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lunedì 28 luglio 2014

Presidente...di tempo non ce n'è molto

A Genova Renzi ha detto: "...... il tempo ci dirà se avremo avuto ragione ". Bella frase , ma oggi l'Italia non ha più tempo; dinanzi al bivio ha scelto una strada ( l'Italia, non gli Italiani, perchè questa scelta non è uscita da nessuna elezione) che si chiama PD e Renzi, ma se questa scelta risulterà essere sbagliata ( come lo è ), non sarà facile tornare indietro per recuperare.  
                                                      Vincenzo Cirigliano



di: Alessandro Scipioni
dafne@rinascita.eu
Esiste un onore del quale si nutrono i paesi, e sopra al quale posano il prestigio e la legittimità dei governi. Un tale onore serve agli stati non meno che ai singoli individui. Esistono popoli che possono sopravvivere all’onore perduto, purché tengano saldo nel loro cuore il desiderio di rivalsa e riscatto. Ma pochi governi possono sopravvivere se hanno perduto l’onore agli occhi del proprio popolo, degli altri popoli e della comunità degli stati. Quando un governo è screditato per la gente sulla quale deve esercitare la propria autorità, è oggetto di scherno per lo straniero, allora tale governo diviene davvero una scatola vuota. Un mero sepolcro imbiancato davanti al quale solo gli impiegati più preoccupati di perdere il proprio posto si tolgono il cappello.
Questo è quello che generalmente capita ai governi fantoccio, i quali non hanno una legittimità ed una loro forza autonoma, se non nei modi e nella misura stabiliti dall’occupante. Tali governi sono di per se stessi coscienti dello scarso prestigio che posseggono agli occhi del popolo. Probabilmente non vi sono neppure molti di questi governanti fantoccio che tengano ad un tale prestigio, consapevoli che la loro stessa missione non è quella d essere stimati ma di mantenere la servitù del proprio popolo. Ovviamente esistono delle eccezioni, anche lodevoli. Come ad esempio quei governi che cercano comunque di ridurre la morsa e i soprusi dell’occupante.

Vi sono poi quei governi che mantengono ufficialmente una piena sovranità, ma nei fatti hanno messo il paese al pubblico ludibrio e creato il disinteresse dei cittadini. E tali governi sono la regola portante del Bel Paese. Pensiamo ad esempio a tutto quello che hanno combinato per farci deridere dagli altri stati. Siamo diventati il paese che firma le alleanze e cambia fronte a guerra iniziata per antonomasia. O anche il paese che firma i trattati e li disattende. Sarebbe d’accordo quel Gheddafi con il quale si firmò il trattato di amicizia e che ora chissà su quale oasi dell’aldilà annuisce sarcasticamente a tale asserzione. Oppure guardiamo a quello che sistematicamente accade quando lo Zio Sam chiama a raccolta. E qui vi è proprio il lato più inquietante di una sinistra che prende sistematicamente i voti di quelli che sventolano le bandiere della pace e lancia democratiche bombe o vota bilanci per tale fine. Oppure vogliamo citare la nostra figura con i Marò in India? Dove prima li lasciamo lì, poi forziamo la mano tenendoceli, poi li rimandiamo e, in ultimo, la nazionale di calcio neppure ha voluto mettere in piccolo simbolo sulla maglia per ricordarli. metti mai la cosa avesse dato fastidio al governo indiano. E ora, a ciliegina sulla torta, siamo rappresentati da questo simpatico giovane rampante che corre a parlare di arte e di ruolo dell’Italia nel mondo. Ma appare quasi simile, fisicamente parlando, a quelle marionette di pinocchio che sono tanto diffusi nella sua nativa toscana. Sembra di vedere questo simpatico burattino correre alle porte dei potenti d’Europa a reclamare ruoli e prestigio che in realtà vengono sempre negati. Ma è poi la simpatia dell’italico stile di vita che recepiscono i governanti stranieri e lo accompagnano nel balletto di lodi all’arte italica, alle meraviglie del bel paese. Guardano l’Italia con stima ma non vogliono togliergli un euro di debito, anzi continuano a stringere la morsa. Saltellano sorridenti al carosello di questa Italia che uccidono e del cui prestigio fanno da anni la barzelletta della comunità internazionale.
Chissà come potrà reggere su tali basi il prestigio delle nostre istituzioni, l’autorità dei governanti, la gestione di un popolo che sente il peso di questo disprezzo internazionale umiliare il proprio stesso orgoglio nell’appartenenza collettiva ad una medesima comunità umana.

  

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