I fondi europei sono una grande opportunità per il Sud per creare sviluppo e nuova occupazione. La Regione Basilicata, però, sembra preferire usarli per creare nuovo precariato. Mi spiego meglio: stando a quanto emerso, la Basilicata ha deciso di esternalizzare il servizio di assistenza tecnica che riguarda proprio la gestione dei fondi strutturali e dei programmi UE. Invece di utilizzare il personale interno, ha preferito assumere a tempo determinato con contratti flessibili diversi lavoratori, utilizzati per mansioni spettanti ai dipendenti della PA. Pagati come? Ma ovviamente con gli stessi fondi europei.
Secondo il sindacato USB sarebbe stato utilizzato un algoritmo per sottrarre più fondi all'Europa, che pagherebbe come personale altamente professionale figure che vengono contrattualizzate come dipendenti privati e che ricevono stipendi inferiori di oltre il 500% rispetto ai parametri dell'Unione Europea.
Tale personale precario sarebbe utilizzato come segretari tuttofare dei vari dirigenti della pubblica amministrazione. Per aggirare l'Unione europea, inoltre, vi sarebbe l'utilizzo di imprese/società/enti di sponda, per trasferirsi tra loro consulenze anche tra dipendenti in essere e in pensione.
Insomma, se tutto fosse confermato, sarebbe un vero e proprio scandalo. Ecco perché ho chiesto alla Commissione Europea di chiarire se tali assunzioni rispettino le regole sui fondi UE e le prescrizioni dell'Accordo di partenariato 2014/2020. E se ci siano indagini in Basilicata da parte dell'OLAF, l'ente anti frode dell'UE.
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