di Vincenzo
Cirigliano
Dopo vari approcci che ci sono stati in questi ultimi mesi
tra Dirigenza Aziendale e Rappresentanze Sindacali, nel corso dei quali i
vertici Aziendali hanno delineato le difficoltà in cui il Gruppo si trova ad
operare sui mercati Internazionali sempre più dominati dai paesi emergenti, sia
Europei che euro asiatici, il 16 Dicembre si concretizza per i 185 lavoratori VIBAC
di Grumento Nova, in provincia di Potenza, lo spettro della disoccupazione annunciato dall’apertura di
una procedura di mobilità con i cancelli dell’Azienda che, senza nessun
preavviso, rimangono chiusi ed inaccessibili ai lavoratori che si apprestavano
a coprire il loro normale turno di
lavoro.
Il motivo di tutto ciò da ricercare nella necessità da parte dell’Azienda
di recuperare competitività, abbattendo i costi di produzione, per un ammontare
indicativo di due milioni e ottocentomila Euro all’anno che, vista l’impossibilità
di poterli recuperare agendo sul costo dell’Energia, si ipotizzava di poter racimolare
sui salari delle maestranze lavorative attraverso l’accesso ai Contratti di
Solidarietà e all’azzeramento di tutte le voci che fanno parte della
Contrattazione di secondo livello ( Premi Produzione, maggiorazioni legate ai
turni, Quattordicesima, ecc ). Da quando è nata, 25 anni fa, anno in cui l’allora Governo Regionale già assicurava, a
supporto dello Stabilimento Lucano, l’imminente costruzione dell’Interporto
nella zona di Tito, di cui ancora oggi non vi è traccia, la VIBAC, che è una
delle Multinazionali più importanti a livello mondiale nel mercato del film in
Polipropilene per confezioni alimentari, che annovera tra i suoi clienti
colossi dell’industria alimentare Nazionale ed Internazionale, chiede a gran
voce alla politica locale e Nazionale la costruzione di Infrastrutture per
rendere meno gravoso economicamente il trasporto delle merci e provvedimenti
volti ad agevolare e rendere meno esosa la bolletta energetica, considerando
che il Gas estratto dall’ENI viene
stoccato a pochi metri dallo Stabilimento di Grumento Nova. Oggi non solo le merci della VIBAC continuano
a viaggiare su gomma con tariffe elevatissime, ma bisogna anche registrare il
fatto che in una Regione su cui il Governo Nazionale si è preoccupato di legiferare
per spianare la strada alle Multinazionali del Petrolio, sminuendo un
territorio che aveva la predisposizione naturale forse di gran lunga più votata
al Turismo, la politica, quando poi si è trattato di tramutare queste scelte,
seppur discutibili, in opportunità per i territori coinvolti si è sempre nascosta
dietro il diktat che viene dall’Europa e che bolla, ad esempio, eventuali aiuti
sulle tariffe dell’energia come “ Concorrenza Sleale”. Bisogna allora chiedersi
se non è concorrenza sleale il livello dei salari, a dir poco scandaloso, che
vengono elargiti in paesi quali la Polonia che pur fa parte della Comunità
Europea, o i diversi regimi fiscali che vengono attuati nei vari paesi dell’Unione
o ancora peggio, le agevolazioni spropositate rivolte all’insediamento di nuove
attività industriali che vengono elargite da quei paesi, quali la Serbia, che
hanno già avviato l’iter per entrare nell’Unione Europea. La politica Nazionale, anzichè addossare le soluzioni di queste crisi Aziendali sulle spalle dei lavoratori con la promozione ed il sostegno ai Contratti di Solidarietà o ad altre forme di decurtazione dei Salari, unitamente alla politica Locale devono cominciare ad interrogarsi su queste
tematiche e devono decidere se vogliono limitarsi ad assistere passivamente al
tracollo del sistema produttivo Regionale e Nazionale, per altro già in fase
notevolmente avanzato, o intendono attivarsi per sollecitare interventi anche
in ambito comunitario che diano la possibilità ai vari territori dell’Unione di
poter attingere alle proprie potenzialità, là dove ci sono, così come
subdolamente viene concesso ad altri Paesi della Comunità. In gioco c’è la
sopravvivenza di territori che già si confrontano ogni giorno con difficoltà
infrastrutturali rilevanti, e, nel caso Italia, un sistema produttivo mortificato e
messo in ginocchio da una Crisi, che nonostante le buone intenzioni, sembra
sempre più profonda.
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