di Claudio Messora
“Meglio single“: così ha pontificato recentemente “Cosmopolitan“, la sacra Bibbia dello sradicamento capitalistico post-nazionale. “Cosmopolitan“, il cui programma è evidente fin dal nome (una ortopedizzazione generale al cosmopolitismo “Sans frontières” e all’odio conclamato verso tutte le identità, le patrie e i radicamenti), ha precisato che i vantaggi dell’essere single stanno tutti nel fatto che si è finalmente sgravati dalle responsabilità e dalle fatiche connesse alla vita di coppia.
Dunque dovremmo tutti abituarci – nell’open space della mondializzazione – a vivere alla stregua di atomi individualizzati, che si muovono negli spazi globalizzati senza più il gravame del rapporto etico di coppia, che culmina in quel momento eticizzato che è la famiglia monogamica borghese classica.
Insomma, “Cosmopolitan“, con la sua catechesi post-moderna e con la sua ortopedizzazione di massa, mira a inculcare nei suoi lettori il sacro valore dell’erramento planetario, dell’individualizzazione privatistica del mondo della vita e dell’abbandono di ogni legame solido, solidale e comunitario. Occorre vivere tutti alla stregua di atomi o di monadi – per riprendere un’espressione hegeliana (sta oggi trionfando ubiquitariamente la figura dell’individuo monadico – monadisces indīvĭdŭum), il quale, privo di rapporti e chiuso in sé stesso (“senza finestre”, diremmo con Leibniz), si muove gravitazionalmente e senza pesi d’identità, di cultura, di consapevolezza negli spazi infiniti della mondializzazione.
L’attacco che la ragion liberista sta muovendo da alcuni anni a questa parte ai danni del concetto di famiglia e di vita etica è sotto gli occhi di tutti. La famiglia come nucleo fondativo dell’eticità, come totalità perfetta, “la più perfetta di cui la natura sia capace” (secondo la definizione di Hegel), è da tempo nel mirino dei pedagoghi del mondialismo e nei sostenitori della globalizzazione senza coscienza infelice. I quali hanno individuato – e a ragione, dal loro punto di vista – nella famiglia l’ultimo impedimento da abbattere perché la globalizzazione del reale e del simbolico, del mondo e delle coscienze possa essere portata a compimento.
L’obiettivo è quello di dissolvere ogni forma di comunità etica, solida e solidale, dalla famiglia come momento iniziale fino allo Stato come “Somma potenza etica” – per dirla ancora con Hegel – e di riconfigurare, ridisegnare la società tutta in forma non sociale, nella forma di un sistema dell’atomistica composto da atomi single, sradicati, che si muovono unicamente perché animati dall'”Amor Infiniti” della ricerca del proprio profitto individuale. Una società costruita su basi non sociali, dunque, mossa unicamente dall’algida geometria del profitto e del “do ut des” individuale.
Ecco allora che la ragione liberista, che mira al profitto illimitato, si ridispone nell’ambito dei costumi nella ragione libertina che mira al godimento acefalo e fine a sé stesso, privo di fatica e di responsabilità , come ricordava la Bibbia del turbo-capitalismo detta “Cosmopolitan“. Di modo che ovunque prevalga solo la configurazione, su basi radicalmente non sociali, della società come aggregato informe di individui che si muovono con moto browniano negli spazi infiniti della società di mercato, mossi unicamente dalle logiche del mercato stesso e privi dunque di un’identità culturale, di un mondo valoriale e financo di una vita di coppia che renda l’individuo meno isolato, meno solo e in grado di dar vita a una social-catena che lo porti a eticizzarsi nelle forme del vivere comunitario-solidale.
L’attacco che la ragion liberista sta muovendo da alcuni anni a questa parte ai danni del concetto di famiglia e di vita etica è sotto gli occhi di tutti. La famiglia come nucleo fondativo dell’eticità, come totalità perfetta, “la più perfetta di cui la natura sia capace” (secondo la definizione di Hegel), è da tempo nel mirino dei pedagoghi del mondialismo e nei sostenitori della globalizzazione senza coscienza infelice. I quali hanno individuato – e a ragione, dal loro punto di vista – nella famiglia l’ultimo impedimento da abbattere perché la globalizzazione del reale e del simbolico, del mondo e delle coscienze possa essere portata a compimento.
L’obiettivo è quello di dissolvere ogni forma di comunità etica, solida e solidale, dalla famiglia come momento iniziale fino allo Stato come “Somma potenza etica” – per dirla ancora con Hegel – e di riconfigurare, ridisegnare la società tutta in forma non sociale, nella forma di un sistema dell’atomistica composto da atomi single, sradicati, che si muovono unicamente perché animati dall'”Amor Infiniti” della ricerca del proprio profitto individuale. Una società costruita su basi non sociali, dunque, mossa unicamente dall’algida geometria del profitto e del “do ut des” individuale.
Ecco allora che la ragione liberista, che mira al profitto illimitato, si ridispone nell’ambito dei costumi nella ragione libertina che mira al godimento acefalo e fine a sé stesso, privo di fatica e di responsabilità , come ricordava la Bibbia del turbo-capitalismo detta “Cosmopolitan“. Di modo che ovunque prevalga solo la configurazione, su basi radicalmente non sociali, della società come aggregato informe di individui che si muovono con moto browniano negli spazi infiniti della società di mercato, mossi unicamente dalle logiche del mercato stesso e privi dunque di un’identità culturale, di un mondo valoriale e financo di una vita di coppia che renda l’individuo meno isolato, meno solo e in grado di dar vita a una social-catena che lo porti a eticizzarsi nelle forme del vivere comunitario-solidale.
fonte: ByoBlu
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