L’assessore Liberali, i sindacati e i sindaci di Viggiano e Grumento Nova hanno fatto il punto della situazione sul futuro dello stabilimento
Urgenza per risolvere la vertenza Vibac che coinvolge 184 lavoratori dello stabilimento sito nella zona industriale di Viggiano. Apertura dei sindacati a diverse ipotesi per salvaguardare l’occupazione e forte intervento della Regione Basilicata. E’ quanto emerso in una riunione tenutasi presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata. Erano presenti l’assessore regionale Raffaele Liberali, i sindaci di Viggiano Amedeo Cicala e di Grumento Nova Antonio Imperatrice, le organizzazioni sindacali Cgil, Cils e Uil, rappresentanti delle Rsu e alcuni lavoratori.
“Ho convocato questa riunione per fare il punto sulla situazione come avevo concordato con i sindaci della Val D’agri” ha dichiarato l’assessore Liberali”, ho invitato anche la dirigenza della Vibac che ha declinato l’invito, ma è stata una riunione importante per comprendere meglio la situazione attuale”.
Durante il corso della riunione è emerso innanzitutto il valore strategico che ha la produzione della Vibac sia per la Val D’agri che per l’intero territorio regionale ed anche il valore “simbolico” che connota questa vertenza proprio perché nata in una zona che negli ultimi mesi è oggetto di una ampia discussione sul tema delle ricerche petrolifere; inoltre la Vibac - hanno fatto notare i sindacati - ha più lavoratori a tempo indeterminato che l’intero indotto degli idrocarburi. Inoltre il sindaco Cicala di Viggiano ha anche fatto rilevare un possibile trasferimento in Serbia della azienda e chiesto un intervento sulla Unione Europea per evitare che finanziamenti dati a paesi che stanno entrando nella Ue possano penalizzare gli stati membri ed il sindaco Imperatrice ha posto l’attenzione sulla delicata situazione in Val Agri dove l’equilibrio sociale facilmente si può incrinare specie in una situazione di crisi economica come quella attuale. Infatti attualmente i 184 lavoratori sono anche in mobilità, situazione che come emerso da parte di sindacati e lavoratori fa diventare ancora più urgente questa vertenza industriale.
Nella riunione si è stabilito di creare un tavolo di crisi permanente per la Vibac formato dai funzionari regionali, enti istituzionali e sindacati, e in parallelo la Regione Basilicata continuerà a contattare l’azienda al fine di chiarire le ragioni del loro diniego alla partecipazione alla riunione odierna, e capire quali margini negoziali esistono e riconfermare l’esigenza della presenza dell’Azienda al tavolo sindacale. Il tavolo è riconvocato per martedì prossimo al fine di fare il punto sulle azioni intraprese, discutendo con l’Azienda nel caso questa accetti di partecipare e, in caso contrario, per esaminare le ulteriori azioni da intraprendere.
“In ogni caso se l’azienda avesse bisogno – ha concluso Liberali - la Regione Basilicata a breve tempo pubblicherà un bando dove sono previsti finanziamenti sia per nuovi investimenti, inclusi quelli per autoproduzione di energia, sia che per stabilimenti esistenti oltre che per formazione, ricerca e servizi alle imprese. Tutto questo può rientrare in una strategia globale”.
Urgenza per risolvere la vertenza Vibac che coinvolge 184 lavoratori dello stabilimento sito nella zona industriale di Viggiano. Apertura dei sindacati a diverse ipotesi per salvaguardare l’occupazione e forte intervento della Regione Basilicata. E’ quanto emerso in una riunione tenutasi presso il Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e Ricerca della Regione Basilicata. Erano presenti l’assessore regionale Raffaele Liberali, i sindaci di Viggiano Amedeo Cicala e di Grumento Nova Antonio Imperatrice, le organizzazioni sindacali Cgil, Cils e Uil, rappresentanti delle Rsu e alcuni lavoratori.
“Ho convocato questa riunione per fare il punto sulla situazione come avevo concordato con i sindaci della Val D’agri” ha dichiarato l’assessore Liberali”, ho invitato anche la dirigenza della Vibac che ha declinato l’invito, ma è stata una riunione importante per comprendere meglio la situazione attuale”.
Durante il corso della riunione è emerso innanzitutto il valore strategico che ha la produzione della Vibac sia per la Val D’agri che per l’intero territorio regionale ed anche il valore “simbolico” che connota questa vertenza proprio perché nata in una zona che negli ultimi mesi è oggetto di una ampia discussione sul tema delle ricerche petrolifere; inoltre la Vibac - hanno fatto notare i sindacati - ha più lavoratori a tempo indeterminato che l’intero indotto degli idrocarburi. Inoltre il sindaco Cicala di Viggiano ha anche fatto rilevare un possibile trasferimento in Serbia della azienda e chiesto un intervento sulla Unione Europea per evitare che finanziamenti dati a paesi che stanno entrando nella Ue possano penalizzare gli stati membri ed il sindaco Imperatrice ha posto l’attenzione sulla delicata situazione in Val Agri dove l’equilibrio sociale facilmente si può incrinare specie in una situazione di crisi economica come quella attuale. Infatti attualmente i 184 lavoratori sono anche in mobilità, situazione che come emerso da parte di sindacati e lavoratori fa diventare ancora più urgente questa vertenza industriale.
Nella riunione si è stabilito di creare un tavolo di crisi permanente per la Vibac formato dai funzionari regionali, enti istituzionali e sindacati, e in parallelo la Regione Basilicata continuerà a contattare l’azienda al fine di chiarire le ragioni del loro diniego alla partecipazione alla riunione odierna, e capire quali margini negoziali esistono e riconfermare l’esigenza della presenza dell’Azienda al tavolo sindacale. Il tavolo è riconvocato per martedì prossimo al fine di fare il punto sulle azioni intraprese, discutendo con l’Azienda nel caso questa accetti di partecipare e, in caso contrario, per esaminare le ulteriori azioni da intraprendere.
“In ogni caso se l’azienda avesse bisogno – ha concluso Liberali - la Regione Basilicata a breve tempo pubblicherà un bando dove sono previsti finanziamenti sia per nuovi investimenti, inclusi quelli per autoproduzione di energia, sia che per stabilimenti esistenti oltre che per formazione, ricerca e servizi alle imprese. Tutto questo può rientrare in una strategia globale”.
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