarato, l’orientamento verso gli immigrati ed altri fini particolari dell’elettorato. Su 45 milioni di abitanti, leggendo i quotidiani, si deduce che 2
3 milioni di elettori su 45 siano anziani, ignoranti e xenofobi.
4 Non si potrà più studiare a Londra. Eh già. Lo dice un professore bocconiano. Che probabilmente non conosce i numerosi scambi di studio, Erasmus a parte, che avvengono tra università europee e cinesi, americane, canadesi, russe e turche. La permanenza o meno di uno stato nell’Ue non influenza gli scambi, in quanto questi sono promossi dalle università, indipendentemente dal far parte o meno di particolari accordi internazionali. Ma diciamolo lo stesso, così spaventiamo un po’ quegli under 25 dubbiosi e i genitori. (Aggiungo che tutt’oggi, il sistema inglese, per alcune professioni non riconosce gli studi svolti in Europa, che vanno parificati con alcuni esami e praticantato in Uk. Mestieri come l’architetto, il medico o l’infermiere, non potevi svolgerli già nell’europeissima Uk).
5 La borsa crollerà, la sterlina anche. A dire il vero, il giorno dopo, l’unica borsa che non è crollata è stata proprio quella inglese, forse più scaltra ed avveduta di quelle europee, che cercando di speculare puntando molto sul “remain”, si sono ritrovate invece perdite del 12%, (vedi Italia e Francia). Quanto ha perso quella inglese? Solo il 2%. Che strano. Quanto alla sterlina, il valore risalirà. Ha retto il colpo il rublo russo, subendo sanzioni e prezzi dimezzati di gas e petrolio, figuriamoci la moneta inglese.
La lista delle balle spacciate per notizie ufficiali, al fine di scatenare movimenti di dissenso e protesta per influenzare l’esito dell’approvazione del referendum, sta proseguendo poi, nelle ultime ore, con una incredibile quantità di demenziali articoli spudoratamente anti “leave”, che dichiarano fantomatiche prospettive, tra cui:
la lingua inglese, non sarà più studiata e diverrà inutile. Il famoso campionato di calcio inglese, la Premier League, diventerà pessimo e inguardabile. Il famoso e trionfante allenatore di calcio Claudio Ranieri, sarà costretto a tornare in Italia. Gli inglesi non potranno più mangiare cibo italiano. Le aziende italiane non potranno più esportare. Gli inglesi stanno cercando su google come ottenere il passaporto irlandese. Alcuni inglesi, sconosciuti, non si sa bene a chi e quando, dichiarano di volere il passaporto italiano. A Londra stanno raccogliendo le firme per uscire non dall’Ue, ma proprio dall’Uk. I cittadini inglesi non potranno più viaggiare. Gli italiani che vorranno andare a Londra avranno problemi a comprare biglietti con le low-cost inglesi (non si specifica bene quali, basta il titolo allarmista e la foto dell’aereo sul link dell’articolo). Molti milioni di inglesi, non sanno neanche cosa è la Comunità Europea, e quindi dopo aver votato sono corsi a casa a digitare su Google in cerca di informazioni (ricordiamo la neutralissima agenzia Google, al servizio dell’intelligence Usa, che sicuramente fornisce risultati trasparenti ed affidabili). Molte aziende di Londra, sono già pronte a traslocare in Irlanda.
E mi fermo qui, perchè l’elenco sta diventando sempre più folto… e imbarazzante.
Vi chiederete. Per quale motivo tanta insistenza sulla stampa e i social network italiani, se il voto è in Uk? Basta una cifra: 500.000. Ovvero, il numero degli italiani residenti a Londra. Senza contare quelli nel resto dell’Uk. Tra di loro, molti possono votare. E non da meno, influenzare la scelta di compagni/e, conoscenti, amici di nazionalità inglese, scozzese, irlandese. Aggiungiamo la colonia di francesi, spagnoli, tedeschi ecc ecc?
Ed ecco quindi come la stampa non indipendente, europeista e manipolatoria, da un lato ti influenza l’esito delle votazioni, dall’altro ti getta fango sul risultato al fine di demotivare nuovi, ipotetici, movimenti pro-exit.
Quando la stampa è di parte, la democrazia non è più tale."
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fonte: l'Antidiplomatico
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