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giovedì 17 luglio 2014

“La Riforma di Renzi? Peggio della P2”. Intervista a Pancho Pardi

Per il professore con la modifica al Titolo V della Costituzione in Italia si instaurerà “una dittatura della maggioranza”, per questo invita a partecipare domani alla manifestazione davanti al Senato: “E’ ora il momento di far sentire la nostra voce, settembre può essere troppo tardi. E’ il benvenuto chiunque abbia a cuore i valori della nostra Carta”

Intervista a Pancho Pardi di Giacomo Russo Spena

“E’ peggio della riforma della P2”, “vogliono instaurare la dittatura della maggioranza”, “Renzi sta applicando il programma di Berlusconi”. Netto ed inequivocabile. Pancho Pardi, da giorni, sta lavorando per la riuscita della manifestazione in difesa della Costituzione e per fermare la modifica del Titolo V. L’appuntamento è per domani, 15 luglio, alle ore 10 davanti al Senato: “Invito tutti a partecipare, è in ballo il nostro futuro”.

Professor Pancho Pardi, quali sono gli aspetti della riforma che tanto la spaventano?
In primis, questo Parlamento non ha alcuna legittimità a legiferare sulla Costituzione essendo composto da nominati in base a una legge elettorale, il Porcellum, ritenuta incostituzionale dalla Consulta. Di cosa stiamo parlando? Abbiano il buon gusto e la serietà di legiferare su temi come lo sviluppo, il lavoro, l’economia, i diritti civili ma si astengano rigorosamente dal toccare la nostra Carta. È un’anomalia pericolosissima. Il soggetto promotore è senza diritto: solo Camere elette con una legge che restauri il principio dell'articolo 48 (il voto è personale ed eguale) potranno modificare la Costituzione. In secondo luogo, ci vogliono far credere che il bicameralismo sia la causa di tutti i mali. Una bugia. Da tempo il Parlamento è esautorato dai propri compiti: si governa il Paese tramite decreti leggi con le Aule relegate al solo compito di votare la fiducia. I disegni di legge sono rarissimi e il potere legislativo è di fatto nelle mani dell’esecutivo. Il vero problema è che la maggioranza non è compatta e i leader non riescono a gestire i propri partiti. 


Lei è per mantenere il bicameralismo perfetto?
No, potremmo anche rivederlo. Ma il focus è un altro: la riforma costituzionale va associata alla nuova legge elettorale in cantiere. I due provvedimenti sono parte di uno stesso disegno. Vogliono declassare il Senato e lasciare intatta la Camera che permetterà al partito che prende più voti un dominio assoluto. 

Quindi boccia anche l’Italicum…
La legge elettorale è platealmente incostituzionale come quella attuale: con un mostruoso premio di maggioranza mantiene il voto diseguale ed esclude dalla rappresentanza politica milioni di cittadini. Tra l’altro le liste saranno bloccate quindi a decidere la composizione saranno i partiti, nelle loro segrete stanze.

Con il governo Renzi stiamo assistendo ad una “torsione autoritaria” della nostra democrazia?
L’espressione è vaga, tutte le democrazie in qualche misura sono autoritarie. Di libertarie non ne conosco. Ad essere precisi, c’è il rischio si instauri in Italia – in senso tecnico – una dittatura della maggioranza in grado di modificare la Corte costituzionale ed eleggersi il suo Presidente della Repubblica. Inoltre sarà la dittatura del leader della maggioranza sulla sua stessa maggioranza. 

La riforma del titolo V è frutto di un dialogo tra Pd e Fi. Le sembra normale che un pregiudicato come Berlusconi sia protagonista di una riforma costituzionale?
Renzi sta applicando e realizzando il programma di Berlusconi. Come un mantra, il premier si dice continuamente soddisfatto dell’affidabilità di Forza Italia, la quale avrebbe mantenuto in vita il patto del Nazareno. Lo credo bene, è il loro programma! Quante volte Berlusconi si è lamentato di una Costituzione che non darebbe a chi governa gli strumenti per farlo? Hanno inventato questo meccanismo di dittatura della maggioranza (e di dittatura del leader della maggioranza sulla sua maggioranza) per liquidare ogni possibilità di opposizione parlamentare.

Per Beppe Grillo oltre ad attuare il piano di B. Renzi sta mettendo in pratica il piano della P2, è una esagerazione?
La P2 è cosa passata e sepolta. E comunque tale riforma è peggio di quel che era il programma della P2 perché essa era una cosa visionaria di ultradestra, frenata dall’interno da tutti i meccanismi della democrazia, Dc compresa non essendo complice fino in fondo. Oggi invece abbiamo il partito di centrosinistra che instaura la dittatura della maggioranza, peggio della P2.

Domani in piazza spera ci siano anche i parlamentari del M5S e di Sel o vuole che a gestire la piazza sia soltanto la società civile?
Faccio un appello affinché domani ci sia, il maggior possibile, un atteggiamento unitario. La difesa della democrazia parlamentare dovrebbe travalicare gli interessi di partito. Chiunque venga alla manifestazione, spinto dalla necessità di difendere la democrazia parlamentare, è benvenuto: la piazza è a disposizione di tutti, lì ci saranno dei banchetti e dei megafoni, chi arriva può parlare.

Anche un Civati o altri esponenti del Pd?
Certo, ci mancherebbe altro. Ci sono comuni interessi a difesa della costituzione quindi tutte le barriere dovrebbero cadere.

Domani in Senato parte l’iter della riforma che poi farà la navetta tra i due rami del Parlamento. Siamo ancora all’inizio. Non crede che a settembre si possa organizzare una grande manifestazione in difesa della Costituzione, così com’è avvenuto lo scorso anno con La via Maestra?
Mi piacerebbe molto, ma non possiamo aspettare settembre. E’ ora il momento di manifestare. La Camera è blindata dal premio di maggioranza quindi il Testo passerà senza nessun problema. E’ a Palazzo Madama la vera partita: i numeri sono risicati e dobbiamo far sentire la nostra indignazione per far inceppare la macchina istituzionale. La speranza è che i parlamentari in disaccordo riescano a bloccare o rallentare il percorso in Senato e che questo permetta una sorta di recupero di forze per una seconda ondata di lotte. In caso contrario, siamo pronti ad una grossa mobilitazione per settembre, avremo tempo per organizzarla. Intanto però facciamoci sentire domani: dimostriamo che Renzi – il quale si considera il Telemaco di Omero – in realtà è la rana di Esopo.

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