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lunedì 19 settembre 2016

Caduta ogni Maschera: gli USA, in Siria, affiancano e sostengono i Terroristi

di Luciano Lago

Dopo l’ultimo attacco effettuato ieri dall’aviazione USA in Siria contro le postazioni dell’esercito siriano (80 morti e circa 100 feriti) viene meno qualsiasi mascheratura della strategia perseguita dagli USA in Siria (ed in Iraq) e si intravedono i veri obiettivi di Washington.

Si era compreso fin dall’inizio che il vero obiettivo statunitense in Siria era ed è il rovesciamento del governo laico di Bashar Al-Assad a Damasco e lo smembramento del paese, in complicità con i propri alleati, in particolare con l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, in modo da costituire un califfato sunnita/salafita nel nord del paese.



Questa politica era però mascherata dietro il pretesto della lotta all’ISIS (Daesh in arabo) un gruppo terorrista jihadista estremamente violento ed organizzato, comparso improvvisamente fra Iraq e Siria l’anno scorso, mentre le forze USA davano l’impressione di essere “distratte”.


Si sapeva che l’addestramento e l’armamento dei gruppi terroristi, che avevano conquistato enormi estensioni di territorio fra Siria ed Iraq, era stato gentilmente fornito dagli stessi americani e dai loro alleati sauditi, gli analisti erano al corrente dei campi di addestramento costituiti in Giordania ed in Turchia con tanto di istruttori USA, anche se dai media occidentali queste informazioni non venivano diffuse.

Non era mai accaduto tuttavia che, così scopertamente, le forze della coalizione, comandata dagli USA, attaccassero l’esercito siriano mentre questo era impegnato in operazioni militari contro l’ISIS.

La stessa coalizione che a suo tempo aveva finto di non vedere i convogli dei terorristi che avanzavano nel deserto verso Palmira e non aveva mosso un dito per fermare la conquista della cittadina romanica (patrimonio dell’umanità) e la conseguente “festa degli sgozzamenti”, adesso fingono di aver “sbagliato obiettivo” nel bombardare le postazioni dell’Esercito siriano.

Le “risibili” giustificazioni date dal Pentagono non convincono nessuno anche perchè questo episodio segue una serie di altri episodi in cui si era riscontrata ed era stata denunciata la fornitura di armi e rifornimenti ai convogli dell’ISIS da parte delle forze della coalizione USA.

Piuttosto si analizza quale sia la logica di questa mossa azzardata del Pentagono che espone l’Amministrazione USA alle prevedibili accuse di essere apertamente alleata con i gruppi terroristi, di averli sempre favoriti e di utilizzare questi gruppi radicali come proprio strumento geopolitico per realizzare i propri fini in Medio Oriente.

Si tratta in sostanza di una clamorosa conferma di quanto da noi e da altri analisti sempre sostenuto, indicando quale fosse la logica della strategia del caos attuata da Washington in Medio Oriente.
Da alcuni analisti si avanza la tesi di una mossa disperata da parte del Pentagono: appoggiare direttamente i terroristi con la propria aviazione, bombardando le postazioni dell’Esercito Siriano, al fine di ritardare l’avanzata di questo e per facilitare una conquista di territorio in Siria da parte dei gruppi terroristi, dove poi instaurare zone franche al di fuori del controllo governativo russo /siriano.

Una strategia questa di ulteriore caos determinata da uno “stato di disperazione” dell’Amministrazione Obama che non vuole figurare come perdente alla vigilia delle elezioni presidenziali negli USA.

Si può immaginare a tale proposito che questa sia anche una fase di evoluzione della lotta che fino adesso si poteva intravedere tra il Pentagone e la CIA nella strategia da portare avanti in Siria e che in questa contesa siano stati i “falchi” neocons ad avere preso in mano il timone ed aver deciso di uscire allo scoperto.

D’altra parte non era un segreto che tutte le mosse fatte dagli USA in Siria, tregua, negoziati e poi di nuovo tregua, fossero dirette a guadagnare tempo ed a fermare l’irresistibile avanzata dell’asse costituito da Esercito siriano/Hezbollah/Aviazione russa.

Tuttavia adesso, nonostante che il Pentagono abbia dichiarato che l’attacco contro l’Esercito siriano non sia stato intenzionale, gli analisti militari spiegano come non sia possibile pensare che le forze USA ignorassero che il gruppo dell’ISIS si stava ritirando dalla zona. Considerando inoltre che, con le tecnologie di riconoscimento ed individuazione degli obiettivi di cui sono dotati i caccia bombardieri USA, risulta impossibile sbagliare bersaglio. Le scuse non reggono ed i russi lo hanno evidenziato anche in sede di Consiglio di Sicurezza dell’ONU, appositamente convocato su richiesta russa.
Gli stessi analisti considerano che la cooperazione delle forze USA con i terroristi del Daesh è sempre più evidente e questo apre scenari nuovi nel conflitto in Siria con conseguenze imprevedibili. L’episodio può segnare intanto la rottura degli accordi, raggiunti fra USA e Russia, con il rischio sempre più possibile di uno scontro diretto fra Forze USA e russe in Siria. Uno scontro che potrebbe essere ricercato con varie provocazioni come quella avvenuta del bombardamento di ieri sera, 17 Settembre.

Fonti: RT Actualidad

Hispan TV

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