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giovedì 26 giugno 2014

Senato, una riforma infame

di Marco Travaglio, da il Fatto quotidiano, 24 giugno 2014 

Renzi: “Noi non l’avevamo prevista, se diventa un problema la togliamo”. Boschi: “Non l’ha voluta il Pd e nemmeno il governo: nel nostro testo non c’era”. Berlusconi: “Quell’idea non è nostra”. Romani: “Forza Italia non l’ha chiesta, non ci interessa, leviamola pure: l’abbiamo scoperta dai testi dei relatori Calderoli e Finocchiaro”. Calderoli: “Aboliamola sia al Senato sia alla Camera, e non se ne parli più”. Finocchiaro: “Cosa vogliono da me? Per me l’immunità non va bene così neanche alla Camera. Noi abbiamo raccolto i pareri dei partiti e dei costituzionalisti, e il governo ha vistato due volte i nostri emendamenti. Sono disgustata dallo scaricabarile”. 

Noi invece siamo più disgustati dal barile. Cioè dal fatto che non verrà abolito il Senato, ma le elezioni per eleggerlo; i senatori, anziché dai cittadini, saranno nominati dai partiti (tramite i Consigli regionali, quasi tutti inquisiti fra l’altro); saranno espropriati del potere legislativo (leggi costituzionali a parte) e di quello di sfiduciare i governi; saranno tutti consiglieri regionali o sindaci; però avranno l’immunità come i deputati, come se fossero scelti dagli elettori per fare le leggi, e non per fare i sindaci o i consiglieri regionali. E non solo non risponderanno penalmente né civilmente delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle funzioni; ma non potranno neppure essere arrestati o intercettati o perquisiti senza l’autorizzazione a procedere di Palazzo Madama. 


Questo prevede il testo definitivo della cosiddetta riforma costituzionale del Senato che sarà votato in prima lettura (su quattro) il 3 luglio. Un testo, secondo la Finocchiaro, condiviso da tutti i partiti e dal governo. Invece, secondo il governo e i partiti, non era condiviso da nessuno. In attesa che la prova del Dna accerti l’identità di Ignoto Uno cioè l’esatta paternità del mostriciattolo, tecnicamente “fijo de ‘na mignotta” (si sospetta una relazione extraconiugale di Renzi con B. o Verdini), non resta che godersi l’ennesimo spettacolo della Banda Larga alle prese con la sua unica vera passione: l’impunità. 

Naturalmente nessuno, con l’aria che tira nel Paese, ha il coraggio di chiamarla col suo nome. Così tutti mandano avanti giuristi di chiara fama, ma soprattutto fame, e firme di punta, ma soprattutto di tacco. Pigi Battista, reduce da memorabili prove di analfabetismo giuridico sulla responsabilità civile dei magistrati, spiega ai lettori del Corriere che l’immunità parlamentare è robetta: “un filtro, un argine, un contenimento” per scongiurare arresti inquinati dal “fumus persecutionis”.

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