Di Claudio Messora
Cari eurotomani e sfintere-oppressi, mi rivolgo a quel che resta del vostro fegato. Lo so che non avete tempo di leggere. E allora vi racconto quello che è successo nell’ultima settimana di Byoblu.Comincio col farvi vedere un simpatico vecchino. Uno talmente democratico che quando ci sono le elezioni si barrica in casa con una collana di aglio intorno al collo e si nasconde in una bara con dentro la terra raccolta a Cernobbio all’ultimo Forum Ambrosetti (che se per caso una scheda elettorale o un santino lo colpiscono, gli vengono le stigmate). Lui non è un non morto, no: lui è un eterno non–eletto: lo puoi votare solo piantandogli nel cuore una matita copiativa! Lo avrete capito, sto parlando di Mario Monti.
Hanno recuperato alcune sue esternazioni che al confronto Pol Pot era un sincero democratico: “le istituzioni europee hanno accettato l’onere dell’impopolarità, essendo al riparo dal processo elettorale“. E ancora, parlando del divorzio tra la politica e la Banca d’Italia, “ci sono valori che saranno meglio tutelati, se affidati a qualcuno che può permetterselo trovandosi al riparo dal processo elettorale“.
In buona sostanza, la visione della Costituzione che ha Monti mi ricorda quella che gli imprenditori della filiera del cotone, nella Louisiana dell’800, avevano dei diritti dei lavoratori. Ma almeno quelli avevano bisogno che gli schiavi non si suicidassero. Qua invece, se ci togliamo un po’ dai coglioni è meglio, che siamo troppi eh?
George Friedman, invece, è un americano di origini ungheresi,fondatore e presidente del think-tank Stratfor (oggi se non hai un think tank tutto tuo non sei nessuno), ed è secondo il New York Times un’ ”autorità in materia di intelligence tattica e strategica globale”. Secondo lui l’obiettivo della politica estera degli Stati Uniti non è quello di conquistare, colonizzare, né tantomeno esportare democrazia. No: ”La sua politica è finanziare entrambe le parti in modo che si battano l’una con l’altra. E’ cinico, non è molto morale, ma funziona. La destabilizzazione è il vero scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare una democrazia. Una volta destabilizzato un paese, dobbiamo dire ‘missione compiuta’ e tornarcene a casa”.
Ma allora… scusate un attimo.. se il vero scopo degli Stati Uniti è destabilizzare, allora con l’Ucraina destabilizzano i rapporti tra l’Unione Europea e la Russia, con l’Iraq e l’Iran alimentano l’ISIS (ricorderete il senatore Mac Cain) e destabilizzano l’occidente, con le primavere arabe destabilizzano il nord africa e i paesi del mediterraneo… Certo, quando sono arrivati all’Italia hanno lasciato perdere perché siamo talmente instabili che rischiavano di destabilizzarsi loro. Ci hanno detto: “ragazzi, però così è un po’ troppo, se prima non vi date una calmata noi non possiamo farci niente“.
Ma in fondo l’opera di destabilizzazione più faraonica l’hanno fatta con l’euro: ci hanno invasi di titoli tossici, li hanno fatti crollare, hanno piegato l’economia dei paesi del sud Europa, poi loro che avevano la FED hanno iniettato liquidità, si sono fatti un paio di siringhe di adrenalina e si sono rimessi in piedi, noi che abbiamo la BCE e Salvini siamo ancora qui a farci la guerra euro sì-euro no. Una strategia geniale!
Il risultato lo dice lo stesso Friedman: “E’ una catastrofe sociale: l’Europa del sud non si riprenderà per almeno una generazione. Quando un povero diventa più povero, nessuno se ne accorge, ma quando dottori, ingegneri, professionisti improvvisamente perdono il lavoro, e dopo 6/7 anni si accorgono che le loro speranze di riaverlo sono destinate a spegnersi, che non riavranno più la loro vita indietro, allora di solito arrivano i signori con i baffetti e prendono i voti”.
A confermare che si tratta di una catastrofe sociale, nientemeno che il nostro governatore della Banca d’Italia, uno di quelli che secondo Monti difende meglio i nostri valori perché “al riparo dal processo elettorale”. Visco ha detto che “nel giro di 10-20 anni un lavoro su due scomparirà: rischiamo la disoccupazione di massa“.
Perché lo dice? Non rischia di causare un panico incontrollato? No, tranquilli, perché tanto – aggiunge Visco – “l’alfabetizzazione degli adulti italiani è molto bassa: il 70% degli italiani non comprende ciò che legge o non sa come usare le informazioni scientifiche e tecnologiche che possiede”. Infatti dopo che Visco ha pronunciato le parole “Rischiamo la disoccupazione di Massa”, pare che subito a Carrara andassero in giro toccandosi i coglioni spaventatissimi: “Maremma maiala: o vuoi vedere che i prossimi siamo noi?”.
E allora, se il 70% degli italiani non capisce un cazzo, la cosa più importante non è mettergli le istruzioni nella scatola, ma fargli una bella confezione regalo. Sapete, una con tutti quei fiocchettini. Sentite cosa ha dettoMassimo Franco, a otte e mezzo, davanti al Ministro Boschi, parlando dell’Italicum: “Credo che in realtà questa sia una votazione storica, che è uno spartiacque nel quale in realtà Renzi non aveva come referente il Parlamento ma l’opinione pubblica. Cioè questa è un’opinione pubblica che dopo dieci anni ha una legge. Credo che fosse più importante cambiare in qualunque modo che non guardare al contenuto del cambiamento. E credo che su questo Renzi abbia scommesso e per adesso abbia vinto”.
E allora, se il 70% degli italiani non capisce un cazzo, la cosa più importante non è mettergli le istruzioni nella scatola, ma fargli una bella confezione regalo. Sapete, una con tutti quei fiocchettini. Sentite cosa ha dettoMassimo Franco, a otte e mezzo, davanti al Ministro Boschi, parlando dell’Italicum: “Credo che in realtà questa sia una votazione storica, che è uno spartiacque nel quale in realtà Renzi non aveva come referente il Parlamento ma l’opinione pubblica. Cioè questa è un’opinione pubblica che dopo dieci anni ha una legge. Credo che fosse più importante cambiare in qualunque modo che non guardare al contenuto del cambiamento. E credo che su questo Renzi abbia scommesso e per adesso abbia vinto”.
Cioè, secondo Massimo Franco, notista del Corriere della Sera, è più importante fare una nuova legge, una qualunque nuova legge, anche cattiva, anche pessima, che non preoccuparsi di fare una legge buona.
Che è un po’ come dire che è più importante dire qualunque cosa, anche una cagata che al confronto quella della corazzata Potemkin tutto sommato era abbastanza moderata, piuttosto che preoccuparsi di dire qualcosa di sensato.
Che è un po’ come dire che è più importante dire qualunque cosa, anche una cagata che al confronto quella della corazzata Potemkin tutto sommato era abbastanza moderata, piuttosto che preoccuparsi di dire qualcosa di sensato.
E anche dalle istituzioni europee, sul nostro QI non la pensano tanto diversamente. Qualche giorno fa hanno organizzato la Festa dell’Europa. Che è un po’ come se alle fosse ardeatine le SS avessero organizzato la festa della Croce Uncinata, tanto per far svagare un po’ i familiari delle vittime. Hanno aperto le porte della UE e invitato i cittadini a farsi un giretto dentro. Sentite però quali slogan si sono inventati.
“Incontra i revisori dei conti dell’UE. Scopri come proteggono gli interessi finanziari dei cittadini europei. Metti alla prova le tue conoscenze di audit in un quiz e guarda se hai la stoffa per diventare un ispettore dell’UE.”
“Aiuta Federica Mogherini, alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, a mettere in atto la politica estera e di sicurezza comune“.
Stiamo parlando di “clUEdo“, il nuovo gioco da tavola ispirato alla saga dell’austerity? O del novo Risiko, dove i carrarmatini della troika devono invadere la Grecia e tutti i paesi del sud Europa? Qui siamo oltre il reality: stanno trattando i cittadini europei come una grande, immensa massa di coglioni.
No, perché sulle questioni serie, loro devono stare “al riparo dal processo elettorale”. Per esempio, vi hanno mai chiesto se e come volevate salvare la Grecia? No, certo… Ma sulle cagate, per Dio, dovete dire la vostra! Per esempio, oggi la Commissione Europea vi chiede di votare per il nuovo design della vostra moneta preferita: l’euro! Vai sul sito, voti l’effigie, vinci una vacanza o un ipad!!
Non so voi, ma io per l’Euro proporrei la scritta “1984” da un lato e la faccia di Orwell dall’altro. O, a voler essere meno garbati, una pecora da una parte, e “90°” dall’altra.
No, perché intanto che vi fanno giocare a clUEdo e vi fanno votare sulla monetina, prima mandano Monti e la Fornero a tagliarvi l’indicizzazione delle pensioni. Una cosa assolutamente illegittima e incostituzionale. Poi, quando la Consulta stabilisce che le indicizzazioni non potevano essere bloccate e che i soldi ai nonnini vanno restituiti, il Governo si fa due conti in tasca e scopre che per ridare i soldi a tutti ci vogliono 14,5€ miliardi di euro. Ma i soldi mica li possono ridare a tutti-tutti… No. E perché no? Ma perché “se no sforiamo il limite del 3% imposto dall’Europa sul rapporto deficit-pil“.
Ma scusate, quale limite del 3%? Non sarà mica quello inventato di sana pianta, senza nessun fondamento scientifico, dall’economista del gabinetto di Miterrand, una sera di giugno del 1981, perché serviva un numeretto qualunque da dare in pasto all’opinione pubblica? Quel limite lì? E’ per quello che non ridate le pensioni a tutti?
Intanto, assistiamo al grande ritorno del mortadella sulla scena internazionale. E scopriamo che il lupo cattivo Vladimir Putin, dipinto dai media occidentali come il male assoluto, in realtà prima che la UE lo bersagliasse di sanzioni economiche, era anche ben disposto nei nostri confronti.
Così racconta Prodi a Che Tempo Che Fa: “Quando Putin cominciava a salire venne a trovarmi Gorbaciov, e mi disse: ‘Sta salendo una persona al vertice russo con un curriculum vita brutto, ma è l’unico‘ e mi ricordo bene la frase ‘che può salvare la Russia e legarla alle democrazie occidentali‘. Mi colpì moltissimo. E all’inizio (io ero presidente della Commissione Europea) il rapporto Russia-Europa andò piuttosto bene. Cominciammo a collaborare bene. La grande rottura – e lo ricordo perché ho passato ore ed ore alla vigilia della guerra in Iraq, a discutere di questo fatto drammatico – fu proprio la guerra in Iraq, con Putin che dice: ‘Da domani io sono sotto assedio. Proseguiranno con l’Ucraina e la Georgia‘. E cominciò la rottura che tuttora dura”.
Così racconta Prodi a Che Tempo Che Fa: “Quando Putin cominciava a salire venne a trovarmi Gorbaciov, e mi disse: ‘Sta salendo una persona al vertice russo con un curriculum vita brutto, ma è l’unico‘ e mi ricordo bene la frase ‘che può salvare la Russia e legarla alle democrazie occidentali‘. Mi colpì moltissimo. E all’inizio (io ero presidente della Commissione Europea) il rapporto Russia-Europa andò piuttosto bene. Cominciammo a collaborare bene. La grande rottura – e lo ricordo perché ho passato ore ed ore alla vigilia della guerra in Iraq, a discutere di questo fatto drammatico – fu proprio la guerra in Iraq, con Putin che dice: ‘Da domani io sono sotto assedio. Proseguiranno con l’Ucraina e la Georgia‘. E cominciò la rottura che tuttora dura”.
Non sarà mica che George Friedman aveva ragione e che l’opera di destabilizzazione portata avanti dagli Stati Uniti prevede proprio l’introduzione di tensioni artificiali? Magari per evitare che il capitale finanziario e la tecnologia tedeschi si saldino con le risorse naturali e la manodopera russe?
Anche Berlusconi non vede nulla di buono nell’emarginazione della Russia dal blocco dell’Unione Europea. Un po’ perché dal lettone di Putin transitavano fior fiore di gnocche, e questa è la prima ragione. Ma poi anche, come sostiene in una lettera al Corriere, per il motivo seguente: “ Davvero pensiamo, dopo decenni di guerra fredda, che sia una prospettiva strategica lucida quella di costringere la Russia ad isolarsi? Costringerla a scegliere l’Asia e non l’Europa? Crediamo che questo renderà il mondo un luogo più sicuro, più libero, più prospero? Nell’attuale scenario geo-politico l’Occidente ha di fronte due sfide, quella economica delle potenze emergenti dell’Asia e quella politica e militare dell’integralismo islamico. Per sostenere queste sfide è fondamentale avere la Russia dalla nostra parte”.
E per l’informazione libera, ve lo ricordo, è fondamentale sentire tutte le campane. Per questo vi invito a firmare la petizione per chiedere a Putin di concedere un’intervista alla rete. Le domande l’avete scritte voi, l’avete votate. Tutta farina del vostro sacco. Adesso mancano solo le risposte. Firmate la petizione adesso, che poi la consegniamo al Cremlino.
Almeno finché ce lo lasceranno fare. Se eravate preoccupati per le cessioni di sovranità a un livello comunitario, infatti, ora dovreste proprio rabbrividire per la cessione del vostro diritto di autodeterminazione non a un livello politico superiore, sia pure di fatto da non eletti, ma direttamente alle multinazionali.
Qui siamo oltre al colpo di stato! Un colpo di stato sostituisce una classe dirigente con un’altra. Qui stiamo regalando la proprietà degli stati ai Consigli di Amministrazione delle multinazionali. Come? Semplice: con la clausola ISDS (Investor to State Dispute Settlement) contenuta nel TTIP, il grande trattato di commercio e di investimento transatlantico. Come interviene, allora, l’ISDS? Semplice: se lo Stato italiano dovesse per esempio fare una legge che tutela gli agricoltori, o i produttori di latte, o i lavoratori, e queste tutele dovessero confliggere con il trattato di libero scambio, le multinazionali che hanno investito in Italia potrebbero immediatamente fare causa allo Stato, ottenendo risarcimenti milionari o miliardari.
Avete capito bene? Significa che non saremo più liberi di votare un programma di governo che vada contro agli interessi delle multinazionali stabiliti nel TTIP. E se lo faremo, dovremo pagare sanzioni elevatissime, che si tradurranno in più tasse e in maggiore debito pubblico, ovvero in uno strangolamento ulteriore dell’economia, in nuove misure di austerità e così via.
Insomma, il prossimo Governo potrebbe essere tutto a trazione commerciale. Al ministero della Cultura ci mettiamo Amazon. Alla Sanità la Bayer, all’Economia direttamente Goldman Sachs che tanto non cambia niente, alle politiche agroalimentari e alla Politica Estera la Nestlè, alle pari opportunità la Adidas e la Nike, al ministero del Lavoro ci mettiamo direttamente Monster o ManPower e come presidente del Consiglio… beh lì è difficile. Ci vorrebbe una marionetta sovvenzionata dalla finanza che garantisca gli interessi di tutti e vada avanti a colpi di fiducia e tratti gli italiani come se fossero spettatori di un reality potrebbe andare bene. Capite, insomma, che è difficile… Dove lo troviamo uno così?
Bene… Salutatemi quel che resta del vostro fegato. E, se volete provare a cambiare le cose, date un’occhiata al progetto Europaleaks e vedete se riuscite a sostenerlo.
Nessun commento:
Posta un commento