Ultimi Post

martedì 21 novembre 2017

Il Penoso spettacolo del Confronto Sindacato Governo sulle Pensioni

di Vincenzo Cirigliano

L'attuale dibattito in corso tra Governo e rappresentanze Sindacali in merito al Blocco dell'Età pensionabile, esteso anche a chi accede alla pensione con il raggiungimento dell'anzianità contributiva, si presenta con dei contorni alquanto surreali, se rapportati alla devastazione provocata in questi ultimi anni dalla Riforma Fornero e all'atteggiamento cronicamente morbido e accondiscendente mostrato in questi anni dai Sindacati Nazionali ai tavoli di trattativa con gli ultimi Governi.




In primis appare evidente come sia del tutto inopportuno sedersi al tavolo di trattativa con il Governo, per parlare di interventi sui parametri di accesso alla pensione, in un periodo immediatamente antecedente al voto per il rinnovo del Parlamento Italiano.

Ancora una volta il Sindacato si presta a rappresentare la stampella di emergenza per promuovere un'azione di un Governo che in questi anni si è con evidenza rivelato del tutta inappropriato a rispondere ai bisogni dei cittadini e dei lavoratori.

In secondo luogo andare a parlare di modifiche alla legge Fornero, che ha di fatto reso il sistema pensionistico una rapina organizzata nei confronti di lavoratori che dopo oltre quarant'anni di contributi versati si ritrovano ancora a dimenarsi tra turni di Lavoro, catena di montaggio, lavori in quota, ecc, significa riconoscere al pacchetto Fornero una valenza di ruolo, nell'ambito della normativa sul lavoro, che più volte i lavoratori hanno rifiutato di riconoscere in maniera manifesta ed emblematica anche all'interno delle stesse organizzazioni Sindacali.

In terzo luogo appare meramente folkloristico andare ad agire su meccanismi, quelli definiti nella legge Fornero, che si muovono e si evolvono in base a delle tappe già stabilite, che al di là di qualsiasi posticipazione, porteranno nel lungo periodo ad un aumento sostanzioso per l'accesso alla pensione sia in termini di anzianità di Vecchiaia, sia in termini di anzianità Contributiva. Il pacchetto Fornero si muove infatti in base a delle tabelle che nell'arco temporale che ci avvicinerà al 2035-2040, porterà i limiti pensionistici prossimi ai 69 anni per quanto riguarda l'anzianità di vecchiaia e quasi a 45 anni per l'anzianità contributiva. Questo al di là delle posticipazioni che oggi si possono mettere in campo, a mio modo di vedere solo per finalità puramente elettorali, miranti a ridare credibilità ad un Governo che in questi anni tra riforma Fornero e Jobs Act ha letteralmente massacrato la classe lavoratrice Italiana.

Un sindacato che ancora si limita a parlare di pensione avallando le teorie del Governo che ancora promuove la metodologia legata all' "Aspettativa di Vita" che ancora oggi non si capisce come venga stabilita, considerando che in questi anni dinanzi a tagli indiscriminati al welfare ed alla Sanità, in termini reali la stessa aspettativa è sicuramente diminuita , contrariamente a ciò che continua ad affermare l'ISTAT. Ma come meravigliarsi di ciò, quando si vede un Sindacato che ancora si continua a sedere ai tavoli di rinnovo dei vari Contratti Nazionali, facendosi dettare le condizioni dalla parte datoriale che addirittura gli è riuscito ad imporre la valutazione degli aumenti salariali dei vari Contratti di Lavoro in base non all'indice ISTAT, bensì all'indice IPCA, che paradossalmente non tiene conto degli aumenti del costo della Vita determinati dall'aumento dei prodotti energetici come Gas, Luce e Carburanti. 


Proprio quei tre parametri con cui si misurano le finanze delle famiglie italiane, che più incidono sull'economia domestica e che impediscono a tanti di poter arrivare alla fine del mese. Sindacati che hanno addirittura dovuto fare i conti con una parte datoriale che in occasione dei rinnovi contrattuali ha addirittura preteso la restituzione delle somme elargite a mò di aumento ai lavoratori in occasione dei precedenti rinnovi contrattuali, adducendo la scusante di una inflazione ( sempre riferita all'indice IPCA) che si sarebbe mantenuta al di sotto delle stime attese. Il Sindacato allora ritrovi se stesso e cominci a trattare con il Governo, in tempi non sospetti che possano far nascere il dubbio di manovre preconfezionate a solo scopo elettorale, proponendosi di riprendere in mano in sede di trattativa il testo Costituzionale che rimane pur sempre il punto di riferimento di questo sconquassato Paese.

Cominci quindi a rileggersi l'art 38 che in maniera chiara afferma "Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidita` e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato....". Tutto ciò rafforzato dall'articolo 36 che sottolinea "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantita` e qualita` del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se´ e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.....". 

Dove sono questi organi preposti che dovrebbero sottindendere a questi compiti. E' forse esistenza dignitosa vivere con 450 Euro di Pensione riservata a chi non ha versato contributi, avendo magari lavorato ma con occupazioni occasionali, ed essere costretto a sostenersi andando a rovistare tra l'immondizia per evitare di morire di stenti? E' esistenza dignitosa quella di un pensionato del mondo del commercio che dopo aver versato i contributi per 40 anni si ritrova con una pensione di 750 Euro? 
Significa assicurare un'esistenza dignitosa se si costringe un lavoratore oltre che a lavorare quasi fino ai 70 anni,  ad usufruire di un assegno pensionistico nel migliore dei casi pari esattamente alla metà del suo ultimo stipendio? E' giusto rifarsi ad un sistema proporzionale alla contribuzione di fatto, pretendendo di rispondere a questi principi costituzionali che mettono al primo posto la dignita della persona e della vita? Quale dignità garantiamo se poi una persona, che per savariati motivi non ha potuto versare i dovuti contributi, lo condanniamo ad una vecchiaia di stenti ancor peggiori di quelli a cui ha dovuto far fronte negli anni precedenti?

Dagli articoli costituzionali citati emerge come la Carta faccia riferimento ad Organi ed Istituti Predisposti o integrati dallo Stato per assicurare i mezzi adeguati alle Esigenze di vita in caso di malattia, invalidità e vecchiaia. Non parla che tali mezzi siano proporzionali alla capacità contributiva della persona, ma ne parla in termini di "DIRITTO", ripeto, solo ed esclusivamente di Diritto. Ecco perchè bene farebbe il Sindacato a sedersi ai tavoli di trattativa con il Governo rifacendosi ai diritti Costituzionali e pretendendo la rivisitazione e la modifica di quei Trattati Europei e di quei limiti di Deficit previsti da Maastricht che di fatto impediscono politiche sociali rispondenti ai canoni Costituzionali. Tutto ciò se necessario anche sostenendo l'uscita dall'Euro. Continuiamo invece ad assistere quotidianamente allo spettacolo penoso di un Sindacato che presta il Fianco ad un Governo votato ai diktat europei restrittivi e di austerità e che si presta ai giochi elettorali di una compagine Governativa ben conscia di aver operato in questi anni solo ed esclusivamente contro i suoi cittadini. Spero che i prossimi giorni possano registrare un sussulto di orgoglio e di dignità dei vertici sindacali, che li spinga non ad organizzare Manifestazioni, ma ad alzarsi con piglio e determinazione da quel tavolo e a manifestare finalmente un pensiero sincero e consapevole che si collochi al fianco del mondo REALE dei Cittadini e del Lavoro.

Nessun commento: