Movimento 5 Stelle Europa
Mario Draghi è lo scienziato pazzo. Sta vivendo un dramma interno profondissimo. È stato costretto a dar ragione a un portavoce del Movimento 5 Stelle - Marco Valli - in audizione al Parlamento europeo, ma allo stesso tempo ha dovuto difendere la politica dell'austerità voluta dai tedeschi. Una sorta di bipolarità che sta ormai sconfinando nel tragicomico. Il Movimento 5 Stelle aveva affettuosamente scritto una lettera al governatore della indipendentissima BCE dal titolo "Caro Mario", spiegandogli l'importanza di avere una vera sovranità (monetaria) che sostenga la spesa pubblica e faccia ripartire l'economia con le giuste regole.
Finalmente un'ammissione è arrivata: la svalutazione salariale non è la strategia giusta per sopperire all'impossibilità, dovuta al vincolo di cambi fissi dell'Euro, di "deprezzare" la moneta.
Dunque le riforme volute dal Governo Renzi, soprattutto il Jobs Act, sono state completamente bocciate anche dall'amico Mario. Così come tutte le politiche restrittive che i Paesi del Sud (quelli che adottano la moneta unica) sono costretti ad adottare sotto minaccia della Troika, ovvero della Commissione Europea, del FMI e della BCE stessa.
E allora come si può proporre una ricetta che parla d'investimenti pubblici se allo stesso tempo i burocrati europei - e i Governi a loro asserviti - spingono per quelle riforme lacrime e sangue che distruggono l'economia reale? Il presidente della BCE è andato oltre, proponendo investimenti e austerità addirittura nello stesso discorso. Non sappiamo bene a quale logica si stia cercando di appigliare, anche perché la retorica dei "bamboccioni" o dei "mantenuti dallo Stato" è stata ampiamente superata e smentita dalle crisi sistemiche che la grande finanza internazionale ha generato.
E poi, parlando ancora più francamente, ascoltare la lezione della spesa pubblica da un personaggio che ha costruito, per l'istituzione che presiede, una sede da 1,2 miliardi di Euro è quantomeno fuori luogo. Paradossi a parte, iniziamo coi dati di fatto. Le riforme del mercato del lavoro sono un crimine contro il lavoro stesso, e quindi contro la nostra Costituzione. Mario Draghi è uno dei leader di quella"generazione di burocrati" che sta infettando l'Europa col mantra dell'austerità e del ricatto politico tramite i trattati e la moneta unica.
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