di Vincenzo Cirigliano
Un grande risultato, ascrivibile alla grande generosità che da sempre ha contraddistinto la base della CGIL, quello che ha visto il maggiore sindacato Nazionale depositare ben 3,3 milioni di firme a sostegno di tre Referendum abrogativi, due riguardanti la Riforma Poletti, il terzo che tocca la responsabilità in capo ad appaltatore ed appaltante nel caso di violazioni nei confronti dei lavoratori. Se supererà i passaggi in Cassazione e Corte costituzionale, la consultazione dovrebbe tenersi nella prima metà del 2017. In piena Corsa anche un'iniziativa di legge popolare per un nuovo Statuto dei lavoratori
Ripristinare l’articolo 18 e cancellare i voucher, che hanno dato il via alla massiccia precarizzazione del lavoro, operata in Italia con la responsabilità non secondaria degli stessi Vertici Sindacali, che al contrario dei cugini Francesi hanno dimostrato una macchinosa capacità di reazione nei confronti del Governo Italiano che nei fatti non si è mai concretizzata.
Con questa operazione la Base , il cosiddetto zoccolo duro della CGIL, al contrario della inesistente reazione del duo CISL / UIL , riprende in un certo senso in mano la situazione ed offre ai lavoratori Italiani la possibilità di riconquistare quanto perduto con il Jobs Act del duo Renzi / Poletti.
Con questa operazione la Base , il cosiddetto zoccolo duro della CGIL, al contrario della inesistente reazione del duo CISL / UIL , riprende in un certo senso in mano la situazione ed offre ai lavoratori Italiani la possibilità di riconquistare quanto perduto con il Jobs Act del duo Renzi / Poletti.
Questi gli obiettivi dei referendum abrogativi lanciati dalla Cgil, che venerdì ha depositato 3,3 milioni di firme in Cassazione. Il primo quesito è volto ad abrogare la norma del Jobs act che ha liberalizzato i licenziamenti economici, ripristinando in questo modo il vecchio articolo 18 e ripristinando la reintegra in caso di provvedimento illegittimo. L’altro quesito riguarda i voucher: nati per pagare prestazioni di lavoro accessorio, l’ambito di applicazione dei buoni lavoro è stato inopportunamente ampliato grazie al supporto garantito da questo Governo, fino a determinare un utilizzo record di 115 milioni di tagliandi staccati nel 2015.
Oltre ai Referendum abrogativi è in piena corsa l'attività di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro”, ribattezzata anche “Nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori”, messa a punto dallo stesso sindacato, la cui raccolta firme proseguirà anche nei prossimi tre mesi.
Entro settembre, la Corte costituzionale dovrebbe pronunciarsi sull’ammissibilità dei quesiti e, in caso di via libera, i testi torneranno alla Cassazione, che entro la fine del 2016 dovrà certificare le firme e il superamento del quorum, che equivale a 500 mila persone. In caso positivo, il governo dovrà stabilire la data dei referendum entro sei mesi. In definitiva, la consultazione dovrebbe tenersi nella prima metà del 2017.
Positivo il consuntivo a seguito di queste iniziative che hanno evidenziato un rinnovato attivismo all'interno della base CGIL, che, in questa occasione si è mobilitata in toto dimostrando come al solito di essere ben più avanti rispetto ai suoi vertici che, bisogna riconoscere, in occasione della riforma Fornero e del Jobs Act hanno dimostrato di non essere stati capaci di mettere in campo quelle iniziative necessarie a determinare un altro esito finale sui rispettivi dispositivi di legge. Ciò che oggi invece stiamo vedendo fare, con caparbietà e convinzione sul territorio Transalpino con il " Loi Travail ". Nel frattempo CISL e UIL, non pervenuti!
Entro settembre, la Corte costituzionale dovrebbe pronunciarsi sull’ammissibilità dei quesiti e, in caso di via libera, i testi torneranno alla Cassazione, che entro la fine del 2016 dovrà certificare le firme e il superamento del quorum, che equivale a 500 mila persone. In caso positivo, il governo dovrà stabilire la data dei referendum entro sei mesi. In definitiva, la consultazione dovrebbe tenersi nella prima metà del 2017.
Positivo il consuntivo a seguito di queste iniziative che hanno evidenziato un rinnovato attivismo all'interno della base CGIL, che, in questa occasione si è mobilitata in toto dimostrando come al solito di essere ben più avanti rispetto ai suoi vertici che, bisogna riconoscere, in occasione della riforma Fornero e del Jobs Act hanno dimostrato di non essere stati capaci di mettere in campo quelle iniziative necessarie a determinare un altro esito finale sui rispettivi dispositivi di legge. Ciò che oggi invece stiamo vedendo fare, con caparbietà e convinzione sul territorio Transalpino con il " Loi Travail ". Nel frattempo CISL e UIL, non pervenuti!
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