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martedì 20 gennaio 2015

Papa Francesco: “Ridurre la gente in miseria è terrorismo di Stato”

“Ho rimproverato alcuni mesi fa in una parrocchia una donna perché era incinta dell’ottavo. Aveva fatto sette cesarei. Ma lei vuole lasciare orfani sette? Le ho domandato. Questo è tentare Dio”. Si esprime così Papa Bergoglio durante il viaggio di ritorno dalle Filippine. “Alcuni credono che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. No. Paternità responsabile”. Francesco ribadisce il no alle politiche di controllo delle nascite. Tuttavia, spiega, il desiderio di paternità e maternità non significa fare figli irresponsabilmente: “Alcuni credono che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli”.
Il Papa ha affrontato anche il tema della povertà. “Abbiamo fatto l’abitudine nel vedere la grande povertà accanto alla ricchezza estrema” è stato il suo commento: “Forse stiamo tornando alle “caste” – ha detto ancora – quando le persone vengono scartate e emarginate, si può parlare di “terrorismo di Stato” per opporsi a questo “La Chiesa deve spogliarsi e dare l’esempio. E deve fare anche molto di più di questo: deve rifiutare ogni mondanità. Per noi consacrati, vescovi, preti, suore e laici impegnati il peccato più grave è la mondanità. E’ brutto vedere un consacrato, un uomo di chiesa diventato mondano”

Francesco ha parlato anche di corruzione nella Chiesa, ricordando un fatto: “Nel 1994 ero stato appena appena nominato vescovo del quartiere di Flores, a Buenos Aires. Sono venuti da me due funzionari di un ministero. “Ma lei qui ha tanto bisogno, ha tanti poveri, nelle villas miserias” . “Oh, sì” – ho detto io. “Noi la possiamo aiutare. Noi abbiamo, se lei vuole, un aiuto di 400mila pesos” erano circa 400mila dollari, allora. “E lei per fare questo, noi facciamo il deposito, e poi lei ci restituisce la metà”. In quel momento ho pensato cosa fare – ricorda Bergoglio – Li insulto, o gli do un calcio dove non batte il sole, oppure faccio lo scemo. E ho fatto lo scemo” ricorda il Papa, facendo finta di non capire “E se ne sono andati”.
Nel corso del colloquio il Pontefice è tornato sull’opportunità di moderare la libertà di espressione, quando questa arreca grave e inutile offesa agli altri. ”Il Vangelo dice che dobbiamo dare l’altra guancia – ha sottolineato il Pontefice – Ma siamo umani e la prudenza che è una virtù della convivenza umana”. Il riferimento di Papa Francesco è alle vignette blasfeme di Charlie Hebdo che hanno provocato l’eccidio nella redazione due settimane fa a Parigi e le proteste in tutto il mondo musulmano. Papa Francesco commentò l’accaduto “Se qualcuno insulta mia madre, si aspetti un pugno” e la frase suscitò scalpore, nonostante fosse evidente il senso di realtà su cui si fondavano quelle parole. Francesco spiega che alcuni valori di riferimento dei cattolici non sono condivisi dai musulmani. Tra questi il perdono cristiano che non è contemplato dall’Islam. Dobbiamo condannare la strage, certo, ma evitare espressioni offensive verso fede e cultura altrui: gli esiti potrebbero essere disastrosi.
D.C.

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