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sabato 19 luglio 2014

CAMERON SFIDA JUNCKER: L'EUROPA E' FINITA ?

DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org


Nel "Game of Thrones" della terra sterminata di Eurolandia si stanno addensando furiosi venti di guerra. In questa strana dimensione, che l’androide eurosapiens  conosce da troppo tempo, le regole che non hanno mai funzionato, non funzionano più. Ed ecco che con buona pace dei 28 premier europei, maggiordomi cloroformizzati dal potere imperante delle oligarchie finanziarie, è stato nominato nuovo Presidente della Commissione Europea  Jean-Claude Juncker, il coniglio dagli occhi mansueti e dal cuore volpino.


Lo aveva annunciato il 26 giugno scorso il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, con 140 caratteri  su Twitter, nuovo organo istituzionale della “democrazia liquida” del villaggio globale.


Infatti la nomina è stata designata dal Consiglio Europeo con un voto a maggioranza di 26 Paesi a favore contro 2 contrari (Gran Bretagna e Ungheria). L'elezione di Jean-Claude poi è avvenuta il 15 luglio a Strasburgo, con un'ampia e forte maggioranza dell'Europarlamento (422 voti su 750).
Intanto dal Regno Unito, che sta registrando il tasso di occupazione al massimo storico (del resto loro non conoscono l'euro), il premier David Cameron ha lanciato il guanto di sfida sulla guanciotta del coniglietto dal cuore di volpe, or ora eletto alla presidenza della Commissione.
Dopo la fallimentare battaglia contro la sua nomina quindi  Cameron ha deciso di rimpastare il governo, cacciando i ministri eurofili dall'esecutivo. Trascorsa tra odi e vendette la “notte dei lunghi coltelli”,  Michael Gove non sarà più il ministro dell’istruzione e diventerà il nuovo chief whip, il capogruppo parlamentare del partito conservatore, mentre il segretario della difesa, l’euroscettico Philip Hammond, sarà il nuovo ministro degli esteri al posto di William Hague. Lasciano inoltre i loro uffici anche altri eminenti "europeisti" ora caduti in disgrazia, come Kenneth Clarke, Damian Green e David Willetts.
E se ciò non bastasse Cameron promette anche di indire un referendum l'anno prossimo per uscire al più presto dall'Unione Europea. La sfida quindi è partita e c'è chi giura che ormai l'Europa avrebbe i suoi bei giorni contati.

Intanto anche l'altro cavaliere sfidante Nigel Farage, sfoderando la sua lancia in resta, si è lanciato all'attacco. Durante la dichiarazione di voto infatti ha tenuto un bel discorso dai toni forti, sbeffeggiando l'ipocrisia di Juncker che gli stava proprio davanti e lo guardava con occhi  placidamente edificanti e  mansueti  (la scena è particolarmente tragica, ma non seria).

"Buongiorno a tutti.  Se la democrazia europea è quella che abbiamo conosciuto finora, suggerisco a tutti di non riflettere troppo ...  Dovremo votare e abbiamo un solo candidato. Sembra di essere ai vecchi tempi sovietici, non vi pare?  Di sicuro la democrazia richiede più di una scelta. E ancor peggio, sarà una votazione segreta. Non potevate fare di peggio. Subito dopo le elezioni, i nostri elettori non sapranno come abbiamo votato."

"Lei Mr. Juncker ha parlato della necessità di una politica estera comune e di sicurezza. Della necessità di una politica energetica comune. Ciò che invece risulta chiaro è che lei vuole portare avanti il processo di centralizzazione dei poteri. Il che non è sorprendente dato che lei è stato negli ultimi vent'anni una figura chiave di questo sistema che ha oltraggiato deliberatamente con disprezzo la democrazia. Il miglior esempio è la sua citazione del referendum francese sulla Costituzione Europea, quando disse: "Se è un sì, diremo andiamo avanti! Se è un no, diremo continuiamo così!" Che roba è? Che cosa ha a che fare con la democrazia? Il suo zelo in questo progetto è insindacabile."

"Lei poi ha detto, al termine del suo discorso: 'Questo non è il tempo per una rivoluzione.' Sappia che la rivoluzione c'è già stata. È stato un vero colpo di stato sulle democrazie nazionali, senza che le persone si rendessero conto di quello che stava succedendo. E in seguito a queste elezioni gli euroscettici non avranno ancora una maggioranza in Parlamento. Ma non pensiate che abbiano perso, perché la maggioranza dei cittadini europei non vogliono uno stato  europeo. Non vogliono una Commissione Europea con potere esecutivo, non vogliono quella bandiera e non vogliono quell'inno. Lei verrà eletto ed io avrò il piacere di combatterla per tutto il prossimo anno!"


Intanto Juncker seguiva senza battere ciglio. Ma chi è il coniglietto dallo sguardo mansueto uscito dal cilindro illusionistico di zia Angie? Chi è il "coniglio ebbro" che  secondo il Mail on sunday  "beve cognac a colazione"? E perché Cameron proprio non lo regge?

Il ministro è stato al governo del granducato di Lussemburgo  per 18 anni, ma la sua storia non è stata delle più trasparenti. Si dimise nel luglio del 2013, quando una commissione parlamentare lo accusò di non aver svolto adeguatamente il suo lavoro di monitoraggio dei servizi segreti, lo Srel. L'accusa avrebbe rimproverato Juncker di aver guidato formalmente un’intelligence che avrebbe agito come una “struttura di polizia segreta“, compiendo migliaia di intercettazioni illegali nei confronti di un gran numero di cittadini. Insomma una sorta di "James Bond delle Ardenne" al servizio del capitale.

È stato poi alla guida dell'Eurogruppo negli ultimi otto anni, era presente all'entrata in vigore dell'euro, ha assistito al fallimento della Costituzione europea  del 2005, bocciata da Francia e Olanda, e alla conseguente imposizione strategica dei Trattati, ossia un compromesso ideale per ingannare l'opinione pubblica con l'oceanico Trattato di Lisbona, che bypassa la volontà dei popoli e si affida alle decisioni dei funzionari di corte, nominati e non eletti. Per tutte le sue doti machiavelliche dunque,  il "coniglio 007" è particolarmente apprezzato dalle oligarchie euro-atlantiche, ecco perché anche Cameron se l'è visto promuovere sotto il naso, nonostante le minacce di un'uscita dall'Europa.

L'anomalia della sua elezione ha invero dimostrato che l'Unione ormai ha un'anima eterodiretta, indipendente da Londra e Parigi, che cerca di accelerare l'integrazione europea a marce forzate, soprattutto dopo la vittoria degli euroscettici. E’ questa infatti la prima volta che il candidato per la presidenza della Commissione, viene scelto dal gruppo di maggioranza del Parlamento europeo, bypassando i trattati, del resto violati in molte altre occasioni. In precedenza infatti erano stati i capi di Stato dei paesi membri ad eleggere il presidente della Commissione ed il Parlamento si limitava a ratificarne la nomina.

Per la prima volta nella storia dell’Unione Europea è stato assolutamente ignorato il diritto di veto espresso da uno dei Paesi Big, senza alcuna possibilità che si potesse giungere ad un compromesso. Che ci sia un po' di strizza per quanto riguarda i crediti da riscuotere? Per di più la maggioranza politica sta avvertendo l'anomalia pericolosa di un Parlamento violato da numerose volontà euroscettiche,  che potrebbero anche sfiduciare la Commissione.
Intanto i nostrani gazzettieri si sono preoccupati di riportare soprattutto le parole di Renzi, crescita e flessibilità rimbalzano come mantra da un giornale ad un network, investono e rassicurano i cuori degli elettori, per celare invece la prima sconfitta europea dell'infante magnifico, perché i voti dei piddini, ora è chiaro e lampante per 'chi del senno suo fosse signore', sono serviti a 'nominare' Jean Claude, che è stato per lunghi anni primo ministro di un paradiso fiscale (sede di multinazionali quali Amazon, Ferrero, Apple Operations Europe, ecc.), il colonnello fidato della zia Angie, ed uno dei responsabili principali dei crimini politici neoliberisti commessi dall'UE. 
Di lui abbiamo a disposizione numerose perle democratiche. Allo Spiegel in un'intervista del 1999 disse: "Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno".  Un vero spirito democratico !
E da presidente dell'Eurogruppo nell'aprile del 2011 disse: "Le politiche economiche della zona euro dovrebbero essere prese nelle buie e segrete stanze per evitare turbamenti nei mercati finanziari. Sono pronto ad essere insultato per essere insufficientemente democratico, ma voglio essere serio. Sono per dibattiti segreti, al buio".
Dunque i funzionari di corte stanno tramando per sottoscrivere i prossimi trattati capestro: il famigerato ERF, (European Redemption Fund), cioè una specie di Euro/Equitalia esattrice  che gestisce lo scambio tra le eccedenze delle porzioni di debito superiori al 60% del PIL e la svendita dei  beni patrimoniali, ma anche ‘una vera trappola di non ritorno nei confronti della totale abdicazione delle residue sovranità nazionali del nostro Paese’  (A.M.Rinaldi); e il famigerato TTIP, (Transatlantic trade and investment partnership), ovvero una zona euro/americana di libero scambio, un mercato unico per merci, investimenti e servizi, che condanna le aziende italiane ad una concorrenza molto sconveniente e favorisce le grandi corporations Usa,  puntando ad abbattere le barriere doganali di importazione che tengono lontani dal nostro mercato i prodotti non sicuri e tossici (Ogm, cibo ai pesticidi, carne agli ormoni, pollo lavato al cloro, alimenti agli ftalati, ecc.).
Il TTIP soprattutto è un vero e proprio trattato/canaglia:  un colpo di stato delle lobby (multinazionali e banche) che governano Bruxelles e Washington attraverso funzionari/zerbino, che cercano di trasformare il loro potere economico in potere giuridico, avendo così la possibilità di fare causa agli stati nazionali (con la quasi certezza di vincerla).  «È un progetto politico – ha scritto Stefano Rodotà – per asservire ancor più i lavoratori ai piani delle corporations, privatizzare il sistema sanitario e sopraffare qualsiasi autorità nazionale che volesse ostacolare il loro modo di agire». Rappresenta l'esito conclusivo ed esiziale della possibilità di sopravvivenza dello Stato Nazione, espressione della storia e della volontà dei popoli, contro il business delle multinazionali, espressione della volontà di potenza affaristica del privato.
Ecco perché Juncker, il ‘coniglio ebbro’, è il pupo ideale del “golpe bianco” che finora ha veleggiato tra Bruxelles e Strasburgo, senza trovare pressoché ostacoli sulla propria rotta. L'Europa istituzionale è infatti sottoposta ad un gioco illusionistico alla Houdini che viola spudoratamente i trattati: gli europarlamentari hanno magari il diritto di sfiduciare la Commissione (si ricordi la mozione del Parlamento del 16 marzo 1999 che ha costretto il presidente Jacques Santer a presentare le dimissioni per l’intero collegio), ma non quello di nominarla. Eppure è esattamente quello che è avvenuto.
Una cricca di squali pronti ad instaurare la prossima dichiarata dittatura europea. Ora non ha più timore nemmeno di agire alla luce del giorno, ne è testimonianza  il fatto che la Triplice d’Europa (PPE, S&D e ALDE) abbia boicottato tutti i candidati del gruppo EFDD alle cariche di presidente e vicepresidente delle Commissioni del Parlamento europeo. Per la prima volta è stato deliberatamente ignorato il Metodo D'Hondt, che da sempre veniva usato per garantire la rappresentanza dei cittadini. 

Ma ormai furiosi venti di tempesta si stanno addensando all'orizzonte, e dunque l'Europa che abbiamo conosciuto sembra avere i giorni contati.
Chi vincerà? Non è il "Game of Thrones", è la nostra vita. 

Rosanna Spadini

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