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venerdì 19 dicembre 2014

La vertenza VIBAC, un monito per il Sistema Italia, uno stimolo per la politica

di Vincenzo Cirigliano


Dopo vari approcci che ci sono stati in questi ultimi mesi tra Dirigenza Aziendale e Rappresentanze Sindacali, nel corso dei quali i vertici Aziendali hanno delineato le difficoltà in cui il Gruppo si trova ad operare sui mercati Internazionali sempre più dominati dai paesi emergenti, sia Europei che euro asiatici, il 16 Dicembre si concretizza per i 185 lavoratori VIBAC di Grumento Nova, in provincia di Potenza, lo spettro della disoccupazione annunciato dall’apertura di una procedura di mobilità con i cancelli dell’Azienda che, senza nessun preavviso, rimangono chiusi ed inaccessibili ai lavoratori che si apprestavano a  coprire il loro normale turno di lavoro.
Il motivo di tutto ciò da ricercare nella necessità da parte dell’Azienda di recuperare competitività, abbattendo i costi di produzione, per un ammontare indicativo di due milioni e ottocentomila Euro all’anno che, vista l’impossibilità di poterli recuperare agendo sul costo dell’Energia, si ipotizzava di poter racimolare sui salari delle maestranze lavorative attraverso l’accesso ai Contratti di Solidarietà e all’azzeramento di tutte le voci che fanno parte della Contrattazione di secondo livello ( Premi Produzione, maggiorazioni legate ai turni, Quattordicesima, ecc ). Da quando è nata, 25 anni fa, anno in cui  l’allora Governo Regionale già assicurava, a supporto dello Stabilimento Lucano, l’imminente costruzione dell’Interporto nella zona di Tito, di cui ancora oggi non vi è traccia, la VIBAC, che è una delle Multinazionali più importanti a livello mondiale nel mercato del film in Polipropilene per confezioni alimentari, che annovera tra i suoi clienti colossi dell’industria alimentare Nazionale ed Internazionale, chiede a gran voce alla politica locale e Nazionale la costruzione di Infrastrutture per rendere meno gravoso economicamente il trasporto delle merci e provvedimenti volti ad agevolare e rendere meno esosa la bolletta energetica, considerando che il Gas  estratto dall’ENI viene stoccato a pochi metri dallo Stabilimento di Grumento Nova.  Oggi non solo le merci della VIBAC continuano a viaggiare su gomma con tariffe elevatissime, ma bisogna anche registrare il fatto che in una Regione su cui il Governo Nazionale si è preoccupato di legiferare per spianare la strada alle Multinazionali del Petrolio, sminuendo un territorio che aveva la predisposizione naturale forse di gran lunga più votata al Turismo, la politica, quando poi si è trattato di tramutare queste scelte, seppur discutibili, in opportunità per i territori coinvolti si è sempre nascosta dietro il diktat che viene dall’Europa e che bolla, ad esempio, eventuali aiuti sulle tariffe dell’energia come “ Concorrenza Sleale”. Bisogna allora chiedersi se non è concorrenza sleale il livello dei salari, a dir poco scandaloso, che vengono elargiti in paesi quali la Polonia che pur fa parte della Comunità Europea, o i diversi regimi fiscali che vengono attuati nei vari paesi dell’Unione o ancora peggio, le agevolazioni spropositate rivolte all’insediamento di nuove attività industriali che vengono elargite da quei paesi, quali la Serbia, che hanno già avviato l’iter per entrare nell’Unione Europea. La politica Nazionale, anzichè addossare le soluzioni di queste crisi Aziendali sulle spalle dei lavoratori con la promozione ed il sostegno ai Contratti di Solidarietà o ad altre forme di decurtazione dei Salari, unitamente alla politica Locale devono cominciare ad interrogarsi su queste tematiche e devono decidere se vogliono limitarsi ad assistere passivamente al tracollo del sistema produttivo Regionale e Nazionale, per altro già in fase notevolmente avanzato, o intendono attivarsi per sollecitare interventi anche in ambito comunitario che diano la possibilità ai vari territori dell’Unione di poter attingere alle proprie potenzialità, là dove ci sono, così come subdolamente viene concesso ad altri Paesi della Comunità. In gioco c’è la sopravvivenza di territori che già si confrontano ogni giorno con difficoltà infrastrutturali rilevanti, e, nel caso Italia, un sistema produttivo mortificato e messo in ginocchio da una Crisi, che nonostante le buone intenzioni, sembra sempre più profonda.   

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