di Aldo Giannuli.
La politica esige spirito di parte, questo è ovvio, e siamo tutti un po' partigiani e un po' tifosi, portati ad essere indulgenti con la propria parte e severi con gli avversari, a ingigantire la pagliuzza nell'occhio altrui ed ignorare la trave nel proprio. Va bene: ci sta. Ma ci sono limiti oltre i quali la partigianeria sfocia nell'autolesionismo e questa tornata elettorale è il banco di prova.
Ovviamente non mi rivolgo a chi sa perfettamente cosa è l'attuale Pd ed è contento che sia così. Mi rivolgo a quelli in buona fede che pensano ancora che il Pd sia un partito, se non di sinistra, di centro-sinistra, che magari si accorgono che sta andando a destra, ma che pensano si tratti di una sbandata momentanea, soprattutto a quelli che continuano a pensare (o a illudersi) che il Pd incarni la tradizione della battaglia per la "questione morale" e per un diverso e preferibile modello di civiltà. E so che non sono pochi.
Ed allora, ditemi sinceramente: chi può pensare che, sotto questo profilo, la vittoria della coalizione Piddino-camorrista di De Luca possa essere un episodio auspicabile?
Sarebbe la vittoria del più spregiudicato trasformismo, il trionfo dell'impresentabilità, la celebrazione del peggiore cinismo morale. Insomma: il capo di questa coalizione è un condannato in primo grado e perciò stesso ineleggibile (quantomeno per ora); sono un garantista e penso che anche De Luca abbia diritto alla presunzione di innocenza sino alla condanna definitiva, ma in sede politica le cose si valutano con un metro diverso: bisogna avere la sensibilità di non presentarsi alle elezioni sino a quando non si sia chiarita la propria posizione. Il rappresentante istituzionale non deve avere ombre, qui, altro che ombra: c'è una condanna in primo grado! Il fatto stesso che De Luca non abbia avuto la sensibilità di capirlo e farsi da parte, me lo presenta molto male.
Proseguiamo: la sua coalizione include candidati di cui il segretario nazionale del partito (dico il segretario nazionale) dice che gli fanno schifo. Con che stomaco si può votare una cosa del genere? Ma, mi direte, altrimenti vincerebbe Caldoro. Va bene, vincerà Caldoro, pazienza! Non è stato il peggiore dei governatori e, se ha i suoi impresentabili, però ne ha un po' meno dell'altro; comunque sarebbe la continuità di qualcosa che c'era, non sarebbe una novità peggiorativa. Votare De Luca significa dire: "E' così che si vince, dobbiamo ripetere l'esperimento e non ci importa nulla dei profili morali". Ora, è possibile che ci sia chi non trovi motivo di imbarazzo a promuovere alleanze con pregiudicati, ndranghetisti, mafiosi, fascisti, tangentisti, spacciatori, macrò, biscazzieri ed appestati vari. Sarete serviti: se De Luca vince le liste del Pd di tutta Italia somiglieranno sempre più ad associazioni a delinquere. Per carità: tutti i gusti son gusti, ma se qualche altro magari sogna un Pd in grado di tornare indietro da questo degrado, di darsi una ripulita, non può fare altro che negare il suo voto a De Luca.
Molti mi diranno, ma io non voto in Campania, sono in un'altra regione. Giusto. Però se, in una regione importante e delicata come la Campania, dove c'è bisogno più che altrove di pulizia morale e di legalità, un partito presenta una lista come quella, non è solo un fatto locale, ma nazionale e qualche bacchettata sulle dita la merita dappertutto. In fondo, anche la Dc non era fatta solo da Gava, Lima, Ciancimino ecc. però noi (scusate ho una certa età) la attaccavamo in tutta Italia per non sapersi liberare di certe situazioni. Perché per il Pd non dovrebbe valere questa sana regola?
E poi non si tratta solo della Campania. Prendiamo la Puglia: liste di partito e fiancheggiatrici zeppe di fascisti dichiarati, forzitalioti transumanti, parenti di malavitosi, persone con carichi pendenti. E i risultati si vedono: spunta il caso di un candidato che fa apertamente offerte di denaro per avere il voto (ed è anche un po' tirchio, aggiungo) al punto che si apre una inchiesta per voto di scambio.
Siamo disposti a dimenticare le disavventure ittiche del candidato Presidente (va bene: può succedere e, alla fine, se la cosa non è di buon gusto, non è neppure un reato), ma ve la sentite di votare per una coalizione del genere?
Ma, mi direte, il Sud è sempre il Sud. situazione difficile. Io abito altrove.
Va bene. Allora parliamo della Liguria: candidata Presidente indagata per reati contro la Pubblica amministrazione, ma, soprattutto, che ha prevalso alle primarie grazie ai voti di quelli di Forza Italia e grazie ai brogli denunciati da Cofferati ed ignorati dalla Direzione Nazionale. Ve la sentite di votare una cosa così?
In Marche ed in Umbria le cose non sono a questi livelli, ma non manca qualche "cavallo zoppo" neanche in quelle scuderie, e ci sarebbe molto da ridire (sul piano politico, sia chiaro) su come quelle due regioni sono state amministrate e sull'immobilità sociale e politica in cui giacciono, ma qui andremmo sul difficile e sull'opinabile.
Restiamo al pian terreno: quello della decenza. Vi rendete conto che il Pd (e prima il Pds o i Ds) non hanno mai presentato liste così sconce?
Non vi sembra venuto il momento di intimare un'alt -ed in tutta Italia- a questa galoppante degenerazione?
Può darsi -io non ne sono persuaso- che il Pd sia ancora in tempo a ripulirsi e tornare al suo ruolo di partito di sinistra, di sicuro questo non avverrà se non dovesse subire la meritata sconfitta in questa occasione. Di questo passo, cari amici iscritti ed elettori del Pd, finirete per trovarvi Messina Denaro come Presidente e Alessandra Mussolini come segretario e verrete ancora a dirmi che "è nel partito che si fanno le battaglie. il peso della tradizione. ecc. ecc."
Pensateci. Almeno un minuto prima di votare, pensateci.
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