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lunedì 9 aprile 2018

Strategie di Trincea

Una premessa sulla strategia: la strategia è necessariamente nascosta, perché se è visibile funziona ben poco.

Solo chi è forte può permettersi di mostrarne degli elementi, questo può essere il caso di chi ha grandi forze disponibili (ad es. le masse popolari) ma è più utile evitare di mostrare le proprie forze, perché potrebbero essere attaccate.

E allora non aspettatevi di vedere con facilità le strategie.



Vediamo come ciò si potrebbe applicare nel caso italiano.



Gli schieramenti in gioco

Da una parte c’è Napolitano, Renzi, Gentiloni, Mattarella, la BCE, legati a poteri economici e logge massoniche.

Qui ci sono i saperi antichi delle logge più nascoste, ma anche saperi nuovi che muovono le forze economiche.

Fortemente legato a queste forze c’è Berlusconi con Forza Italia e le sue aziende ed i suoi mass media.

Il legame credo consista in un patto del Nazareno 2.0, nel quale il sostegno continuativo e incondizionato al PD viene portato alla luce del sole.

Su un fronte grosso modo contrapposto c’è Di Maio, legato alle masse che seguono i 5S.

Dietro di lui ci sono saperi millenari, che provengono dalle profondità di Napoli, ma anche i saperi di Genova, città esperta nel gestire il potere e il denaro. (Il primo punto potrebbe spiegare perché Di Maio era più indicato di Di Battista, per guidare il Movimento in questa fase.)

In mezzo c’è Salvini, astuto navigatore che vuole arrivare al potere sfruttando l’alleanza di destra. Oppure …

Salvini ha saputo arruolare buone competenze economiche (ad es. Bagnai) ed ha un buon seguito popolare.

Gli avvenimenti pregressi

Renzi ha distrutto il PD, ha più che dimezzato il suo seguito elettorale e siede (un po’ spaesato e perplesso) in quel Senato che diceva di aver cancellato.

Ma gli eletti in Parlamento sono tutti suoi fedelissimi, faranno solo ciò che lui deciderà.

Se è solo un ebetino arrivato per caso da Firenze, tutto va bene così, ma se si suppone che in quanto fatto ci sia invece una logica, la spiegazione è diversa.

La strategia del PD

Allora la strategia del PD non era tesa a prendere più voti possibile, ma piuttosto a mettersi in sicurezza per combattere una lunga guerra di trincea. (Per i giocatori di scacchi potrebbe ricordare un arrocco).

Tutti i fedeli sono assicurati, Mattarella protegge; bisogna allora manovrare in sicurezza finché gli avversari non saranno distrutti o addomesticati.

La legislatura sarà lunga e alla fine i fedeli saranno premiati.

Nel frattempo bisogna non scoprire le carte e far muovere le ali: le agenzie di rating, la BCE, i giornalisti, Gentiloni.

Al momento buono servirà un salvatore, che potrebbe anche essere un senatore ormai quasi dimenticato. (E’ proprio per questo che Renzi sta al Senato, una posizione alla Camera era meno sfruttabile. E’ una minuzia, ma potrebbe rivelare che chi ha voluto Renzi al Senato è lo stesso che volle Monti senatore a vita prima che premier).

Sul fronte opposto

Di Maio ha vinto la prima battaglia, quella delle urne, ma non credo abbia fretta di attaccare le fortezze di un avversario ben trincerato. Deve prima dare un colpo alle strategie dell’avversario.

E allora fa quello che sembra un errore, dà scarsa disponibilità ad alleanze (nel senso che impone condizioni capestro) segnalando che lui non avrebbe paura a ritornare alle urne. Sa bene che le urne sono il terrore di Napolitano, il quale non consentirà nuove elezioni, ma lui fa finta che le elezioni siano un’opzione possibile.

Forse gli serve ad apparire ingenuo.

GLI ACCORDI PREGRESSI

La Lega ha un accordo di cartello (elettorale) con il Centro destra, accordo che Salvini ha intenzione di rispettare finché possibile.

Ma l’accordo più vistoso è il Nazareno 2.0, un accordo di sostegno incondizionato di FI al PD, sostegno che questa volta sarebbe alla luce del sole.

Anche M5S ha degli accordi meno formali con vari enti economici e politici. Ha promesso di non scatenare guerre verso l’euro, la NATO, gli USA, e ha ricevuto qualche larvato endorsement.

Il meno vistoso è un accordo di non-belligeranza tra M5S e Lega che sembra essere in atto da anni. E’ possibile che non ci sia stato alcun accordo esplicito tra i due partiti, ma i leader potrebbero aver deciso con assoluto buon senso che questa è una strada che bisogna tenere aperta.

Come sempre, tutti gli accordi sono validi fino al momento in cui vengono stracciati. Figuriamoci poi cosa può avvenire agli accordi mai firmati.

Il piano del PD

Bisogna servire i mercati, quindi certamente bisogna andare al governo per completare la demolizione dell’Italia.

E quindi si andrà al governo.

Ma bisogna farlo da una posizione di forza, dopo aver sfiancato gli avversari.

Opzione 1: era PD + FI come da Nazareno 2.0, ma è saltata a causa dei risultati elettorali (non ci sono i numeri).

Opzione 2: alleanza PD + centro destra dopo aver sfiancato la Lega.

Opzione 3: PD+ M5S dopo aver sfiancato Di Maio (qui la maggioranza è a rischio e serve l’appoggio esterno di FI, che comunque è garantito dal Nazareno 2.0)

Opzione 4: Grosse Koalition dopo aver sfiancato sia M5S che Lega.

Opzione 5: un qualsiasi governo rattoppato con frammenti di partiti vari, sotto la spinta dell’urgenza data dai mercati o dall’Europa.

Opzione elezioni assente.

Il piano di Berlusconi

Gli obiettivi sono sempre quelli:
tenere alla larga i giudici,
tenere protette le aziende.

Per raggiungere questi obiettivi bisogna rispettare sempre e comunque il Nazareno 2.0, il che può implicare smorzare (o addirittura segare) Salvini ed evitare che vada al Governo. La seconda parte potrebbe essere difficile.

In definitiva la situazione si prospetta come una partita complessa e con evoluzione generalmente lenta. Ma prima o poi una trincea crolla.

Staremo a vedere.

Truman

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