da www.newspedia.it
Non è uno scherzo: il Pd ha in mente una legge per rendere incandidabile il M5S alle prossime elezioni politiche. E non è soltanto un’idea: c’è un testo già presentato in via ufficiale.
Si tratta di tre articoli semplici e lineari, difficili da interpretare in maniera ambigua, presentati dal presidente del Pd Matteo Orfini oggi a via del Nazareno, con Andrea Di Maria e Nico Stumpo.
Il testo della legge si occupa di regolamentare “la democrazia interna dei partiti”.
Per essere candidabili, se il testo dovesse diventare legge dello Stato, sarebbe necessario per qualunque movimento acquisire personalità giuridica, il che vuol dire avere uno statuto e dei regolamenti ben definiti.
Tutto il contrario di quanto prevede il Non-Statuto del M5S, il quale recita chiaramente che il MoVimento 5 stelle: “Non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro”.
Se il Pd dovesse spuntarla, il M5S dovrebbe scegliere fra l’impossibilità di candidarsi e l’adeguamento alle nuove regole: dovrebbe insomma diventare un partito, un po’ come i maiali che diventano esseri umani nel finale de “La fattoria degli animali” di Orwell.
“Ci sono state tante proposte da parte di singoli parlamentari- Ma tengo a sottolineare che questa è la proposta del Pd, di tutto il Pd”. Orfini dixit, con tanto di firma di Gennaro Migliore (ex Sel) in calce alla proposta di legge.
Non finisce qui: anche Anna Finocchiare e Luigia Zanda, senatori e ‘pezzi grossi’ del Pd, hanno presentato il testo al Senato.
“Il testo dà attuazione all’articolo 49 della Costituzione – ha sottolineato Guerini – ed è un naturale completamento all’Italicum”.
L’intento dichiarato è quello di assicurare una maggiore trasparenza alla democrazia interna dei partiti: l’intento vero, difficile non pensarlo, è quello di far fuori il M5S o almeno di ‘addomesticarlo’ e renderlo un partito fra i partiti. Fine della rivoluzione pentastellata.
Il testo del Pd dovrebbe garantire “la disciplina delle procedure di ammissione e di espulsione, l’ambito di applicazione della regola maggioritaria, gli strumenti posti a tutela delle minoranze, le modalità di selezione delle candidature alle cariche pubbliche e le procedure per la scelta del leader”.
E Orfini fa chiaramente anche i nomi: “La nostra è una norma a favore della trasparenza e della democrazia: se Grillo è contrario alla trasparenza e alla democrazia è un problema di Grillo, non di questa proposta di legge, né tantomeno del Pd.”
“Oggi dimostriamo la capacita’ del Pd di costruire unità – ha aggiunto Orfini- e sfidiamo anche le altre forze politiche a dimostrare coerenza con i loro proclami. Verificheremo in Parlamento chi ha davvero voglia di rendere il nostro sistema più trasparente e democratico”.
Al contrario della maggior parte delle leggi in Italia, questa trovata del Pd non ammette interpretazioni o scappatoie, in quanto “l’acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l’elezione della Camera dei deputati”.
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