Le mafie non vanno mai in pensione. Per decenni hanno prosperato grazie a Pd e Forza Italia. Oggi che quei due partiti sono caduti in disgrazia, ammiccano alla Lega. L’unico partito vincente che gli consente di arrivare al cuore dello Stato. Il film è sempre lo stesso. In cima un Superuomo che raccatta voti sparando panzane ai quattro venti. Sotto milioni di pecoroni che abboccano. Dietro le mafie. Le mafie stanno coi partiti più in voga del momento, stanno dalla parte di chi comanda, dalla parte dei Superuomini in grado d’incantare i pecoroni perché è grazie a loro che riescono a piazzare i loro sodali sulle poltrone che contano.
La Lega fino a un anno fa era un partito marginale all’ombra di Berlusconi. Contava soprattutto al nord ed infatti è lì che è stata travolta per anni in scandali di ogni tipo. Ma nell’ultimo anno lo scenario è cambiato e pure molto in fretta.
Da partito regionale la Lega è esplosa a livello nazionale e a percentuali impressionanti. È Salvini il nuovo Superuomo che fa miracoli con la lingua, sono verdi i nuovi pecoroni, è della Lega il marchio che spacca sul mercato elettorale. E le mafie si adeguano, si riposizionano. Mafie in giacca e cravatta, mafie che usano i congiuntivi e il deodorante. Mafie che tengono famiglia e tengono l’azienda e tengono fame. Di roba, di potere. È qui, è nella collusione tra mafie e politica la fonte di tutti i mali italiani. Finché la politica non si sbarazzerà dalle mafie, nulla cambierà davvero nel nostro paese. Finché neanche una lettera delle leggi sarà scritta dai mafiosi, finché neanche un euro finirà nelle tasche dei mafiosi, il nostro paese non può definirsi civile.
Ogni minimo cedimento è una intollerabile sconfitta. Ma la Lega di Salvini sembra non volerlo capire. Come Pd e Forza Italia che al contrario hanno sempre cavalcato il marciume perché le mafie portano consensi, portano clientele, portano boss locali e pezzi di territorio, portano soldi. L’unica forza politica che fa da argine alle mafie è il Movimento 5 Stelle. Ed è anche per questo che il 4 marzo ha compiuto il miracolo di stravincere le elezioni senza soldi e senza uffici e senza giornali e senza santi in paradiso e anzi con un intero regime politico-mafioso contro. Ha stravinto perché i cittadini sono stufi marci di essere in balia di mafie che gli hanno derubato perfino la speranza. Il Movimento ha introdotto nuovi standard d’intransigenza verso ladri e mafiosi. Barriere all’ingresso e al minimo dubbio li caccia, li denunzia, li isola. Che è un dovere della politica da esercitare subito e prima che i giudici facciano il loro. Ma Salvini se ne frega. Forse è ubriaco di onnipotenza e in piena renzite. O forse capisce benissimo ma non può farci niente.
La Lega è un partito vecchio che ha radici profonde nel vecchio regime. E una scelta da che parte stare la Lega l’ha già fatta da mo’ e non può tornare indietro. Le mafie sono così. Il loro abbraccio è per sempre. E così, finché i pecoroni verdi abboccheranno, provano a tirare avanti. È questo che deve capire Di Maio, è questo che deve capire il Movimento. Quanto la situazione sia compromessa e grave e quanto Salvini sia consapevole. Questo è il governo del cambiamento ma è nella collusione tra mafie e politica la fonte di tutti i mali italiani. E finché la politica non si sbarazzerà dalle mafie, nulla cambierà davvero nel nostro paese.
fonte: QUI
Nessun commento:
Posta un commento