Al di là della retorica del governo Pd in Italia, i veri dati su occupazione ed economia sono impietosi, specialmente quando vengono messi a confronto con quelli del resto d’Europa.
L’Italia mostra alcuni segnali di ripresa, ma non ha ancora recuperato il terreno perduto dal 2008 ne’ per il pil ne’ per l’occupazione. Questa e’ la sintesi dell’approfondito studio della Ces (Confederazione Europea Sindacati) e dell’Etui (European Trade Unione Institute).
Questa debolezza dell’Italia non rispecchia la situazione della Ue: nel periodo 2008-2016 l’intera Ue ha registrato un aumento del Pil di 4,8 punti, anche se le persone occupate sono scese nello stesso periodo nell’intera Europa di 180mila unita’.
L’Italia, nello stesso periodo 2008-2016, ha perso circa il 5% del pil. Si registra un leggero recupero nel periodo 2015-2016, ma di decimali. Nella classifica Ue l’Italia e’ al quartultimo posto: solo Grecia, devastata dalla Troika, Croazia, rovinata dall’ingresso nella Ue e Cipro, che dichiarò default, hanno fatto peggio.
Le migliori performance per il pil 2008-2016 si registrano in Irlanda, Polonia e Malta. Male anche il debito pubblico: l’Italia e’ il secondo peggior Paese della Ue dopo la Grecia.
Dal 2008 al 2016 il rapporto debito/pil e’ peggiorato del 30% circa. I Paesi piu’ virtuosi sono Estonia e Lussemburgo. Nell’intera Ue il rapporto debito/pil e’ cresciuto dal 60% del 2008 all’88,5% del 2014 per poi scendere all’86% nel 2016, in Italia è al 133% del Pil.
I dati non sono rosei neppure per l’occupazione.
Nell’intera Ue nel 2016 era occupato il 66% circa della popolazione tra i 15 e i 64 anni.
L’Italia, nel 2008, occupava il 59% circa della popolazione tra i 15 e i 64 anni. Percentuale che si e’ abbassata nel 2016 al 57%.
Il tasso di disoccupazione nella Ue era al 7% nel 2008, all’11% nel 2013 e all’8,1% nel 2016.
In Italia era al 7% nel 2008, oltre il 12% nel 2013, all’11,9% nel 2016.
Nella classifica della disoccupazione europea stanno peggio di noi solo Grecia, Spagna, Croazia e Cipro.
I Paesi piu’ virtuosi sono Repubblica Ceca, Germania, Malta e Regno Unito, che nonostante i “profeti di sventura” che previdero il tracollo occupazionale a seguito della Brexit al contrario ha il miglior livello d’occupazione lavorativa degli ultimi settanta anni.
Da considerare che nella Ue le ore lavorate non aumentano come gli occupati.
Dato 100 il dato del 2002 per ore lavorate e occupati, nel 2015 abbiamo avuto un indice pari a 106,5 per gli occupati e un indice pari a 103 per le ore lavorate.
Se ne desume che ogni lavoratore ha avuto un numero minore di ore lavorate pro capite.
Una delle conseguenze e’ che nel periodo 2009-2016 i salari reali in media sono diminuiti di poco in Italia, in maniera piu’ massiccia in Portogallo (-0,74%), Croazia (-1,06%), Grecia (-3,12%). Nel periodo 2001-2008 i salari reali in media in Italia erano cresciuti in misura di poco inferiore all’1%.
Ma il dato significativo è quello, appunto, dell’occupazione lavorativa: in Italia, oggi, è di quasi quattro punti percentuali più bassa della media europea, benchè i salari siano a loro volta tra i più bassi della Ue.
via Il Nord
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